giovedì, Marzo 28, 2024
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I tetti di Castelnuovo di Farfa, il mio Dedalo

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I tetti di Castelnuovo di Farfa, il mio Dedalo

“…..Scoprire, o riscoprire Castelnuovo, cercando di aver gli occhi disincantati, mi permette comunque di vederne l’anima del mio Dedalo la più popolare, la più vissuta dalla gente comune. Scopro e riscopro, nuovo punto di vista, dopo tanti anni i vicoli del mio “Borgo Dedalo”, dove ho trascorso l’infanzia e la mia giovinezza che, nell’età dell’incoscienza, appare eterna. Se da adulti, in modo crudo, ci rendiamo conto che la vita passa in fretta, ci consola il pensiero che l’eterno rimane non nella materia, ma nelle vibrazioni, nelle sensazioni che aleggiano intorno a noi e che percepiamo secondo la nostra sensibilità e i nostri stati d’animo.

Ora, osservando i tetti, vale la pena ricordare e raccontare e magari riflettere su queste nuove sensazioni che danno i tetti di Castelnuovo. Quante cose sono cambiate in queste vie , tante persone ,attori nella mia fanciullezza, non esistono più, altre sono invecchiate e altre ancora sono lontano altrove a cercare una vita diversa . E’ strano cercare dai tetti, di aprirli, e vedere, nei ricordi, le persone che abitavano la casa, scoprire l’atmosfera, rivivere gli stati d’animo con occhi diversi, con esperienza ,“lunga esperienza della vita”, reinventare ed animare anche i più piccoli dettagli del quotidiano la vita semplice e minimalista di una volta.

Vedo le vie di Dedalo là dove diventano più ripide, più strette , gli incroci e giù per i vicoli e scalette e ancora piccoli cortili e scale buie, soprattutto d’inverno. Nel mio paese, nel mio Dedalo ora sono cambiate molte, moltissime cose forse troppe .Sono cambiate le persone, le case, anche le storie non sono più le stesse. Ma il “Borgo Dedalo” , il mio Castelnuovo , quello carico di storie scritte su di epigrafi marmoree “inchiodate” nella mia anima. Queste storie, immutabili e solide, che parlano e raccontano alla mia memoria, come una canzone poetica infinita ,di un Castelnuovo tramontato per sempre. Il mio paese, Castelnuovo, il mio Dedalo è un posto così sconosciuto alla “nuova gente” che ora lo abita e lo “consuma” e che ne distrugge il verde e la sua storia. La “nuova gente” che non ha

l’abitudine di menzionarne il nome del mio Dedalo. La “nuova gente” non può ricordare la musica , dolci suoni, che uscivano da ogni porta , non può godere il trionfo delle emozioni e la purezza dei sogni che nascondono i cuori carichi di emozioni che creano le case del “mio paese….” .

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Se Castelnuovo si legge come uno spartito musicale ……

………….ed è così che da quelle porte sarebbe uscito il suono di un pianoforte o un di violino o di un’arpa o di una batteria, in un trionfo di suoni, braccia aperte e cuori vibranti, e palpitante di emozioni.

Questo è il mio sogno più puro.

Un sogno che tengo ancora nascosto da qualche parte dentro di me, ma al quale ho smesso di credere.

A Castelnuovo è amministrato il razzismo ed è ancora in uso , forte consumo, il filo spinato che traccia il confino e i confini per gli esclusi.

Le vibrazioni dell’anima sono respinte da un muro di odio.

“ipocrisia, incapacità, odio e degrado morale.”

È questo l’inno, la lugubre nenia , che cantano e suonano gli assassini della Libertà.

La mia musica, quella che scrive la mia penna,

La musica che scrivo sul foglio bianco è in cerca dei tasti bianchi e neri.

Si ferma ad ascoltarmi e mi accarezza i capelli.

Castelnuovo non regge l’odio e l’astio.

Castelnuovo che naviga nel cielo e vola, lo prego, aggrappato alla mia fantasia.

Castelnuovo le prime note,

i primi palpiti di cuore, i tanti circoli viziosi ,

sì, questi sono i pensieri per un’opera incompiuta.

I ricordi dei volti rigati

con lacrime , antiche, di dolore .

Castelnuovo non piangeva, ma non era triste, aveva capito.

Castelnuovo ,il suo volto  specchio della dalla commozione…………………..

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Brani tratti dal libro di Franco Leggeri-Castelnuovo, la riva Sinistra del Farfa

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