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Anticipazioni per la “Norma” di Bellini del 23 settembre alle 20.50 su Rai 5: in diretta dal Teatro Massimo Bellini di Catania

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Anticipazioni per la “Norma” di Bellini del 23 settembre alle 20.50 su Rai 5: diretto da Fabrizio Maria Carminati per la regia di Davide Livermore in diretta dal Teatro Massimo Bellini di Catania

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Una nuova produzione di Davide Livermore diretta da Fabrizio Maria Carminati: è Norma, il capolavoro di Vincenzo Bellini che Rai Cultura propone in diretta giovedì 23 settembre alle 20.50 su Rai5 dal Teatro Massimo Bellini di Catania, l città del compositore. L’opera, in scena proprio nel giorno dei 186 anni dalla morte del compositore catanese, è proposta nella nuova messinscena di Davide Livermore.

Il regista di Torino, applaudito questa estate al Teatro Greco di Siracusa con Coefore / Eumenidi di Eschilo e al Rossini Opera Festival con Elisabetta, regina di Inghilterra, ha firmato le ultime tre inaugurazioni del Teatro alla Scala, dove ritorna anche per la prossima apertura di stagione con Macbeth di Verdi. Livermore cura anche le scenografie (insieme a Lorenzo Russo Rainaldi), con luci e costumi rispettivamente di Luigi Castro e Marianna Fracasso.

Norma è il fulcro dell’edizione 2021 della rassegna multidisciplinare che per due mesi, dal 6 agosto al 6 ottobre, celebra in Sicilia il compositore catanese con opere, concerti sinfonici e da camera, spettacoli di danza e teatro, film e convegni. A dirigerla, sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo Bellini, è impegnato Fabrizio Maria Carminati, Direttore artistico del Festival catanese e del Teatro Bellini, che utilizzerà per la prima volta l’edizione critica dell’opera che Roger Parker sta realizzando per Ricordi. Il coro del Teatro Massimo è istruito da Luigi Petrozziello. Firma la regia televisiva Barbara Napolitano. Lo spettacolo è introdotto da Serena Scorzoni e Stefano Vizioli.

Di primo piano il cast internazionale, capitanato dal soprano lituano Marina Rebeka nel ruolo del titolo. Applaudita al Festival di Salisburgo, al Teatro alla Scala e alla Bayerische Staatsoper, ha collaborato con direttori come Riccardo Muti, Antonio Pappano e Zubin Mehta, dedicandosi a un vasto repertorio che spazia da Mozart a Verdi, da Rossini a Puccini, passando per Donizetti e Čajkovskij.

Accanto a lei sono impegnati il tenore Stefan Pop (Pollione), il mezzosoprano Annalisa Stroppa (Adalgisa), il basso Dario Russo (Oroveso), il mezzosoprano Tonia Langella (Clotilde) e il tenore Saverio Pugliese (Flavio).
Con la partecipazione straordinaria di Clara Galante nel ruolo di Giuditta Pasta.

Norma è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845).

Composta in meno di tre mesi, nel 1831, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832.

Quella sera l’opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all’esecuzione, sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla primadonna, il soprano Giuditta Pasta. Non solo, ma l’inconsueta severità della drammaturgia e l’assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese.

Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.

Casta Diva, che inargentiQueste sacre antiche piante,A noi volgi il bel sembiante,Senza nube e senza vel»
(Norma, preghiera, Atto I)

Trama

L’azione si svolge nelle Gallie, all’epoca della dominazione romana. Nell’antefatto la sacerdotessa Norma, figlia del capo dei druidi Oroveso, è stata l’amante segreta del proconsole romano Pollione, dal quale ha avuto due figli, custoditi dalla fedele Clotilde all’insaputa di tutti.

Atto I

I Galli sono riuniti nella foresta sacra al dio Irminsul e, capeggiati da Oroveso, inneggiano alla liberazione dal giogo romano. Intanto Pollione, inoltratosi anch’egli nel sacro bosco, confida all’amico Flavio di essersi innamorato di una giovane novizia del tempio d’Irminsul, Adalgisa, e di voler lasciare Norma. Questa intanto interviene all’assembramento dei Galli spiegando che gli dèi le hanno rivelato che Roma dovrà cadere, ma non in quel momento e non per loro mano. Con una preghiera alla luna riesce a placare gli animi.

Adalgisa chiede un colloquio a Norma per aprirle il proprio animo e confessarle di aver mancato al voto di castità, senza però rivelare il nome dell’uomo amato. Norma, che riconosce nella novizia i propri sentimenti e il proprio peccato, la scioglie dai voti. Quindi le chiede chi sia l’innamorato e Adalgisa indica Pollione, che sta sopraggiungendo proprio in quel momento. Furiosa, Norma rivela tutto ad Adalgisa, che sdegnata respinge Pollione.

Atto II

Nella sua abitazione, Norma, sconvolta dalla rivelazione, ha deciso di uccidere i due figli, ma cede al sentimento materno. Decisa a suicidarsi, fa chiamare Adalgisa e la prega di adottare i bambini e di portarli a Roma, dopo essersi sposata con Pollione. Ma Adalgisa rifiuta e promette anzi a Norma di convincere Pollione a tornare da lei, salvandola dal suicidio. Quando la grande sacerdotessa però apprende che il tentativo di Adalgisa non ha sortito l’effetto sperato, ella, che si era sempre opposta alla volontà di rivolta del suo popolo, chiama i Galli a raccolta e proclama guerra ai Romani. Oroveso le chiede allora di indicare la vittima sacrificale da immolare al dio, quando giunge notizia che un romano è penetrato nel recinto delle sacerdotesse: è Pollione, venuto a rapire Adalgisa. Norma sta per colpirlo con un pugnale, ma poi si ferma, invita tutti a uscire col pretesto di interrogarlo e, sola con Pollione, gli offre la vita purché egli abbandoni Adalgisa. L’uomo rifiuta e Norma chiama i suoi a raccolta; ha deciso quale sarà la vittima sacrificale: una sacerdotessa che ha infranto i sacri voti e tradito la patria. Sta per pronunciare il nome di Adalgisa, quando si rende conto che la colpa di Adalgisa è la sua e, nello sbigottimento generale, pronuncia il proprio nome. Commosso, Pollione comprende la grandezza di Norma e decide di morire con lei. In segreto, Norma confida a Oroveso di essere madre e lo supplica di prendersi cura dei bambini, affinché possano salvarsi insieme a Clotilde. Quindi sale sul rogo con l’uomo amato.

Numeri musicali
  • Ouverture
Atto I
  • 1 Coro d’Introduzione – Ite sul colle
  • 2 Recitativo e Cavatina Pollione
    • Recitativo – Svanir le voci!
    • Cavatina – Meco all’altar di Venere

Scenografia conservata al Museo Belliniano

  • 3 Coro – Norma viene
  • 4 Recitativo e Cavatina Norma
    • Recitativo – Sediziose voci
    • Cavatina – Casta Diva
  • 5 Recitativo e Duetto Pollione e Adalgisa
    • Recitativo – Sgombra è la sacra selva
    • Duetto – Va’, crudele, al Dio spietato
  • 6 Finale I
    • Recitativo – Vanne, e li cela entrambi
    • Duetto Norma e Adalgisa – Sola, furtiva, al tempio
    • Terzetto Norma, Adalgisa e Pollione – Ah! di qual sei tu vittima
Atto II
  • 7 Introduzione
    • Recitativo – Dormono entrambi
    • Duetto Norma e Adalgisa – Deh! con te, con te li prendi…
  • 8 Coro – Non partì?… Finora è al campo
  • 9 Recitativo e Sortita Oroveso
    • Recitativo – Guerrieri! a voi venirne
    • Sortita – Ah! del Tebro al giogo indegno
  • 10 Finale II
    • Recitativo – Ei tornerà
    • Coro – Guerra, guerra! le galliche selve
    • Recitativo – Né compi il rito, o Norma?
    • Duetto Norma e Pollione – In mia man alfin tu sei
    • Recitativo – Dammi quel ferro
    • Duetto Norma e Pollione – Qual cor tradisti, qual cor perdesti
    • Scena ultima – Deh! non volerli vittime