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Anticipazioni per il Grande Teatro di Antonio Petito in TV del 27 gennaio alle 16 su Rai 5: “Farse Napoletane” a cura di Belisario Randone

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Grande Teatro di Rojas in TV del 21 gennaio su Rai 5: "La Celestina"

Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Antonio Petito del 27 gennaio alle 16 su Rai 5: “Farse Napoletane” a cura di Belisario Randone – Per il Grande Teatro di Antonio Petito in TV Rai Cultura propone le “Farse Napoletane” in onda su Rai 5 venerdì 27 gennaio alle 16 nella versione a cura di Belisario Randone trasmessa dalla Rai nell’agosto 1974.

Il brano teatrale messo in onda è “Nu surde, dduie surde, tre surde… tutte surde” scritto da Petito e trasmesso nella versione realizzata con la regia di Antonio Calenda e l’interpretazione di Marina Pagano e Stefano Satta Flores.

Antonio Petito (Napoli22 giugno 1822 – Napoli24 marzo 1876) è stato un attore teatraledrammaturgo e regista teatrale italiano. Fu un celebre Pulcinella, uno degli interpreti più capaci e apprezzati della famosa maschera teatrale.

Figlio di un altro celebre PulcinellaSalvatore Petito, e di donna Peppa (Giuseppina D’Errico all’anagrafe)[1], impresaria di un baraccone nel quale si rappresentavano spettacoli per il popolo, Antonio era soprannominato in famiglia Totonno ‘o pazzo per la sua estrema vitalità.[2] Fu proprio il padre a dargli il battesimo teatrale, cedendogli la maschera nel corso di una rappresentazione teatrale al Teatro San Carlino di Napoli, dove in seguito si produsse più volte. Proprio dietro le quinte di quel teatro, Petito ebbe, la sera del 24 marzo 1876, l’attacco cardiaco che gli fu fatale. Sebbene rappresentasse i suoi lavori sempre per il popolo, l’interclassismo presente nell’ambiente dei teatri di Napoli ne fece un idolo anche presso i ceti più agiati, e forte fu il richiamo dei personaggi ufficiali della politica alla tournée fiorentina del 1869.[3]Viviani Pulcinella in Siamo tutti fratelli da Petito 1941.

Fu, oltre che attore dotato di grande mimica, anche drammaturgo nonostante fosse semianalfabeta, incapace di scrivere correttamente in italiano: per questo motivo si avvalse sempre di revisori delle sue opere, e tra questi il più ricorrente e ricercato fu Giacomo Marulli. Le sue qualità andarono oltre: fu anche un ottimo cantante, ballerino, coreografo e regista.

Petito è una delle figure più importanti del teatro napoletano dell’Ottocento. Il suo teatro considerato solo “canovacci” e pretesti per il grande attore furono dimenticati alla sua morte. Si deve a Raffaele Viviani la riscoperta e il rilancio del Petito autore quando nel 1941 mise in scena So’ muorto e m’hanno fatto turna’ a nascere con il titolo di Siamo Tutti fratelli. Di idee liberali, per questo motivo a Petito verranno negati i conforti religiosi dalla Chiesa in punto di morte, visto che l’istituzione ecclesiastica era all’epoca nemica del pensiero liberale.

Dopo la sua morte, il teatro San Carlino sopravvisse ancora per poco, avendo perso il suo più amato rappresentante.

Nel 1982 la RAI gli dedicò uno sceneggiato televisivo in sette puntate: Antonio Petito, artista comico scritto e sceneggiato da Gennaro Magliulo ed Ettore Massarese.