domenica, Maggio 12, 2024
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Minori, come difenderli dalle insidie della rete

pedopornografia

Minori, come difenderli dalle insidie della rete

Ci sono associazioni che lottano ogni giorno per difendere i minori da quelle che sono le sempre più frequenti e pericolose insidie della rete. Tra queste spicca Il CIATDM, presidente Aurelia Passasseo, che ha fatto di questa battaglia un impegno vero e quotidiano. Quello della pedofilia e pedopornografia è un fenomeno di dimensioni ormai, purtroppo, vastissime. Come contrastarlo?

“Gli abusi – spiega Aurelia Passaseo – avvengono spesso con la “complicità” di internet. E’ attraverso la rete infatti che i pedofili, fingendosi anch’essi bambini, adescano i nostri figli tramite le chat che i nostri ragazzi utilizzano spesso per comunicare tra loro e dove si nascondono insidie e pericoli per il loro sviluppo psicofisico. Diventano così facili prede di pedofili senza scrupoli che riescono ad entrare in contatto con loro riuscendo il più delle volte a carpire i loro dati, per, poter ottenere poi, anche attraverso lusinghe di regali, veri e propri appuntamenti ed incontri fisici oppure per poter, attraverso lo scatto di immagini, alimentare il mercato della pedopornografia per altre persone pedofile. Probabilmente uso parole un po’ forti ma le utilizzo a ragion veduta perché voglio scuotere le coscienze, perché la pedofilia e l’abuso sui minori sono crimini orrendi. Occorre impegnarsi in una battaglia comune perché questi orrendi crimini non accadano più e perché chi li compie venga messo in condizione di
non nuocere, scontando per intero tutta la pena senza la concessione di sconti di pena, o dei benefici del rito abbreviato, del patteggiamento, della buona condotta in carcere, dell’indulto o della scarcerazione per decorrenza dei termini così come spesso accade.

Ci sarebbero tante altre cose da dire sulla pedofilia ma mi preme dire qualcosa su come salvaguardare i nostri ragazzi dai pericoli e dai tranelli della rete e non. Ci sono sistemi per tutelare i bambini che navigano in rete. Il primo tra tutti è la navigazione differenziata, e cioè password diverse tra adulto e
minore che permettono sin dalla prima connessione la distinzione tra adulto e minore, dando così la
possibilità di capire se a richiedere la connessione è un adulto o un minore, e così facendo si tutelerà il
minore fruitore della rete dal rischio di brutti incontri.

E voglio anche dire che per fortuna la nostra legislazione è all’avanguardia nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia. Non è certo perfetta ma è sicuramente perfettibile: in questo campo vi è ancora molto da fare, molto è stato fatto ma bisogna fare uno sforzo in più per tutelare e proteggere i nostri figli. Tuttavia la prima tutela parte dalla famiglia. I genitori devono dialogare costantemente con i propri figli per capire che cosa accade nella loro vita, se ci sono strani cambiamenti in atto”.

Come funziona la navigazione differenziata? Gli internet provider avranno l’obbligo di offrire a chiunque abbia un accesso alla rete – famiglie, educatori, scuole, aggregazioni giovanili, internet point e biblioteche – servizi di “navigazione differenziata” per i minori. E’ quanto prevede la proposta di legge (numero 1.537) presentata nel 2019 da un folto gruppo di deputati della Lega (prima firmataria Anna Rita Tateo).
L’idea in realta’ arriva da lontano, ed e’ il frutto del lavoro del Coordinamento internazionale delle associazioni per la tutela dei diritti dei minori (Ciatdm) che nel 2003 fu promotore, con la fondazione “Safety World Wide Web”, del Codice di autoregolamentazione “Internet e minori”, sottoscritto il 19 novembre di quello stesso anno dal ministro delle Comunicazioni, dal ministro per
l’Innovazione e le tecnologie e dalle associazioni degli internet provider.
“L’articolo 3 di quel Codice – ricorda Aurelia Passaseo, presidente del Ciatdm – gia’ prevedeva
che gli internet provider aderenti fornissero ‘servizi di navigazione differenziata e protetta’. Si tratta di un’azione necessaria se vogliamo proteggere i piccoli internauti dai pericoli che derivano dall’uso
quotidiano di tecnologie sempre piu’ sofisticate”.

La tutela dei minori dalle insidie della rete è oggetto anche di un ddl con primo firmatario Roberto Calderoli (Lega).

In sostanza, per difendere l’innocenza è necessario innanzitutto aiutare i genitori e quanti si prendono cura di loro, anche nel mondo della scuola, ad agire nel modo migliore. Non sempre infatti l’istinto e la
buona volontà sono sufficienti a preservare i più piccoli dai messaggi, a volte espliciti a volte subliminali, che li colpiscono. Proteggere i bambini significa innanzitutto aiutare gli adulti ad ascoltarli e a comprenderli, soprattutto nei momenti in cui l’indifferenza viene vissuta come una ulteriore forma di violenza. Soltanto la comprensione profonda che deriva dall’attenzione e dalla disponibilità possono portare ad una vera e seria politica di prevenzione a tutti i livelli. Le istituzioni non possono sottrarsi a questo impegno.

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