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Anticipazioni per “Omaggio a Pier Paolo Pasolini” del 6 marzo alle 15.35 su Rai 5: da “Visioni” a “‘Na specie de cadavere lunghissimo”

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Anticipazioni per “Omaggio a Pier Paolo Pasolini del 6 marzo alle 15.35 su Rai 5: da “Visioni” a “‘Na specie de cadavere lunghissimo”

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Una serata dedicata all’intellettuale italiano più lucido e profetico del suo tempo, poeta visionario e “corsaro”, figura di riferimento fondamentale della cultura italiana moderna.

Nel centenario della nascita la propone Rai Cultura con “Visioni. Pier Paolo Pasolini una vita corsara”, la prima parte di “Museo Pasolini” e “’Na specie de cadavere lunghissimo”, in onda domenica 6 marzo dalle 15.35 su Rai 5.

Si comincia con lo Speciale “Visioni” che, attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto bene come Dacia Maraini e di chi lo ha amato, studiato e rappresentato come Ascanio Celestini Filippo Timi Massimo Recalcati e Francesco Siciliano, Visioni racconta soprattutto il Pasolini corsaro.

L’uomo che non si è allineato, che ha scelto di non integrarsi nel sistema dominante, pur sapendo che il prezzo da pagare era quello di una costante persecuzione, di una continua condanna, di una solitudine profonda.

Il programma è firmato da Alessandra Greca con Emanuela Avallone, Franca De Angelis, Franca Filiasi, Paola Mordiglia, Mirella Serri e la regia di Anna Tinti e Monica Madrisan.

A seguire, in “Museo Pasolini” in cui Ascanio Celestini si interroga sull’eredità pasoliniana, in una sorta di museo immaginario, attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicoanalista, uno scrittore, un lettore, un criminologo, un testimone che l’hanno conosciuto. 

Si chiude, alle 23.05, con Fabrizio Gifuni che affronta un lavoro ambizioso: trovare il nodo poetico che ha unito Pier Paolo Pasolini ai suoi assassini.

Sotto la guida del regista Giuseppe Bertolucci, nasce ‘Na specie de cadavere lunghissimo, un progetto che mette insieme i testi più polemici e politici di Pasolini (fra cui “Scritti corsari”, “Lettere luterane” e l’ultima intervista rilasciata a Furio Colombo poche ore prima di morire) e un poema di Giorgio Somalvico (Il pecora), che mette in metrica dialettale il delirio di un assassino – un giovane proletario romano senza valori né cultura, uno dei tanti descritti con pena e preoccupazione dal poeta di Casarsa – proprio a sottolineare l’incontro/scontro tragico fra due diversi punti di vista sulla cultura popolare.