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I Testimoni di Geova in Russia: i dimenticati del presente

Nel 1994 gli scrittori francesi Sylvie Graffard e Lèo Tristan intitolarono il loro libro sulla vicenda della persecuzione nazista dei Testimoni di Geova così: I Bibelfoscher e il nazismo. I dimenticati dalla storia. Sebbene a distanza di alcuni anni la memorialistica sulla Shoah ha incluso sempre più i Testimoni di Geova, si sono sempre registrate fatiche molteplici all’assunzione della loro tragedia dentro il corpus europeo delle deportazioni.

Un destino simile paiono averlo anche i Testimoni di Geova in Russia, 175.000 nell’ultimo rapporto numerico noto risalente a cinque anni fa. Il paradosso è che siamo nel 2022 e sembra che più che a una dimenticanza siamo di fronte o alla  trascurataggine nell’informazione o all’indifferenza. Ma questa volta in diretta, visto che ciò avviene nel nostro presente.

L’invasione russa, con il suo carico di orrore, distruzione e morte viene seguita – giustamente – da una miriade di mezzi di informazioni che pubblicano e mostrano notizie, informazioni, servizi televisivi su ogni particolare del conflitto in atto praticamente 24 ore su 24 ore.

Anche la Federazione Russa, il Presidente Putin, il governo, gli industriali russi, gli oligarchi, ma anche i cittadini e la società in generale sono stati oggetti di attenzione, di studio, di osservazione giornalistica e televisiva. Basti pensare quanto abbia influito la chiusura delle attività del gruppo Prada o dei McDonald’s  sull’informazione in generale e quanto questo abbia “tirato” come notizia in Italia e altrove.

L’opinione pubblica si è occupata abbondantemente della censura, della disinformazione, degli oppositori, dei dissidenti in prigione, di Alexei Navalny, dei giornalisti arrestati, della giornalista russa che ha esibito il cartello di protesta in Tv, dalla sospensione degli inviati Rai per un periodo di tempo e anche di Alyokhina, la Pussy Riot russa fuggita da Mosca in Lituania travestita da rider.

Sembra strano ma notizie sui Testimoni di Geova messi fuorilegge in Russia, in questo particolare momento storico non compaiono quasi per niente sui media. Dal 2017, dopo la chiusura delle attività amministrative, centinaia di Testimoni di Geova vengono fermati, arrestati e condannati a lunghe pene detentive. L’accusa è quella di prendere parte ad attività estremistiche, accusa ritenuta inconcepibile da numerose organizzazioni internazionali e naturalmente dagli stessi interessati che la respingono con forza. E’ gravemente ingiusto e falso – per i membri della confessione e per altri osservatori – essere ritenuti estremisti al pari di membri dell’Isis o di gruppi neonazisti. Argomentazione questa, ribadita sia pubblicamente che nei tribunali.

Altro paradosso della vicenda: non c’è nessun tentativo da parte delle autorità di nascondere il bando e gli arresti dei singoli all’opinione pubblica russa e di riflesso anche a quella al di fuori della Federazione. Esiste una vasta documentazione scritta e video delle perquisizioni e degli arresti dei cittadini russi testimoni di Geova in tutte le regioni della Federazione Russa.

Di queste vicende non si ha quasi notizia sulla stampa e televisione eccetto qualche sporadica news che spesso proviene da portali esteri o da qualche iniziativa di stampa della stessa confessione.

Eppure è bizzarro che un fatto di questo genere non trovi spazio o non susciti interesse nell’opinione pubblica che ogni minuto si occupa di Russia e Ucraina. Per fare un esempio il 24 maggio2022 due Testimoni di Geova sono stati condannati a ben 8 anni di carcere che dovranno scontare nella colonia di Tatarstan nella regione di Astachan. Si tratta di un solo anno in meno della condanna comminata a Navalny. Oppure il 25 maggio Dennis Cristensen il primo testimone di Geova a essere arrestato, è stato rilasciato dopo 5 anni di durissima pena e deportato nella sua terra natale la Danimarca. Anche qui niente sui giornali nostrani. Se si analizzano i fatti si può tranquillamente concludere che ci sia un velo di silenzio e indifferenza su quello che avviene ai Testimoni di Geova in Russia.

Sembra che gli arresti di decine di persone di una minoranza religiosa, che accusa anche maltrattamenti e torture nei propri confronti, sia mediaticamente poco interessante o attraente. Oppure non si vuole porre l’attenzione su un gruppo che non si piega al Moloch russo, e reo, di leggere la Bibbia e di parlarne tra familiari e amici, pratica peraltro consentita chiaramente dalla Costituzione Russa.

Eppure gli argomenti per gli approfondimenti giornalistici non mancherebbero. I Testimoni di Geova hanno subito la persecuzione nel regime Nazista, nell’Unione Sovietica e ora nella Federazione Russa. Un trittico niente male per un richiamo mediatico e storicamente rilevante. E viste le facili associazioni di fatti simili in campo giornalistico, dal punto di vista comunicativo sarebbe un’occasione da non perdere. Ma anche qui poco o niente. E’ un peccato perche come ha ricordato poco tempo fa Massimo Introvigne inviato a suo tempo per l’Osce a Kiev, il trattamento ai testimoni di Geova è una specie di cartina di tornasole della democrazia e tolleranza degli Stati.

“Mentre una delle caratteristiche più note dei Testimoni di Geova è che stanno lontani dalla politica e non commentano gli eventi politici – ha affermato il sociologo-  osservatori e studiosi esterni hanno spesso discusso di ciò che sta accadendo ai Testimoni di Geova in Russia nel quadro più ampio di una rinascente ideologia ultranazionalista russa” ha scritto Introvigne di recente sul sito Bitter Winter.

Relativamente alla scarsa tensione mediatica sulla situazione dei Testimoni di Geova si legge: “Per questo, poiché tutta l’attenzione è concentrata sull’Ucraina, la comunità internazionale dovrebbe prestare particolare attenzione al quinto anniversario della “liquidazione” dei Testimoni di Geova. Ciò che è successo e continua ad accadere ai Testimoni di Geova manifesta l’ideologia russa della “sicurezza spirituale” essenziale per comprendere anche l’Ucraina”.(bitterwinter.org)

La Storia ha spesso delle strane trovate che la conducono a ignorare una parte del suo patrimonio, come avvenuto per la vicenda dei Bibelforscher in Germania, anche se è un passato incancellabile e inevitabile. La stessa cosa si ripete oggi: un storia, quella dei Testimoni di Geova in Russia, poco nota e poco comunicata in generale, ma non per questo meno significativa, specialmente in questo nostro contradditorio e tragico presente.

Roberto Guidotti

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