lunedì, Maggio 13, 2024
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L’errore di interpretare la storia con gli occhi degli uomini di oggi

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L’errore di interpretare la storia con gli occhi degli uomini di oggi – É sempre più evidente che l’Europa si sta avviando verso un novello medioevo tecnologico, un’epoca di trasformazione nella quale vengono meno le certezze nei valori che fino a questo momento hanno caratterizzato la cultura, la società e una certa visione del mondo euro centrica ed occidentale. 

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La centralità dell’Europa nel mondo é in realtà entrata definitivamente  in crisi nella seconda parte del Novecento dopo l’invasione e l’occupazione del Vecchio Continente da parte di eserciti extra continentali come quelli degli Usa e dell’Urss che sono di fatto i veri vincitori della Seconda Guerra Mondiale, dividendo in due con una cortina di ferro l’Europa, proprio lì dove sono passati i cingoli dei carri armati dell’una e dell’altra parte. A questa divisione si deve aggiungere il processo di decolonizzazione iniziato già negli anni quaranta con la fine degli imperi coloniali italiano, francese e inglese. 

Comunque sia, finché c’è stata la Guerra Fredda, per mere ragioni di equilibrio politico e sociale, in Occidente, gli Stati Nazione, frutto dall’evoluzione politica dei regni romano – barbarici fino all’Ottocento, si sono conservati intatti e solo dagli anni Novanta del Novecento, con l’avvento della cosiddetta Globalizzazione, sono entrati in crisi, rischiando di trasformarsi in meri enti amministrativi di organismi sovranazionali o in mere filiali di società finanziarie globali. 

Non a caso, il Novecento, il secolo dei Nazionalismi e delle ideologie che esaltano il potere accentratore dello Stato Nazione come il Liberismo, il Fascismo e il Comunismo, é chiamato il secolo breve in quanto  inizia con la fine degli imperi tradizionali d’Ancien Regime dopo la Prima Guerra Mondiale (1914-1918)  e finisce con la fine della Guerra Fredda a seguito della caduta dell’Urss nel 1992 e la crisi dello Stato Nazione, considerato come un organismo politico – giuridico – culturale  che esercita la sua sovranità unica ed esclusiva su un popolo ed un territorio ben circoscritto. 

Ma, se fino al primo decennio del XXI secolo, sembrava che il timone del Capitalismo Globale che ha condizionato le dinamiche della politica internazionale dalla seconda parte dell’Ottocento in poi, dovesse rimanere saldo in Occidente, in primis nel suo paese guida, gli Stati Uniti d’America, e in secondo luogo in Europa, a partire dallo scorso decennio, con l’avvento mondiale della potenza capitalista cinese, un nuovo modello di sviluppo socio – economico alternativo globale a quello occidentale sta lentamente prendendo piede. 

Dunque, a questo punto, la Globalizzazione, non é più uno strumento di sviluppo del capitalismo e della cultura  occidentale e del modello americano, ma un mezzo per la diffusione di una cultura mondialista che mira non solo ad omologare, cancellando le culture locali, ma a fare venire meno il primato anche culturale e morale dell’Occidente e dell’Europa che vedono in Roma e nell’Italia la culla. 

Il Capitalismo, non solo é diventato sovranazionale, ma sempre più mondiale. L’ultimo stadio di sviluppo, se la politica non troverà un nuovo assetto di equilibrio globale fatto di confini ben precisi, potrebbe essere quello di un governo della finanza mondiale sui Popoli e le Nazioni attraverso la tecnocrazia digitale.

A tal fine, sono nati in tutto il mondo, anche negli Usa e in Europa dei movimenti progressisti e Radical Chic che vogliono riscrivere la storia, cancellando o ridimensionando quei simboli e quei personaggi che a loro dire sarebbero portatori di valori che affermano la supremazia dell’Europa e dell’Occidente. 

Da qui nasce un modo fazioso, soggettivo,quindi errato, di interpretare la storia, non basato su criteri oggettivi scientifici, ma spesso ancora peggio contaminato da pregiudizi ideologici a senso unico come dei novelli dogmi religiosi. 

A tal proposito, si veda il mio video di approfondimento: https://youtu.be/okMOuGrRgLw

Cristiano Vignali 

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