L’anno bisestile e le tragedie in corso del 2023 – Il 2024 sarà un anno bisestile, ovvero con un giorno in più, il 29 febbraio. L’anno “bisesto sarà un anno funesto”? Una fama sinistra accompagna da sempre quest’anno particolare che ogni quattro compare sul nostro calendario. Difficile dire quando si sia fatta strada questa superstizione. Visto che fu Giulio Cesare a introdurre il giorno in più ogni quattro anni, c’è chi pensa che per i Romani il mese in corso, dei Feralia o dei riti dedicati ai defunti fosse funesto. Non solo: era anche il periodo in cui si svolgevano le Terminalia dedicate a Termine, dio dei Confini, e le Equirie, gare che avevano la funzione di ricordare la conclusione di un ciclo cosmico, due simboli della morte e della fine. Un’altra ipotesi è che per gli antichi tutto ciò che era anomalo e non razionale non poteva essere che di cattivo auspicio quindi anche un anno con un giorno in più.
Dal calendario Giuliano si passò poi a quello Gregoriano. Col passar del tempo si riscontrò che l’anno del calendario giuliano era in effetti più lungo del vero anno solare di un po’ più di 11 minuti. Nel XVI secolo si era accumulato uno scarto di dieci giorni interi. Pertanto, nel 1582, papa Gregorio XIII apportò una piccola correzione, istituendo quello che ora è noto col nome di calendario gregoriano. Con una bolla papale furono tolti dieci giorni dall’anno 1582, così che il giorno successivo al 4 ottobre divenne il 15 ottobre. Secondo il calendario gregoriano, i secoli non divisibili per 400 non vanno considerati anni bisestili. Per esempio, il 1900, non essendo questo numero divisibile per 400, non fu considerato anno bisestile, a differenza del 2000.
Ma perché il 2024 dovrebbe entrare con un aurea di negatività? Sembra un’eccentricità considerando ciò che è successo nel 2023. L’anno che sta terminando ha portato violenze, guerre, stragi, eventi climatici catastrofici, femminicidi, colpi di Stato, incendi dolosi e mortali e tanto altro ancora. I conflitti come quello in Ucraina, che ha ripreso vigore in queste ultime settimane e quello scoppiato il 7 ottobre con l’attacco di Hamas a Israele sono tutt’ora in corso anche in questi ultimi giorni dell’anno con la loro scia di morte e distruzione. E, osservando i fatti, si presume che proseguiranno anche dopo il 1° gennaio 2024.
Le immagine dei soccorritori che recuperano i corpi annegati di grandi e bambini a Cutro a febbraio o il gruppo di neonati stesi sopra un letto di fortuna in un ospedale bombardato a Gaza senza l’incubatrice necessaria per la sopravvivenza a novembre, potrebbero essere dei messaggi estrinsechi di quello che è avvenuto e di cosa sia in grado di fare o non fare l’essere umano. Ci si potrebbe chiedere legittimamente perché aver paura della sventura futura se già il consuntivo materiale e morale del 2023 è nero e catastrofico. E questo dopo che il 2022 aveva fatto registrare la guerra in Ucraina e il 2020/2021 il lascito di milioni di morti causa Covid-19.
Logicamente non ci sono prove e nessun calcolo o base scientifica che avvalori la superstizione per cui l’anno bisestile sia effettivamente un anno funesto. Eppure il timore che si è impadronito delle nostre vite lascia insicuri e forse accentua le paure sinistre che fatti ancor più sconvolgenti possano sempre verificarsi. Forse più che la credenza popolare di un anno foriero di negatività –che non esiste nei paesi anglosassoni – è la oramai mancanza di speranza e ottimismo che regna in tutti gli strati della società. Un giorno in più che simbolicamente va ad appesantire il bilancio sfavorevole delle situazioni umane, compreso quelle personali che spesso sono quelle che ci interessano di più.
E allora visto la brutta china intrapresa negli ultimi tempi, di difficile inversione, conviene non preoccuparsi eccessivamente se l’anno che verrà sia uguale o peggio di quello che si chiude o ci sarà più sfortuna. Gli anni precedenti non sono stati rose e fiori. Basta “a ciascun giorno la propria pena” recita saggiamente il Vangelo. Lo sintetizzava con intelligenza e ironia anche Altan in una memorabile battuta proprio su gli anni con 366 giorni: “Anno bisestile: una giornataccia in più del solito”.
Roberto Guidotti
Foto di hosny salah da Pixabay
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