Il film drammatico stasera in TV: “Un sacchetto di biglie” venerdì 27 gennaio 2023 alle 22.30 su Rai 1 – Un sacchetto di biglie (Un sac de billes) è un film del 2017 diretto da Christian Duguay. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Joseph Joffo del 1973 e un remake dell’omonimo film diretto da Jacques Doillon nel 1975.
Joseph e Maurice, due giovani fratelli ebrei, vivono in Francia la loro infanzia serenamente: d’estate giocano tra le onde, d’inverno si sfidano a battaglie di palle di neve. Fino a quando tutto cambia. A scuola sono costretti a indossare segni distintivi sulla giacca della divisa, come tutti gli altri bambini ebrei; vengono esclusi e additati dai compagni, emarginati dagli amici che ora li guardano in modo diverso.
La situazione si complica a tal punto che una sera il padre annuncia loro che dovranno partire in cerca di un luogo più sicuro. I bambini si mettono così in viaggio da soli verso la zona di occupazione italiana nel sud della Francia per sfuggire ai nazisti e raggiungere la cosiddetta “terra libera”. In qualche modo riescono a eludere i controlli delle SS, imparano a riconoscere il rumore dei tremendi camioncini che sciamano per il Paese e a scappare prima che gli ufficiali a bordo si accorgano della loro presenza.
Il film segue i due bambini nella loro fuga da Parigi alla ricerca di un rifugio definitivo, mostra senza filtri le insormontabili difficoltà che affrontano lungo il percorso e come, con un’incredibile dose di astuzia, coraggio e ingegno riescono a sopravvivere alle barbarie naziste e a ricongiungersi finalmente alla loro famiglia.
La riprese si sono svolte nel mese di settembre del 2015 a Nizza, Briga Marittima, Avignone e Marsiglia. A Nizza, per qualche minuto, fu appesa sulla facciata dell’Hotel Excelsior una bandiera nazista, che provocò lo stupore di alcuni passanti, nonostante il fatto che il comune avesse avvisato in precedenza i cittadini dello svolgimento delle riprese tramite account Facebook[1]. Nel novembre del 2015, le riprese si spostano verso Praga e Karlovy Vary.
Regia di Christian Duguay
Con Dorian Le Clech, Patrick Bruel e Elsa Zylberstein:
Fonte: WIKIPEDIA
Foto interna ed esterna: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2023/01/Un-sacchetto-di-biglie-di-Christian-Duguay-5dbeecf3-d4ed-4a1b-96f7-a9751d162a48-ssi.html
Un toccante film francese sulla persecuzione nazista: in occasione del Giorno della Memoria, venerdì 27 gennaio alle 22.30, Rai 1 propone il film di Christian Duguay “Un sacchetto di biglie”, del 2017, tratto da un romanzo autobiografico pubblicato nel 1973. Nel cast, Dorian Le Clech, Batyste Fleurial, Patrick Bruel, Christian Clavier.
Parigi, fine degli anni Trenta: Joseph e Maurice Joffo sono due fratelli ebrei che vivono spensierati la loro infanzia. Ma l’occupazione tedesca del 1940 cambierà tutto: i ragazzi sono costretti a indossare segni distintivi sugli indumenti, vengono emarginati dai compagni e dagli amici in un crescendo persecutorio che convince il padre a farli partire, in cerca di un luogo più sicuro. I bambini affronteranno da soli un lungo e avventuroso viaggio verso la “Zona libera”, territorio nel Sud della Francia che, nella parte occupata dagli italiani, garantiva inizialmente accoglienza agli ebrei. Per riuscire a sottrarsi alla cattura da parte delle SS, Joseph e Maurice dovranno ricorrere a tutto il loro ingegno e coraggio.
La pellicola è un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Joseph Joffo, parrucchiere ebreo parigino che negli anni Settanta decise di scrivere e pubblicare le proprie memorie sugli anni dell’occupazione. La scelta di esporre una circostanza tragica attraverso la prospettiva dell’infanzia e dell’adolescenza si accorda a una linea molto marcata nel cinema e nella narrativa, per rimanere in un contesto di narrazione di guerra, basti pensare all’indimenticabile “Arrivederci ragazzi” di Louis Malle del 1987. “Un sacchetto di biglie”, su questo solco, centra lo scopo: commozione e grazia non mancano, ed è interessante la descrizione di un episodio poco conosciuto della Seconda guerra mondiale come la zona d’occupazione italiana che, fino al ’42, diede rifugio e speranza – non senza contraddizioni, però – a tanti ebrei francesi.