martedì, Maggio 14, 2024
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Rieti nell’ex Chiesa San Giorgio l’Operetta è servita lo spettacolo “La vedova…quasi allegra”, un viaggio tra comicità e sentimento nell’era della Belle Époque

RIETI-A San Giorgio “L’Operetta è servitacomicità e sentimento nell’era della Belle Époque ,grazie all’omonima compagnia che giovedì 29 febbraio alle 18 presenta La vedova…quasi allegra, secondo appuntamento della rassegna della Fondazione Varrone. Stavolta non un semplice concerto ma un galà dell’Operetta, spettacolo musicale teatrale tra il comico e il sentimentale che alle arie della celebre Vedova allegra di Franz Lehàr intreccia le vicissitudini di una coppia non proprio…canonica: una trama divertente e leggera che si dipana come un viaggio a ritroso nel tempo nei favolosi anni della Belle Époque, con lieto fine assicurato. “Un atto d’amore verso l’Operetta, questo è lo spettacolo che proponiamo a San Giorgio” spiega Stefano Rossi, a nome della compagnia che lo vedrà in scena con i tenori Emanuele Cecconi, Paolo Loffredo e Federico Piermarini e i soprani Cristina De Carolis e Loretta Venditti, accompagnati al pianoforte dal maestro Domenico Poccia. Un gruppo di artisti cresciuto al Parco della Musica di Villa Battistini, prima col Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e ora col Briccialdi di Terni, e che ha maturato esperienze concertistiche e operistiche in Italia all’estero. Il concerto di giovedì a Rieti all’ex Chiesa San Giorgio è come sempre a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Rieti nell’ex Chiesa San Giorgio l’Operetta “La vedova…quasi allegra”,

Con Belle Époque si indica il periodo storico, socioculturale e artistico che ha interessato in particolare la Francia tra la fine del XIX secolo e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914. I limiti cronologici della “Belle Époque”, così come la definizione del termine, sono tuttavia ancora dibattuti dagli storici. Pur facendo riferimento all’esperienza francese,[1] questo periodo vide manifestazioni parallele con tratti molto simili non solo in altri paesi dell’Europa occidentale, ma anche in ambiti extra-europei, come gli Stati Uniti (la cosiddetta Gilded Age, “età dorata”) e il Messico (il “Porfiriato“); in Italia coincise, di fatto, prima con l’età umbertina (1878-1900) e poi con l’età giolittiana (1903-1914), mentre in Gran Bretagna con l’ultima parte dell’età vittoriana e l’età edoardiana.

Dopo la Grande Depressione del 1873-1896, la Francia, come altri paesi industrializzati, entrò in un periodo di sostenuta crescita economica nel contesto della seconda rivoluzione industriale guidata da settori innovativi come l’elettricità e l’industria automobilistica. L’espressione “Belle Époque“, diffusasi nel corso del XX secolo, testimonia una percezione un po’ distorta di un passato recente e abbellito retrospettivamente, ma che si basa tuttavia anche su alcuni fatti oggettivi come la stabilità politica durante la Terza Repubblica, una rapida crescita economica trainata da industrie d’avanguardia e orientata alla modernità, il miglioramento del tenore di vita medio della popolazione con un calo della povertà e lo sviluppo di attività ricreative e sportive, nonché l’affermarsi di un orgoglio nazionale rafforzato dalle nuove conquiste coloniali.

La modernizzazione della Francia nei primi anni del XX secolo non poté tuttavia cancellare un certo numero di difficoltà persistenti: il paese aveva da tempo perso il suo rango di seconda potenza economica mondiale a vantaggio della Germania e degli Stati Uniti mentre la relativa debolezza demografica provocava un progressivo invecchiamento della sua popolazione. Nonostante il miglioramento del tenore di vita, la società accusava ancora disuguaglianza e gerarchizzazione. Con “Belle Époque“, ci si riferisce soprattutto al modo di vivere di una borghesia trionfante, che si distingue dalle altre classi per la raffinatezza della sua vita oziosa, mentre non è sufficiente a mascherare la miseria dei lavoratori delle città e delle campagne. La popolazione, che si urbanizzava progressivamente, rimaneva prevalentemente rurale mentre il mondo del lavoro si stava organizzando attorno ai sindacati per avanzare nuove rivendicazioni e migliorare le proprie condizioni lavorative. Le disuguaglianze tra uomini e donne, ancora molto marcate, mostravano i primi segnali di emancipazione, soprattutto grazie all’accesso all’istruzione primaria dopo l’entrata in vigore delle leggi scolastiche.

Riunite di fronte all’ascesa del nazionalismo nel contesto dell’affare Dreyfus, le forze politiche di sinistra formarono una maggioranza allargata attorno ai radicali che condusse durante i primi anni del XX secolo ad una stabilità di governo senza precedenti, Negli stessi anni lo Stato riuscì ad emanciparsi definitivamente dalla Chiesa grazie ad un movimento di accelerata secolarizzazione della società culminato con l’approvazione nel dicembre 1905 della legge di separazione tra Stato e Chiese del 1905. La stampa visse in quel periodo il suo periodo d’oro e gli intellettuali svolsero un ruolo crescente nell’analisi di questioni politiche e sociali.

La Belle Époque fu un periodo di grande sconvolgimento culturale, scientifico e tecnologico; Parigi, la “Ville Lumiere”, in pieno cambiamento, si distinse tanto per la sua influenza artistica e culturale quanto per la sua modernità celebrata durante l’Esposizione Universale del 1900. Nella capitale francese si affermò l’uso dell’elettricità, si svilupparono nuovi mezzi di trasporto come la metropolitana e l’automobile, apparvero nuove forme di intrattenimento come il cinema, la cui prima rappresentazione pubblica ebbe luogo nel 1895. La Belle Époque vide anche lo sviluppo delle attività sportive la cui pratica, inizialmente, era riservata all’élite ma che si è democratizzata con la nascita degli spettacoli sportivi, del moltiplicarsi delle associazioni sportive e delle sponsorizzazioni.

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