venerdì, Marzo 29, 2024
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Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” del 18 dicembre alle 00.30 su Rai 3: “Dj Fabo, libero di morire”

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Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” con Roberta Petrelluzzi del 18 dicembre alle 00.30 su Rai 3: “Dj Fabo, libero di morire”

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Su Rai3 a Un giorno in Pretura con Roberta Petrelluzzi

La seconda parte del processo celebrato nella Corte di Assise di Milano che vede seduto sul banco degli imputati Marco Cappato, accusato di aver raf-forzato e agevolato l’intento suicidario di Fabiano Antoniano, conosciuto come Dj Fabo.

La propone l’appuntamento con “Un giorno in pretura”, in onda sabato 18 dicembre alle 00.30 su Rai3.
In aula viene esaminato e valutato il contributo che ha fornito l’imputato per accompagnare Fabiano in Svizzera, dove potrà ricorrere al suicidio as-sistito.

Fabiano per realizzare il suo sogno, ha dovuto sopportare e supe-rare tutti gli ostacoli che si frapponevano fra lui e la morte.

Ma Cappato è colpevole oppure no? Dopo una lunga camera di consiglio la Corte di Assi-se per la prima volta nella storia di “Un Giorno in Pretura”, uscirà con un’insolita soluzione. 

Un giorno in pretura è un programma televisivo italiano di genere documentaristico-criminologico, in onda su Rai 3 dal 18 gennaio 1988. Ideata da Roberta Petrelluzzi, che ne è anche conduttrice e regista, insieme a Nini Perno. È la terza trasmissione più longeva della terza rete Rai dopo il TG3 e Geo. La trasmissione è l’evoluzione del programma In pretura, andato in onda sempre su Rai 3 dal 1985 al 1987.

La trasmissione è l’evoluzione del programma In Pretura, ideato e curato da Nini Perno e Celestino Spada con la collaborazione di Roberta Petrelluzzi, andato in onda per due edizioni, dal 20 novembre 1985 al 27 febbraio 1987, al mercoledì e successivamente al venerdì, alle 19:35 su Rai 3[1][2].

Nelle sue prime edizioni Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi e Nini Perno, veniva trasmesso in prima serata ed era molto più incentrato sull’intrattenimento: a parte rari casi in cui trattava un processo per omicidio, la trasmissione prendeva prevalentemente in esame solo processi della cosiddetta giustizia «minore», quali casi di ubriachezza molesta, furti, ricettazioni, rapine, borseggi, risse, liti condominiali, favoreggiamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, sgarbi tra colleghi di lavoro, controversie legate ad un’eredità o a cause di separazione tra coniugi, guida in stato d’ebbrezza, oltraggi a pubblici ufficiali, possesso e spaccio di droga, atti osceni in luogo pubblico, violazioni di domicilio, il tutto per rendere più chiaro ai telespettatori il funzionamento e l’andamento della giustizia italiana. Il programma rientra in quel genere televisivo che negli anni Novanta prese il nome di Tv verità[3][4], che ricomprende Chi l’ha visto?Telefono gialloUltimo minutoForum.