Ciclone Daniel in Libia: il bilancio del disastro – Si stima che più di 5.000 persone abbiano perso la vita e altre 10.000 siano disperse a seguito del crollo di due dighe causato dalle intense piogge, causate dal ciclone Daniel, nel nord-est della Libia, che hanno riversato ulteriori quantità d’acqua in zone già allagate.
Il disastro causato dal ciclone “Daniel”, tecnicamente definito come un Tlc (Tropical-like-cyclone), ha avuto origine in Grecia, Bulgaria e Turchia la scorsa settimana. In queste regioni, si è verificata un’eccezionale quantità di piogge torrenziali, inondazioni e allagamenti. Successivamente, il ciclone si è spostato verso il Mediterraneo, colpendo le coste del Nord Africa.
Tamer Ramadan, capo della delegazione della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in Libia, ha reso noto il numero di persone disperse durante un briefing a Ginevra, in Svizzera, martedì scorso. “Il bilancio delle vittime è devastante”, ha dichiarato.
Si stima che almeno 5.300 persone abbiano perso la vita, secondo quanto riferito martedì dal Ministero degli Interni del governo orientale della Libia, come riportato dai media statali dell’ANA. La CNN non ha potuto verificare in modo indipendente il numero di morti o dispersi.
Tra le vittime, almeno 145 erano cittadini egiziani, secondo funzionari della città nord-orientale di Tobruk, in Libia.
Nella città orientale di Derna, la più colpita dalla devastazione, si stima che circa 6.000 persone siano ancora disperse, ha dichiarato Othman Abduljalil, Ministro della Sanità dell’Amministrazione Orientale della Libia, in un’intervista alla televisione libica Almasar. Quando ha visitato la città lunedì, ha descritto la situazione come “catastrofica”.
Le autorità riferiscono che interi quartieri della città sono stati spazzati via.
Gli ospedali a Derna non sono più funzionanti, e gli obitori sono pieni, ha dichiarato Osama Aly, portavoce del servizio di emergenza e ambulanza.
I cadaveri sono stati lasciati all’aperto sui marciapiedi, secondo quanto riferito dalla CNN.
“Non esistono più servizi di emergenza primari. Attualmente, le persone stanno lavorando duramente per recuperare i corpi in decomposizione”, ha affermato Anas Barghathy, un medico attualmente impegnato nel volontariato a Derna.
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