martedì, Aprile 23, 2024
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Fedez, la malattia e i coupon dei gruppi religiosi

Alcuni giorni fa il cantante Fedez in un una diretta Instagram ha detto ai suoi  follower : “Non avete idea di quante lettere dei Testimoni di Geova e di altri gruppi religiosi mi sono arrivate. Mi inviano i coupon perché sanno che ho un tumore. Quando mi chiedete perché non mi sono avvicinato a Dio è perché Dio ha tentato di avvicinarsi a me con dei coupon promozionali perché i suoi testimonial sapevano che avevo un tumore”.

Fedez e sua moglie Chiara Ferragni sono conosciutissimi, oltre che per meriti artistici, anche per aver praticamente reso pubbliche le vicende familiari come la nascita e la crescita dei figli e altri innumerevoli particolari e dettagli della vita domestica, anche quelli più normali. Anche quando Fedez ha saputo della sua grave forma di tumore, non ha esitato  ad informare i suoi numerosissimi fan e follower del suo problema e dell’iter sanitario che avrebbe seguito. Dopo il delicato intervento chirurgico, il cantante ha rassicurato tutti con una buona notizia: “Al 90%  posso dire che va tutto bene”. Questo rallegra tutti, non solo i suoi seguaci.

La lamentele di Fedez nascerebbero dal fatto che gli sono stati inviati dai Testimoni di Geova e da altri gruppi religiosi dai 20 ai 30 “coupon” dopo che questi  avevano saputo della malattia e dunque – sempre secondo il cantante – colto al balzo l’occasione per avvicinarlo a Dio e attirarlo a un’adesione al loro gruppo.

La malattia, specialmente se mette in pericolo la propria esistenza e arriva inaspettata come sembra in questo caso, porta alcuni a ponderazioni sulla vita stessa, sul proseguo dell’esistenza dei propri cari, nonché sul perché Dio, il Destino, il Caso o qualcos’altro abbia scelto o si sia accanito proprio contro loro stessi… Altri laicamente non si pongono nessun problema metafisico e si interessano solo di curarsi e di sperare di finire in buone mani da un punto di vista sanitario. La reazione a una forma grave di malattia come un tumore è assolutamente soggettiva. Il retaggio religioso, culturale, familiare, ambientale, genetico e tutta una serie numerosi fattori possono condizionare l’impatto emotivo e mentale e persino fisico di fronte al male.

Diversi nel momento del dolore e della sofferenza trovano o scoprono il modo di meditare, pregare, raccogliersi in se stessi o riflettere un po’ di più sul senso della vita. In tanti – anche tra i vip- hanno ammesso di essersi avvicinati a Dio o di avere trovato la fede oppure di aver ravvivato quella che sottopelle forse possedevano.

Nel caso di Fedez no. Il rapper pur avendo affermato alcune settimane prima “che la malattia fa rivalutare le priorità della vita”, in questo caso non si è avvicinato a Dio, nonostante i coupon dei gruppi religiosi. La sua esternazione è assolutamente legittima come quella di chi invece ha effettuato un percorso inverso.

Oltre questo, Fedez ha reclamato di aver ricevuto alcuni coupon, presumibilmente volantini o riviste che trattavano – da quel che sembra –  ragionamenti sul dolore, l’afflizione e forse la speranza, qualità positiva sempre utile anche nelle situazioni più dure della vita. Difficoltà nella vita, ricordiamo, palesate pubblicamente dallo stesso Fedez.

Niente di strano visto che almeno per quanto riguarda i Testimoni di Geova si tratta di uno dei gruppi più impegnati a produrre materiale letterario, utilizzato ampiamente anche a livello educativo e sociale in molte zone del mondo. I periodici La Torre di Guardia e Svegliatevi! sono i più diffusi al mondo con milioni di copie per numero. Qual era lo scopo dei trattati inviati al cantante? La conversione, come ha ipotizzano lo stesso Fedez? In ogni caso, anche se così fosse, la libertà di diffondere stampati o di pubblicizzare le proprie idee, che siano politiche, religiose, filosofiche è alla base della libertà e democrazia. Compresa quelle di sperare che altri vi aderiscano.

Pochi giorni prima lo stesso cantante aveva impetuosamente e pubblicamente attaccato il Vaticano e la Chiesa Cattolica per una raccomandazione ai fedeli relativa la castità prima del matrimonio, senza che qualcuno lo avesse interpellato. La consapevolezza di intervenire liberamente gli ha permesso di esternare il suo pensiero che alcuni hanno giudicato un po’ troppo forte nei toni.

Ma che dire se chi ha inviato il coupon avesse voluto solo fornire conforto – seppur da un’angolazione religiosa- perché rattristato della vicenda umana del rapper? In fondo sono tanti quelli che si affezionano ai personaggi pubblici anche se distanti fisicamente da loro. E se tra i mittenti ci fossero state persone che hanno affrontato un problema simile e avessero voluto “condividere” ciò che ha dato loro forza e coraggio?

In fondo “visitare i malati”, cosa che non era possibile letteralmente in questo caso, non fa parte dei precetti solo di chi è religioso ma anche di chi si dedica agli altri sottraendo del proprio tempo per occuparsi del prossimo, come fanno centinaia di migliaia di persone nel mondo del volontariato.

Tra le lamentele di Fedez c’è anche quella di non aver ricevuto nessuna lettera scritta a mano. Strano che chi ha fatto della comunicazione digitale un mezzo formidabile per il successo si rammarichi che non gli sia pervenuta una lettera di carta scritta a penna. Probabilmente nessun follower, anche il suo più accanito ammiratore, avrebbe mai immaginato che il cantante gradisse una lettera scritta a mano, usanza purtroppo sempre meno utilizzata al giorno d’oggi, e che sicuramente sarebbe stata accolta da qualcuno.

Nel caso specifico tra l’altro, potrebbero essere state poche persone di spontanea volontà e gratuitamente a spedire il volantino e non un’intera confessione religiosa come adombrato dal cantante.

Può essere utile rammentare che, solo per avere stampato e letto alcune pubblicazioni come i coupon “sotto accusa”, i Testimoni di Geova sono stati messi prima fuorilegge nella Federazione Russa nel 2017 e poi perseguitati dalle autorità con violente irruzioni nelle case, vessazioni di vario genere compreso torture e poi processati e condannati. Sono già diversi quelli che stanno scontando anni di carcere duro.

E visto che la sua consorte Chiara Ferragni è stata invitata dalla senatrice Liliana Segre a pubblicizzare il Memoriale e la tragedia della Shoah alle nuove generazioni, considerato l’appeal che la blogger possiede su questa fascia di popolazione, non sarebbe male ricordare che nelle pseudo-categorie ideate dai nazisti che dovevano essere sterminate compaiono i Triangoli Viola, ovvero i Bibelforscher o Testimoni di Geova. Si tratta dell’unico gruppo religioso isolato con un triangolo: la colpa dei Testimoni di Geova fu la resistenza morale, spirituale e civile al Nazismo. Atteggiamento anticipato e replicato anche sotto i regimi di Mussolini, Franco, Salazar, Stalin, Ceausescu e altri dittatori del secolo scorso.

“Ricordare”, come dice sempre la Segre, è indispensabile. L’oblio è il vero nemico della libertà, rammenta a tutti noi la senatrice. C’è sempre il rischio che venga represso il diritto di esprimere le proprie idee e di essere liberi di propagarle. Questo sì che sarebbe realmente “odioso e disgustoso e ripugnante”.

Roberto Guidotti

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