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Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera

Sabato 26

Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese.

Tra gli oltre i 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco noti in 400 città d’Italia anche l’Abruzzo è protagonista con 41 aperture in 16 comuni dell’Abruzzo, visitabili a contributo libero e nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria.

L’iniziativa è stata presentata nella Sala Tinozzi della Provincia di Pescara dal nuovo presidente del FAI Abruzzo e Molise Roberto Di Monte – alla sua prima uscita ufficiale dopo la nomina avvenuta nelle scorse settimane – dal presidente onorario Massimo Lucà Dazio e dal presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri,  alla presenza dei media regionali e di una nutrita rappresentanza dei 14 presìdi territoriali del FAI Abruzzo che conta 7 delegazioni FAI a L’Aquila, Marsica, Teramo, Pescara, Chieti, Lanciano, Vasto, 2 Gruppi FAI a Sulmona e Ortona e 5 Gruppi FAI Giovani a Teramo, Chieti, Pescara, Lanciano e nella Marsica.

“Mi sento di ringraziare il FAI Abruzzo – ha detto il presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri – per il ruolo che ricopre in un’opera che in Italia riconosciamo più fallace, ossia la capacità di tutelare e valorizzare luoghi pubblici e privati spesso non aperti al pubblico ma che invece possiamo scoprire in occasione delle Giornate FAI di Primavera. L’invito che io aggiungo è ai genitori di portare i loro bambini e ragazzi alla scoperta del patrimonio artistico, architettonico e culturale dell’Abruzzo affinché nasca e cresca nelle nuove generazioni la consapevolezza di questo patrimonio e la necessità di conservarlo e proteggerlo per il futuro”.

“Con le Giornate FAI di Primavera proviamo a tornare alla normalità – ha detto il nuovo presidente del FAI Abruzzo e Molise Roberto Di Monte – e di questo ringrazio le nostre Delegazioni che hanno messo a punto un programma di visite, distribuito su tutto il territorio, che in questa edizione copre insieme la storia e l’attualità, così accanto alla all’arte e alla cultura in senso stretto ci saranno aperture di luoghi davvero originali con percorsi dedicati all’ambiente, ma anche alla produzione, alla tecnologia o all’archeologia industriale, in ognuno dei quali i visitatori, accompagnati dai nostri volontari, potranno tornare a stupirsi di fronte alla ricchezza passata e contemporanea che offre la nostra regione”.

Altrettanto appassionato ed emozionante è stato l’intervento Massimo Lucà Dazio che dopo 17 anni ha lasciato la presidenza operativa, conservando la carica di presidente onorario: “L’inizio non è facile – ha detto – perché occorreva far riscoprire ai cittadini abruzzesi l’orgoglio delle proprie radici, della propria identità e della propria storia e far comprendere la necessità di preservarle per le future generazioni. Abbiamo costruito un percorso che ci ha visto sempre impegnati a stimolare il coinvolgimento delle istituzioni regionali e comunali, anche nei momenti più difficili come nel caso dei terremoti che hanno colpito l’Abruzzo nel 2009 e poi nel 2016 che ci hanno visto in prima fila nella salvaguardia del patrimonio delle comunità colpite. Il FAI è cresciuto con entusiasmo nel numero dei soci e dei volontari, con tanti giovani che ci hanno affiancato e che continuano a supportare le nostre attività”.

Le Giornate FAI quest’anno sono alla 30esima edizione e dal 1993 ad oggi 14.090 luoghi di storia, arte e natura sono stati aperti in tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 cittadini grazie a 145.500 volontari e 330.000 studenti “Apprendisti Ciceroni”.  

E’ un traguardo esaltante che purtroppo non può essere una festa in quanto ci troviamo nel pieno di una guerra che segna tragicamente la storia moderna europea, ma deve farci riflettere, interrogare sul significato e sul ruolo centrale e tangibile del patrimonio culturale che riflette la nostra identità, testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile nel futuro.

In cos’altro si incarna, altrimenti l’identità di un popolo se non nella sua storia, nella cultura e nella tradizione? I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo a chi non ci conosce e alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale va inteso quindi come il patrimonio genetico di un popolo che conserva a perenne memoria un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità.

Le Giornate FAI mai come quest’anno devono mostrare il loro più autentico spirito civico ed educativo: la visita dei luoghi eccezionalmente aperti, dai volontari del FAI, sarà l’occasione quindi per conoscere la nostra storia e riflettere su quanto l’arte ha da insegnarci per affrontare il presente e il futuro, perché ciò che siamo e che abbiamo conquistato non sia mai dato per scontato, ma sia compreso e apprezzato come esito di lunghi e talvolta drammatici trascorsi che ci accomunano come italiani, europei, e con l’umanità tutta.

La missione del FAI, proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale, invitando gli italiani a conoscerlo e a frequentarlo, ha in questi tempi così bui che stiamo vivendo, un senso ancor più profondo e una funzione ancor più necessaria e urgente.

Il FAI in quanto istituzione della Repubblica, esprime in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà al popolo ucraino esponendo i colori della sua bandiera nella comunicazione e in tutti i Beni e come Fondazione si impegna a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio culturale ucraino individuato appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.

Sarà un weekend utile a riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore. Verranno aperti ville e palazzi storici, aree archeologiche, chiese di grande valore architettonico o storico-artistico, esempi di archeologia industriale, castelli, biblioteche, collezioni d’arte e musei. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio italiano,dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni,e visite didattiche in parchi urbani, orti botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più ampia “cultura della natura”. 

Chi prenderà parte alle Giornate FAI potrà offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro. La donazione online su www.giornatefai.it consentirà anche di prenotare la propria visita consigliata soprattutto per le visite nelle grandi città. Chi vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box in fondo per dettagli).

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