Lotta armata …… “cattivi maestri” – Era, probabilmente, il 1970 quando io, allora bambino, compresi perché nella cucina dell’abitazione ove vivevo con la mia famiglia vi era sempre un televisore acceso.
Era un “brionvega bianco”, al tempo trasmetteva i suoi programmi solo la RAI, ed erano in bianco e nero.
Da quel giorno “odiai” quella televisione. Quel giorno compresi, infatti, la ragione per cui tutti in quella cucina smettevano di muoversi, parlare, lavorare allorquando “quella televisione” trasmetteva la sigla della “edizione straordinaria” del telegiornale.
Mi ricordo, in quei tristi anni, gli occhi lucidi della mia povera mamma, la tensione che, durante quelle edizioni straordinarie, cresceva nella stanza, il silenzio surreale e, infine, assai spesso, in un misto di nuova serenità, di senso di colpa, di mestizia, di dolore, una frase “no, anche lui”.
Quel “lui” era, molto spesso una persona conosciuta a casa dei miei genitori, era l’ultimo “gambizzato” o “assassinato” dai “terroristi”.
Il “senso di colpa”, lo iniziai a capire in quegli anni, nasceva dal fatto che il “colpito”, magari a morte, anche quella volta, non era mio padre.
Neanche fosse una “colpa” essere ancora vivi quando si era nel loro mirino.
Il primo “atto terroristico” in Italia avvenne il 25 aprile 1969. A Milano una bomba al “padiglione Fiat” della fiera provocò morti e feriti.
Ebbe così inizio il cosiddetto “autunno caldo”, diretta conseguenza delle agitazioni studentesche di quegli anni.
Il terrorismo fu sia di matrice “comunista” che “fascista”.
Il 9 agosto dello stesso anno esplosero su otto treni diversi delle bombe che causarono, fortunatamente, solo dei feriti.
Vennero condannati due neo fascisti di Ordine Nuovo, Franco Freda e Giovanni Ventura.
Il 19 novembre, sempre a Milano, veniva ucciso con un tubo d’acciaio l’agente di polizia Antonio Annarumma durante una manifestazione dell’Unione Comunisti Italiani.
Quel drammatico 1969 si chiudeva il 12 dicembre con la strage di Piazza Fontana a Milano.
Una bomba, esplosa dentro la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura causava, 17 morti e 88 feriti.
Nessuno ricorda che in quell’ora gli attentati terroristici furono ben cinque.
Anni di Piombo, anni di stragi, anni di omicidi politici, anni di omicidi senza senso, anni di gambizzazioni, anni di dolore, anni di paura.
Soprattutto, però, anni di vedove e di orfani, anni di famiglie nel terrore, anni incomprensibili.
Si, anni senza senso, nulla di quel terrorismo aveva un senso, quelli erano gli “anni settanta”, l’economia italiana era cresciuta rapidamente e il miglioramento del tenore di vita, per tutti, non solo per i “padroni” come dicevano al tempo, era percepita.
Quelli erano gli anni del “boom economico”, quello che derivava dalle politiche lungimiranti dei grandi statisti italiani del dopo guerra, quello che derivava da quel lungimirante progetto di benessere diffuso per la distrutta Europa, in alcuni casi “sconfitta Europa”, che passò alla storia come “Piano Marshall”.
Anni di “miracolo economico”, anni ove la mortalità infantile si riduceva fortemente a causa del benessere diffuso, le nascite aumentavano in continuazione grazie al senso di sicurezza nel futuro, l’analfabetismo era praticamente scomparso.
Anni ove il livello culturale cresceva e si diffondeva.
Anni di egemonia culturale della sinistra che, secondo la dottrina gramsciana, occupava ogni forma di “cultura”, certa così di poter avere, nel lungo periodo, vantaggi nelle consultazioni elettorali.
Anni, purtroppo, di “cattivi maestri”, primo fra tutti il professor Antonio Negri, per tutti Toni Negri.
Professore a Padova, iniziò nell’Azione Cattolica, nel 1956 passò al PSI, nel 1963 era nel Movimento Socialista Indipendente e nell’Associazione Italia-Cina.
Dopo, nel 1967, entrò in Potere Operaio, poi Autonomia Operaia.
Finì nel Partito Radicale di Pannella.
Per me, allora “bambino semplice” con padre “porco americano” per loro, per me solo “papà”, Negri era, ed è stato fino all’ultimo giorno, un ideologo della lotta armata. Un terrorista, niente altro.
Ancora oggi, non più bambino ma sempre “cittadino semplice”, provo vergogna e noia nel leggerlo rappresentato come “filosofo”, “politologo”, “saggista”, “accademico” e “politico italiano”.
Per me era, ed è stato fino al suo ultimo giorno, un terrorista, voglio ribadirlo, a lungo un “latitante” assai protetto dallo Repubblica francese.
Anche per colpa sua io sono stato un bambino “diverso dagli altri”.
Lui è stato un “cofondatore” delle organizzazioni della sinistra extraparlamentare, accusato di aver partecipato ad atti terroristici e d’insurrezione armata, motivo per cui finì in carcere e venne processato. Assolto nel processo “7 aprile” fu condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale nella rapina di Argelato.
Negli anni ottanta, oramai anziano, si dedicò a studiare Spinosa.
Massimo Cacciari, nel ricordare Negri, ha detto “auspico che anche i suoi nemici ricordino il rilievo culturale di Toni Negri”.
Il filosofo, certamente uno dei più interessanti personaggi che frequentano gli studi televisivi in questi tempi, ha continuato dicendo “Ci sono state fasi diverse ma Negri è stato un grande studioso di filosofia e di filosofia del diritto, ha scritto libri importantissimi di rilievo internazionale”.
Lo stesso professor Cacciari rilevò anni addietro al quotidiano La Repubblica di aver interrotto i rapporti con Toni Negri allorquando comprese che quest’ultimo riteneva il ‘68 l’inizio della rivoluzione.
Io sempre “cittadino semplice”, credente e certo dei valori della democrazia, continuerò sempre a pensare che i “cattivi maestri” hanno rovinato la vita a tanti e Toni Negri era il primo dei “cattivi maestri”.
Loro hanno rovinato la vita, più di coloro che speravano, alle famiglie di chi era in pericolo di subire attentati terroristici, a coloro che hanno dovuto piangere i loro morti, ma, paradossalmente, ancor di più a quei giovani, ed alle loro famiglie, che hanno scelto di seguire la strada proposta proprio da quei “cattivi maestri”.
“Maestri” che insegnavano ad uccidere senza nemmeno avere il coraggio di metterci la faccia e farlo in prima persona.
Negri non c’è più, io, ex “bambino semplice”, penso alla sofferenza di mia madre nel temere di non vedere tornare suo marito, mio padre, e, se cristianamente ricordo all’Onnipotente l’anima del defunto, umanamente spero non nascano più “maestri” come lui.
Ignoto Uno
Foto di Carlos Andrés Ruiz Palacio da Pixabay
La Notizia.net è un quotidiano di informazione libera, imparziale ed indipendente che la nostra Redazione realizza senza condizionamenti di alcun tipo perché editore della testata è l’Associazione culturale “La Nuova Italia”, che opera senza fini di lucro con l’unico obiettivo della promozione della nostra Nazione, sostenuta dall’attenzione con cui ci seguono i nostri affezionati lettori, che ringraziamo di cuore per la loro vicinanza. La Notizia.net è il giornale online con notizie di attualità, cronaca, politica, bellezza, salute, cultura e sport. Il direttore della testata giornalistica è Lucia Mosca.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net