L’Italia dei grandi “timonieri” che non c’è più – Sono nato e cresciuto nell’Italia degli anni Ottanta e Novanta, l’Italia del benessere, grande potenza economica mondiale, alla pari di Francia e Gran Bretagna e in concorrenza con la Germania, un Italia che aveva nel “Made in Italy” la sua forza e che poteva vantare capitani d’industria del grande calibro mondiale di Gianni Agnelli e di Silvio Berlusconi, figurativamente eredi in campo economico, dopo Enrico Mattei, dei Cesari di Roma.
E ora, scomparso anche Berlusconi, nell’anno in cui é tramontata dopo 100 anni la presidenza Agnelli alla Juve, possiamo notare che uomini di tale spessore in Italia non ci sono più e i risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti, col Belpaese a fare sempre economicamente il vaso di coccio fra vasi di ferro in Europa almeno con l’avvento dei governi tecnici europeisti dal 2012. Quella era una Italia dove c’era grande fiducia nel futuro e un nuovo orgoglio nazionale dopo le macerie del secondo dopoguerra morali e materiali; oggi, invece, lo Stato va contro lo sviluppo economico e gli stessi interessi nazionali, e i governi influenzati dalla finanza internazionale rendono l’Italiano sempre più povero e depresso, costretto a sopravvivere o andare via. Così il Paese senza “timonieri”, senza una guida forte né politica, né economica, procede a vista nella nebbia.
Criatiano Vignali
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