martedì, Marzo 19, 2024
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Montefortino, tragedia sul lavoro: morto un operaio di 56 anni

senigallia

MONTEFORTINO – Drammatico incidente sul lavoro in un cantiere edile a Montefortino.

Stando alle informazioni apprese, erano circa le 16 di ieri, quando un operaio, Luigi Fares (56 anni) di Monsampolo del Tronto, per cause ancora in corso di accertamento, è caduto da un’altezza di oltre 3 metri, mentre stava ristrutturando una casa.

In base alle dinamiche dell’accaduto, pochi istanti prima del tragico evento, l’uomo era salito su una scala, quando ad un tratto, ha perso l’equilibrio, cadendo rovinosamente a terra.

A seguito del violento impatto, il 56enne è deceduto sul colpo.

Segnalata la vicenda, sul posto sono intervenuti i Carabinieri insieme ai sanitari del 118 e l’eliambulanza.

Nonostante i tentativi di rianimazione, purtroppo per l’operaio non c’è stato più nulla da fare.

Al momento, sono in corso le indagini, in modo da ricostruire con esattezza le dinamiche del sinistro.

Montefortino è un comune italiano di 1 097 abitanti[3] della provincia di Fermo nelle Marche.

Situato alle pendici dei Monti Sibillini, è il secondo comune della provincia per estensione territoriale, preceduto solo dal capoluogo.

I riferimenti storici fanno risalire i primi insediamenti al periodo dell’Impero di Augusto (29 a.C. – 19 d.C.), quando il territorio di Montefortino viene centuriato ed assegnato ai soldati romani come residenza di fine carriera. Alcuni toponimi della zona testimoniano la presenza del culto pagano di Marte, dio della guerra, quali: Colmartese, Santa Maria de Marte, San Giovanni de Marte, Campo d’Arte (derivato da “Campo Marte“), dislocati nell’area denominata appunto Fundum Martis.[6]

L’origine romana si desume da un’antica incisione lapidare, oggi andata perduta, che recitava: “C.LUCIO ROSCIO Q:F:PATRONO ET RESTAURAT FORTINI”. L’umanista Palmieri (1650) asserisce che la Casa Roscia, insigne famiglia fortinese, fosse una delle tante famiglie consolari inviate nel Piceno ai tempi di Pompeo, facendo così risalire a quell’epoca la fondazione di Montefortino.[7]

Tra il VI e l’VIII secolo fa parte dei territori longobardi ed a questo periodo risale la costruzione della pieve di Sant’Angelo in Montespino, baluardo dei monaci farfensi nel X e XI secolo. All’inizio dell’XI secolo invece risale la costruzione della chiesa di Santa Maria in Amaro, trasformata nel seicento nel santuario della Madonna dell’Ambro a seguito del miracolo dell’apparizione della Madonna ad un pastorella muta dalla nascita, che riacquistò la parola.

La costruzione del borgo fortificato sulla dorsale di un colle sulla riva destra del Tenna risale, invece, al XII secolo.

Del 1066 è documentata una battaglia per il controllo dei pascoli montani contro il comune di Visso, combattutasi a Capotenna. In onore della vittoria i fortinesi scolpirono una statua di fico dedicata a Sant’Antonio, la quale fu posta presso l’allora esistente eremo intitolato al Santo, situato proprio a Capotenna[8], presumibilmente dove si trova attualmente il Casale Rosi.

Diventa libero comune nel 1084 con un proprio statuto, modificato nel 1126[9]. Il periodo comunale vede Montefortino schierato con il castello di Monte Passillo (l’attuale Comunanza), in contrapposizione alle vicine AmandolaMontemonaco e Visso[10], lotte al termine delle quali nel 1265 venne costruita la Chiesa della Madonna della Pace.

Dopo essere stato possedimento di Fermo, Montefortino passò sotto Camerino nella prima metà del Quattrocento e poi nella Signoria degli Sforza. Nel 1586 venne incorporata nel Presidiato di Montalto[non chiaro] dello Stato Pontificio e nel 1860 votò per il passaggio dalla Diocesi di Fermo dello Stato Pontificio al Regno d’Italia.

Elisa Cinquepalmi

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