lunedì, Aprile 29, 2024
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Lo shock per i dati sugli abusi ai danni di minori nella Chiesa evangelica in Germania

Pubblicati i primi dati dell’ampio studio voluto dalla stessa chiesa protestante tedesca: gli abusi sarebbero oltre 9 mila dal 1946 a oggi

«Sono scioccata. Non posso dirlo in nessun altro modo. Da quando ho iniziato ad occuparmi della questione, sono rimasta sinceramente sconvolta dalla violenza abissale che è stata inflitta a così tante persone nella Chiesa. Stiamo parlando qui della violenza contro i bambini, ad esempio negli asili nido, di cui nessuno sostiene di aver saputo nulla. Stiamo parlando dell’ambiente, delle parrocchie e delle istituzioni diaconali che chiudono un occhio; stiamo parlando insomma del massiccio fallimento della nostra Chiesa nel rendere giustizia alle persone colpite. Non li abbiamo protetti al momento del delitto e non li abbiamo trattati con dignità quando hanno avuto il coraggio di farsi avanti».

Un mea culpa molto forte quello pronunciato dalla vescova Kirsten Fehrs, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), la più popolosa unione di chiese protestanti tedesche per un totale di oltre 19 milioni di fedeli. Mea culpa di fronte agli sconvolgenti primi risultati dell’ampio studio sugli abusi nelle chiese e nelle sue organizzazioni; studio fortemente voluto dalla stessa Ekd che lo ha finanziato tre anni fa con ben 3,6 milioni di euro di investimento, all’indomani  dell’emergere di varie testimonianze di abusi raccolte nel tempo.

Lo studio fa parte di un pacchetto completo di misure per la protezione dagli abusi e molestie sessuali, che il Sinodo Ekd ha deciso di adottare a novembre 2018 (avevamo parlato qui dei numeri inquietanti degli abusi anche in seno alla Chiesa evangelica in Germania). Da allora, la Chiesa evangelica ha istituito un consiglio consultivo per la protezione contro la violenza. Ci sono commissioni indipendenti nelle chiese regionali che riconoscono l’ingiustizia che si è verificata. La protezione contro la violenza è stata anche incorporata nei regolamenti legali tramite una direttiva transnazionale sulla protezione della violenza.

I dati sono effettivamente sconvolgenti: il team di ricerca indipendente ha identificato almeno 2200 vittime accertate, che sommate ai casi in fase di accertamento, potrebbero portare a oltre 9 mila i minori vittima di abusi nella Chiesa evangelica dal 1946 a oggi, con un numero di presunti abusatori che supererebbe le 3 mila unità. Un terzo fra loro sarebbero pastori e vescovi, gli altri operatori che lavoravano per organizzazioni legate alla chiesa, Diaconia in particolare.

A nome di Diakonie Deutschland, il suo presidente Rüdiger Schuch ha commentato i risultati: «Anche nelle strutture di Diakonie, persone che avremmo dovuto proteggere hanno subito violenze sessuali. Questo è ciò che ci mostra lo studio del Forum. Qui l’istituzione Diakonie ha fallito nel suo mandato di protezione. Questo è scioccante per noi. Riconosciamo l’ingiustizia commessa e ce ne assumiamo la responsabilità. Ogni caso è un caso di troppo.

Sono grato alle persone colpite per essersi assunte la responsabilità di condividere la loro esperienza di sofferenza per lo studio. Ora vogliamo collaborare con loro per far avanzare ulteriormente l’elaborazione di tutti i casi. A tal fine, sosteniamo il lavoro del Forum sulla partecipazione alla violenza sessuale».

Come ben raccontato dal sito Agensir «Secondo i ricercatori, lo studio mostra solo la “punta dell’iceberg”. Sono stati valutati circa 4.300 dossier disciplinari, 780 dossier personali e circa 1.320 altri documenti. risultati pubblicati mostrano che il 64,7% delle vittime erano uomini e circa il 35,3 donne. Gli imputati, inoltre sono quindi quasi esclusivamente uomini (99,6%). Secondo lo studio circa tre quarti di loro erano sposati al momento del primo reato. La gravità del crimine è molto varia: la maggior parte dei crimini sono le cosiddette azioni pratiche, il che significa che c’è stato un contatto fisico con le vittime, dall’assistenza con contatto fisico pressante non necessaria durante le lezioni di sport alla penetrazione». L’obiettivo è un’analisi complessiva delle strutture protestanti e delle condizioni sistemiche che promuovono la violenza sessuale e rendono difficile affrontarla.

Dorothee Wüst, portavoce dei rappresentanti della chiesa nel forum di partecipazione, ha sottolineato l’inequivocabilità dei risultati: «Lo studio mette chiaramente il dito sulla ferita del fallimento istituzionale e personale, che è scioccante e deve essere cambiato. Sono sinceramente grata per le numerose informazioni che abbiamo ricevuto dallo studio, in particolare per la chiara attenzione alla prospettiva e alla partecipazione delle persone colpite. Per l’ulteriore lavoro nel forum di partecipazione, rappresentano una preziosa bussola per tutte le misure in termini di trattamento, intervento e prevenzione, che faremo nostre e utilizzeremo».

I risultati vengono ora valutati nel forum di partecipazione con tutti i membri della chiesa e, soprattutto, con le persone interessate, per trarre passi concreti. Ciò sarà fatto anche insieme ai ricercatori nello studio di elaborazione. Inoltre, il forum di partecipazione avvierà uno scambio con gli organi dell’Ekd e riprenderà le discussioni delle chiese regionali, del pubblico e delle persone interessate. Nel novembre 2024, il Forum di partecipazione al Sinodo dell’Ekd presenterà un piano d’azione con conseguenze concrete dallo studio di follow-up.

Detlev Zander, portavoce delle persone colpite, ha portato l’attenzione sui profondi cambiamenti istituzionali risultanti dallo studio: «L’organizzazione della chiesa e le strutture organizzative nella diaconia devono cambiare in modo significativo. Le strutture di potere che incoraggiano la violenza sessuale devono essere smantellate. Ekd e Diakonie devono assumersi la responsabilità degli errori del passato e anche del presente. In stretto coordinamento tra loro e in tutte le Chiese regionali e le associazioni diaconali specializzate. L’impegno comune e l’impegno personale dovrebbero essere una cosa ovvia per seguire un percorso comune chiaro».

Articolo di Claudio Geymonat per Riforma.it –Il quotidiano on line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia

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