mercoledì, Maggio 15, 2024
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Iniziò con le fake news e finì con un genocidio. Le bugie e la Shoah

Iniziò con le fake news e finì con un genocidio. Le bugie e la Shoah

“Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora allacciando le scarpe” affermava Mark Twain. Oggi sono in tanti e a ragione, a preoccuparsi della diffusione delle fake news sui mezzi di informazione o sulla Rete da parte, secondo la ormai classica definizione di Eco, dei “leoni da tastiera”.

Mentre si avvicina la Giornata della Memoria, vale la pena ricordare quanto le menzogne o le alterazioni della verità alimentate da un sistema distorto di aspettative dell’opinione pubblica e da un’amplificazione dei pregiudizi che ne sono alla base, abbiano provocato morte e distruzione in passato.

Il caso più clamoroso corrisponde a quel documento redatto dalla polizia zarista dal nome di Protocolli dei Savi di Sion. Secondo il libello i piani o protocolli, prevedevano di incoraggiare tasse esagerate, promuovere la produzione di armamenti, favorire colossali monopoli al fine di ‘distruggere in un sol colpo la ricchezza gentile’, manipolare l’ordinamento scolastico per ‘trasformare i gentili in bestie irragionevoli’ e costruire persino metropolitane per congiungere le capitali affinché i savi ebrei potessero ‘schiacciare qualsiasi oppositore facendolo saltare in aria’.

Queste storie assurde cominciarono a circolare in Russia dove comparvero per la prima volta in un articolo di giornale nel 1903. Giunse al Times di Londra l’8 maggio 1920. Più di un anno dopo il Times rivelò che il documento era un falso, ma intanto il danno era stato fatto.

Eppure, un’altra grave accusa aveva determinato per gli ebrei pregiudizio, discriminazione, sofferenza e morte da secoli. Sembra che il primo a mettere per iscritto il nascente pregiudizio antiebraico fu il vescovo dell’Asia Minore Melitone di Sardi, che già nel II secolo sentenziava: ”Udite generazioni di tutte le nazioni e guardate: un assassinio mai visto prima è stato perpetuato a Gerusalemme…Dio è stato ucciso, il Re d’Israele è stato eliminato dalla giustizia d’Israele”.

Insomma l’accusa di “deicidio”, rafforzata con il tempo dai concili che identificarono sempre più Gesù con Dio stesso, non era cosa da poco. Altri vescovi come Agostino che concedeva la conversione (sic), Ambrogio, Crisostomo “predicavano contro gli ebrei nello stile dei futuri sobillatori antiebrei”. (Ebraismo – Hans Kung). Il tutto trascurando clamorosamente e tragicamente che Gesù, gli apostoli e San Paolo erano ebrei e che predicavano l’amore a 360 gradi. Perfino verso nemici e persecutori.

Al tempo delle Crociate saltano fuori altre fake: l’omicidio rituale e la profanazione dell’ostia. “Prende forma l’idea che per le pratiche rituali dettate dal Talmud agli ebrei ci sia l’uso sacrilego delle ostie consacrate e l’uccisione di bambini cristiani il cui sangue sarebbe necessario per riti magici e per impastare il pane azzimo per la Pasqua ebraica”.(L’antisemitismo – Gadi Luzzato Voghera). Segue anche l’accusa di untori della peste che imperversò in Europa nella metà del 1300. Ma sarebbe un errore relegare i miti negativi del “perfido giudeo” ai secoli bui del Medioevo. Nel 1881 Padre Oreglia sulla Civiltà Cattolica scriveva che “gli ebrei si servono ora, più volte l’anno di sangue cristiano nei loro riti religiosi”. L’ultimo caso ufficiale di accusa di omicidio rituale viene registrato in Polonia nel 1946 quando già si era compiuto lo sterminio di un terzo del popolo ebraico.

In molti all’interno della Chiesa sogliono distinguere l’antigiudaismo di cui la Chiesa si riconosce colpevole, e antisemitismo – neologismo di fine 800-  che invece non riguarderebbe la Chiesa Cattolica. Lo storico cattolico Giorgio Vecchio, pur accettando la distinzione tra antigiudaismo e antisemitismo, rilevava che “il problema è di capire anche come l’antigiudaismo cattolico abbia contribuito allo sviluppo dell’antisemitismo”. (Avvenire, 17 marzo 1998)

Al di là della differenza linguistica e concettuale dei termini, è degno di nota che il quotidiano vaticano L’Osservatore Romano del 22-23 novembre 1895 pubblicò una lettera che diceva: “Antisemita è per essenza ogni sincero cattolico, lo è per obbligo di dottrina e di ministero lo stesso sacerdozio”.

Con il tempo, alla discriminazione religiosa si affiancherà un’altra celebre accusa di devianza ereticale in forma di adorazione del “dio mammome” che sarà ripresa anche in ambiti extrareligiosi. Sempre su la Civiltà Cattolica si legge nel 1887: “Gli ebrei di qualche levatura non adorano altro Dio, che il dio quattrino. La loro non è una credenza religiosa, è una società commerciante…”

Hitler, Joseph Goebbels e la propaganda

Hitler intercettò l’odio verso gli ebrei e ne fece la sua bandiera politica. ‘Gli ebrei erano responsabili della sconfitta nella Prima Guerra Mondiale’ fu il messaggio che riuscì a far passare: “Se gli Ebrei fossero soli su questa terra, essi annegherebbero nella sporcizia e nel luridume, combattendosi ed eliminandosi in lotte gonfie d’odio” scriveva nel Mein Kampf. Con queste asserzioni sapeva di guadagnare il consenso di un popolo ridotto in povertà e di guidare il malcontento per i suoi fini di ascesa al potere.

I nazisti, guidati da Joseph Goebbels, furono maestri nell’utilizzare ogni canale di comunicazione allora disponibile, partendo dai giornali, passando per radio, cinema e perfino i cartoni animati.

Poi vennero le leggi di Norimberga, la Kristallnacht, i ghetti, i lager e la Shoah messa in atto che ha come risultato lo sterminio di milioni di ebrei. Insieme a loro omosessuali, oppositori politici, rom, Testimoni di Geova e altre innumerevoli vittime della follia nazista.

“Data la primitiva semplicità della loro mente, saranno più facilmente vittime di una grossa bugia anziché di una piccola” diceva Hitler. Un pericolo, quelle delle false notizie, per niente sventato nel XXI secolo e che continua a minacciare persone e gruppi in maniera molto seria.

Roberto Guidotti

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