Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” con Roberta Petrelluzzi del 26 giugno alle 00.10 su Rai 3: Donato Bilancia, l’abisso della crudeltà
Su Rai3 a Un giorno in Pretura con Roberta Petrelluzzi
Un giorno in Pretura ripropone su Rai 3, poco dopo la mezzanotte di domani, 25 giugno, la storia di Donato Bilancia, il più famoso dei serial killer italiani, morto di recente di Covid nel carcere Due Palazzi di Padova.
Tristemente noto come “il mostro dei treni” o “il serial killer delle prostitute”, Bilancia era stato condannato a 13 ergastoli per 17 omicidi commessi nell’arco di 7 mesi, tra il 1997 e il 1998.
Personaggio enigmatico, ladro di professione, incallito giocatore d’azzardo, aveva iniziato ad uccidere per vendicarsi di sconfitte subite al gioco, per poi passare ad omicidi privi di movente, alimentati solamente da sordida malvagità e misoginia.
Un giorno in pretura è un programma televisivo italiano di genere documentaristico-criminologico, in onda su Rai 3 dal 18 gennaio 1988. Ideata da Roberta Petrelluzzi, che ne è anche conduttrice e regista, insieme a Nini Perno. È la terza trasmissione più longeva della terza rete Rai dopo il TG3 e Geo. La trasmissione è l’evoluzione del programma In pretura, andato in onda sempre su Rai 3 dal 1985 al 1987.
La trasmissione è l’evoluzione del programma In Pretura, ideato e curato da Nini Perno e Celestino Spada con la collaborazione di Roberta Petrelluzzi, andato in onda per due edizioni, dal 20 novembre 1985 al 27 febbraio 1987, al mercoledì e successivamente al venerdì, alle 19:35 su Rai 3[1][2].
Nelle sue prime edizioni Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi e Nini Perno, veniva trasmesso in prima serata ed era molto più incentrato sull’intrattenimento: a parte rari casi in cui trattava un processo per omicidio, la trasmissione prendeva prevalentemente in esame solo processi della cosiddetta giustizia «minore».
Casi quali ubriachezza molesta, furti, ricettazioni, rapine, borseggi, risse, liti condominiali, favoreggiamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, sgarbi tra colleghi di lavoro, controversie legate ad un’eredità o a cause di separazione tra coniugi, guida in stato d’ebbrezza, oltraggi a pubblici ufficiali, possesso e spaccio di droga, atti osceni in luogo pubblico, violazioni di domicilio, il tutto per rendere più chiaro ai telespettatori il funzionamento e l’andamento della giustizia italiana.
Il programma rientra in quel genere televisivo che negli anni Novanta prese il nome di Tv verità[3][4], che ricomprende Chi l’ha visto?, Telefono giallo, Ultimo minuto, Forum.