L’omicidio di Carlo Ghiglieno
Di Nicola Comparato
Carlo Ghiglieno, dirigente di spicco nel reparto di Pianificazione strategica della Fiat Auto di Torino, fu tragicamente attaccato il 21 settembre 1979. Mentre si dirigeva verso la sua auto alle 8:30 del mattino per recarsi al lavoro, un commando di Prima Linea lo assalì, colpendolo ripetutamente alla testa e alla schiena con pistole calibro 38 Special Norma a punta cava, causandone la morte.
Prima Linea rivendicò subito l’attentato attraverso telefonate a «La Stampa» e all’Ansa, annunciando la sua eliminazione come primo passo in una campagna di terrore proletario contro il comando d’impresa, poiché Ghiglieno era considerato il dirigente chiave nel processo logistico della Fiat.
La scelta di Ghiglieno di vivere senza scorta nonostante la sua posizione di rilievo, e il suo profilo relativamente discreto, amplificarono l’impatto dell’attentato. Originario di Torino e laureato al Politecnico di Torino, aveva acquisito la sua profonda conoscenza dei processi di automazione industriale durante la sua precedente esperienza all’Olivetti prima di entrare a far parte della Fiat. La sua identificazione come obiettivo chiave fu agevolata da un articolo sui dirigenti Fiat, che sottolineò la sua importanza strategica. Durante i processi, emersero dettagli che indicarono la responsabilità di esponenti di Prima Linea nel piano criminoso.
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