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Anticipazioni per il Grande Teatro di Di Giacomo in TV del 23 maggio alle 16 su Rai 5: “Assunta Spina“ regia di Sandro Bolchi

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Anticipazioni per il Grande Teatro di Salvatore Di Giacomo in TV del 23 maggio alle 16 su Rai 5: “Assunta Spina“ regia di Sandro Bolchi

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Per il Grande Teatro in TV in onda oggi lunedì 23 maggio alle 16 su Rai 5 il dramma “Assunta Spina”di Salvatore Di Giacomo nella versione trasmessa dalla Rai nel settembre 1992 diretta da Sandro Bolchi con l’interpretazione di Isa Danieli, Lina Sastri, Mariano Rigillo e Massimo Venturiello:

Assunta Spina è un dramma scritto da Salvatore Di Giacomo e tratto dall’omonima novella pubblicata nel 1888[1], successivamente portato sullo schermo, prima nel 1915 (come film muto con Francesca Bertini e Gustavo Serena), poi nel 1948 sceneggiato da Eduardo De Filippo, con Anna Magnani nel ruolo della protagonista.

Trama

L’opera, ambientata nella Napoli di inizio ‘900 (è stata scritta nel 1909), narra la storia di Assunta Spina, una ragazza proprietaria di una stireria ed il cui fascino attira l’attenzione di diversi uomini. Assunta ha una relazione con Michele Boccadifuoco che, per gelosia e possessione, la sfregia e viene processato.

Assunta cerca di negare l’accaduto, ma è lo stesso Michele a confessare; viene condannato a due anni di galera e per Assunta sarà difficile rivederlo in questo periodo di tempo, anche perché non viene mandato al carcere di Napoli ma a quello di Avellino. A questo punto interviene Federico Funelli, il cancelliere, che può fare in modo che la destinazione resti Napoli.

Assunta capisce, però, che in cambio Funelli vuole il suo corpo e così decide di concedersi per poter vedere due volte al mese Michele. Da chiarire è, però, il rapporto che c’è tra Assunta e Michele: non c’è amore, ma solo una relazione, per quanto passionale, che Assunta non vede come vincolante. Mentre Michele è in carcere, tra Assunta e Funelli nasce una relazione, senza che la prima però sappia che il secondo ha una famiglia.

Col tempo il rapporto si logora e Funelli si allontana progressivamente, fino a non farsi più sentire. Una sera Assunta dà un ultimatum a Funelli e lo costringe ad andare da lei per parlare; nel frattempo, però, all’insaputa di tutti, Michele è stato scarcerato in anticipo e si reca da Assunta per farle una sorpresa. Quest’ultima, vedendolo, decide di confessare tutto e di dire a Michele della sua relazione con Funelli.

Nonostante la sua disperazione all’idea di dover tornare in carcere per colpa di Assunta, Michele si arrende al suo orgoglio e, preso un coltello, esce in strada ed uccide Federico Funelli. All’arrivo delle guardie, però, Assunta decide di prendersi la colpa di tutto salvando così Michele.

Napoli1904. Contrariamente alle altre lavandaie, Assunta, grazie all’aiuto della giornalista Matilde Serao, impara a leggere e a scrivere. Ma la sua bellezza accende il desiderio di molti uomini, come Salvatore, il fidanzato che si imbarcherà per l’America in cerca di fortuna; il ricco e irruente macellaio Michele Boccadifuoco che per lei prova un forte e primitivo sentimento d’amore e che in un impeto di gelosia la sfregia, e il cancelliere Federico Funelli al cui aiuto Assunta ricorrerà per facilitare la scarcerazione di Michele Boccadifuoco. Ma sarà proprio con Funelli che Assunta intreccerà una relazione e scoprirà la pienezza della passione. Ma Michele, scarcerato anzitempo, scopre la tresca e uccide il rivale.

Nel dramma di Di Giacomo Assunta si costituisce al posto di Michele, mentre nella sceneggiatura di Patrizia Carrano la reaconfessa verrà salvata da Matilde Serao che, scoprendo la verità, l’aiuterà a riscattarsi.

Salvatore Di Giacomo (Napoli12 marzo 1860 – Napoli5 aprile 1934) è stato un poetadrammaturgo e saggista italiano. Fu autore di notissime poesie in lingua napoletana (molte delle quali poi musicate) che costituiscono una parte importante della poesia e della musica partenopea e insieme campana. È molto apprezzato come novelliere nero.

Insieme ad Ernesto MuroloLibero Bovio e E. A. Mario è stato un artefice della cosiddetta epoca d’oro della canzone napoletana.