domenica, Aprile 28, 2024
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La Traviata di Giuseppe Verdi a Roma-Presso la Chiesa di San Paolo dentro le Mura

Immergiti come spettatore nella Parigi del XIX secolo: scene evocative ed eleganti costumi creano un’atmosfera di raffinata bellezza, e fungono da sfondo all’amore travolgente ed alla drammatica bellezza de “La Traviata” di Giuseppe Verdi, portata in scena nella Chiesa anglicana St. Paul within the walls da artisti di fama nazionale. 

Che siate neofiti dell’affascinante mondo della lirica, o ne siate già appassionati frequentatori, questo capolavoro di Verdi, in un bellissimo connubio con la straordinaria ambientazione, renderà la vostra esperienza ancor più coinvolgente ed emozionante.

Preparatevi ad essere conquistati dalla storia di un amore tormentato raccontato in un’opera, suddivisa in tre atti, composta da Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, che si basa sul celebre romanzo La Dame aux Camélias di Alexandre Dumas (figlio). Un dramma passionale che esplora i temi dell’amore, del sacrificio e del riscatto sociale.

La protagonista, Violetta, interpretata da Aleksandra Buczek, è una cortigiana indipendente e amante della vita mondana, che attraverso l’incontro e la conoscenza di  Alfredo, interpretato da Emil Alekperov, viene travolta dal sentimento di amore verso quest’ultimo abbandonando il suo stile di vita mondano, e trasferendosi con lui nella campagna fuori Parigi. Ma Violetta, avendo contratto la tisi già prima della loro relazione, e avendo il padre di Alfredo chiesto lei di porre fine al loro legame, fugge dall’inconsapevole Alfredo: quando saprà, dopo vari avvenimenti, dei reali motivi dell’allontanamento, sarà ormai tardi e l’amata Violetta morirà tra le sue braccia.

Ad impreziosire lo spettacolo, oltre alle bellissime voci dei solisti,  un eccellente corpo di ballo, coro ed orchestra da camera diretta dal noto violinista Elvin Dhimitri, il tutto incorniciato dall’atmosfera solenne della Chiesa di St. Paul, a pochi passi da Piazza della Repubblica, dove l’architettura neogotica incontra coloratissimi mosaici che riprendono lo stile bizantino.

I biglietti sono acquistabili sul sito www.opera-lirica.com, a partire da 25 euro, sono previste riduzioni e gratuità da verificare sul suddetto sito.  
Per info e contatti: info@operaelirica.com
St. Paul Within The Walls Church – Via Nazionale 16a, 00184 Roma (RM)
Tutti i martedì, inizio h. 20:30

Dove e quando

La traviata è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave. È incentrata su La signora delle camelie, opera teatrale di Alexandre Dumas figlio, che lo stesso autore trasse dal suo precedente omonimo romanzo. In breve…

Durante una festa Violetta conosce Alfredo. Lui le confida di amarla, lasciandola scossa da questa sua dichiarazione: pur non avendo mai amato realmente qualcuno, lei si invaghisce di quel ragazzo così sincero e diretto. Lascia quindi il barone Douphol (suo protettore e compagno) per trasferirsi con Alfredo.
Giorgio Germont (padre di Alfredo) intima alla ragazza di lasciare il figlio poiché quest’ultimo sta spendendo ogni suo avere per mantenerla. Dopo molte insistenze, Violetta accetta di lasciarlo e torna dal barone Douphol.
Alfredo non si dà pace, la segue fino a Parigi presso una festa a casa di Flora Bervoix. Stizzito dal vedere Violetta al braccio del barone Douphol, le getta ai piedi una sacca di monete appena vinte al gioco; lei – già debilitata dalla tisi – sviene.
Nei giorni a seguire la salute di Violetta precipita; Giorgio Germont confida al figlio le sue insistenze per convincere Violetta a lasciarlo. Alla fine si ritrovano tutti insieme e i due giovani amanti si riappacificano. Poco dopo Violetta si accascia a terra priva di vita.

ATTO I

Nella casa parigina di Violetta Valery (cortigiana e donna di mondo) sta per iniziare una festa; tra gli invitati vi sono Flora Bervoix, il marchese d’Obigny e il barone Douphol (quest’ultimo protettore di Violetta).

Poco prima che la festa inizi, arriva anche Alfredo Germont accompagnato dal Visconte Gastone de Letorieres. Il Visconte presenta Alfredo a Violetta, rivelando che durante la sua recente malattia il giovane ha chiesto ripetutamente di lei.
Violetta rimane stupita da quel gesto compiuto dal giovane; chiede quindi al barone come mai lui non avesse avuto la stessa premura nei suoi confronti. Il barone risponde in maniera piccata, facendo nascere una rivalità con Alfredo.
Il barone (ancora visibilmente contrariato) rifiuta l’invito di Gastone di fare un brindisi; lo accetta invece Alfredo (Libiamo nei lieti calici)

Dopo il brindisi gli invitati si spostano in un’altra sala. Violetta rimane indietro, colpita da un malore improvviso. Alfredo nota questo malessere e le chiede spiegazioni ma Violetta minimizza. Alfredo allora le confida il suo amore verso di lei: un anno prima aveva visto la giovane donna e subito ne rimase innamorato.
Violetta suggerisce al giovane di rivolgere altrove il proprio amore poiché lei non è in grado di amare. Poco prima di congedarlo gli dona però un fiore, con la promessa che lui glielo riporti il giorno seguente, espediente questo per avere un secondo incontro con Alfredo.

Rimasta sola, Violetta sente un’agitazione provocata dalle parole di Alfredo; si abbandona però al suo stile di vita, prendendo la decisione di continuare a non concedere ad alcuno il proprio amore (Sempre libera).

ATTO II

QUADRO I

Il secondo atto si apre in una casa di campagna. Violetta ha infine accettato i suoi sentimenti amorosi per Alfredo; si è quindi trasferita insieme a lui in quella casa (lasciando gli agi di palazzo cui era abituata) insieme ai servi Annina e Giuseppe.

Alfredo viene a sapere da Annina che Violetta ha venduto tutto ciò che possedeva per mantenere la casa. Alfredo – preso dai sensi di colpa – decide di andare a Parigi per sistemare di persona i debiti.

Annina consegna a Violetta una lettera di invito da parte di Flora per una festa, quella sera stessa.
Proprio mentre legge la lettera, Annina annuncia l’arrivo di un uomo misterioso che si rivela essere Giorgio Germont, il padre di Alfredo.
Giorgio Germont chiede alla giovane di lasciare Alfredo, il quale è corso a Parigi per vendere ogni suo possedimento. Violetta stupita dalla notizia dice a Giorgio che tra lei e Alfredo c’è un amore puro e disinteressato.
Giorgio Germont le parla della sorella di Alfredo: prossima alle nozze, ha bisogno di una dote per potersi sposare ma Alfredo rischia di privarla del futuro che merita (Pura siccome un angelo).
Violetta gli confida di essere malata e di non avere nessuno al mondo oltre ad Alfredo. Intenerita dalle sorti della sorella del suo giovane amato e turbata dalle pressioni di Giorgio (il quale ha ipotizzato un futuro disinteresse di Alfredo nei suoi confronti) decide quindi di fuggire e lasciare Alfredo. Chiede però a Giorgio di raccontare tutto ad Alfredo quando lei non ci sarà più.

Violetta scrive una lettera al Barone Douphol e una lettera d’addio ad Alfredo; proprio mentre termina di scrivere, entra il suo amato, annunciando che presto suo padre gli farà visita. Lei gli chiede di rinnovare il suo amore (Amami Alfredo) e subito dopo – tra lacrime di dolore per quanto stava per fare – finge un sorriso e parte per sempre alla volta di Parigi.

Poco dopo un commissario recapita ad Alfredo la lettera d’addio di Violetta; appena la legge scoppia in lacrime. Tempestivo è l’arrivo di suo padre che tenta invano di consolarlo. Alfredo vede l’invito di Flora e intuisce che la sua giovane amata si è recata lì. Parte allora anche lui alla volta di Parigi.

QUADRO II

Inizia la festa a casa di Flora; giungono tra gli invitati anche Alfredo, Gastone, il marchese d’Obigny e Violetta accompagnata al braccio del barone Douphol.
Violetta si trova in evidente imbarazzo mentre Alfredo – sprezzante – punta tutto nel gioco d’azzardo e vince, sbeffeggiando il barone Douphol.
Violetta consiglia ad Alfredo di andarsene, impaurita da come il barone potrebbe reagire all’affronto di Alfredo. Per farlo desistere mente, dicendo di essere innamorata del barone.
Spinto dall’ira, Alfredo prende i soldi vinti al gioco e li getta con disprezzo ai piedi di Violetta, a voler ripagare gli averi da lei venduti per poter vivere con lui. A quel punto Violetta ha un malore e sviene; tutti gli astanti inveiscono contro Alfredo.
Entra in scena Giorgio Germont, appena in tempo per assistere al gesto di suo figlio. Anche lui lo rimprovera per quanto appena fatto.
Il barone si avvicina ad Alfredo e lo sfida a duello.

ATTO III

Violetta è nella sua camera da letto, malata e assistita da Annina.
Arriva il Dottor Grenvil per visitarla; dopo la visita si avvicina ad Annina e le confida che la tisi di Violetta sta procedendo per il peggio e che non le rimangono che poche ore di vita.

Mentre fuori per le strade di Parigi impazza il carnevale, Violetta manda Annina a portare alcune monete ai bisognosi. Rimasta sola, tira fuori una lettera che teneva nascosta in seno, a firma di Giorgio Germont: gli scrive che Alfredo è rimasto ferito dal duello col barone ma si sta riprendendo. Gli ha raccontato tutto, della sua richiesta a Violetta di lasciarlo e dei suoi timori; ora sono entrambi in viaggio per Parigi per riappacificarsi con lei.
Violetta è sconsolata perché sa che la sua fine è vicina (Addio, del passato).

Rientra Annina frettolosamente, annunciando l’arrivo di Alfredo.
Alfredo e Violetta si riabbracciano, dimenticando tutto il dolore vissuto. Violetta vorrebbe uscire, andare con lui in un Tempio per rendere grazie di averlo ritrovato; purtroppo però la malattia non le consente di stare in piedi.
Annina corre a chiamare il Dottor Grenvil mentre Violetta si accascia e sviene.

Quando si risveglia sono presenti anche Giorgio Germont e il dottore. Giorgio le chiede scusa, ammettendo l’errore commesso nel voler separare i due giovani amanti.
Violetta dona ad Alfredo un medaglione con una sua immagine; gli chiede di tenerlo con sé per ricordare per sempre la donna che così tanto lo amò.

All’improvviso Violetta si sente meglio, come se si fosse tolta un peso dal cuore. Si alza d’impeto per ricadere subito a terra priva di vita.

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