martedì, Aprile 30, 2024
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“CRISTO DI PERIFERIA”: un miracolo contemporaneo al Teatro Manlio di Magliano Sabina

Un nuovo appuntamento molto atteso è in programma a Magliano Sabina al Teatro Manlio sabato 16 marzo ore 21: va in scena lo spettacolo CRISTO DI PERIFERIA scritto e diretto da Davide Sacco, interpretato da Francesco Montanari, grazie alla collaborazione tra il Comune di Magliano Sabina e ATCL – Circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio, e La Mirabilis Teatro Societas.

Cosa succederebbe se un nuovo Cristo nascesse oggi, in una qualsiasi periferia del mondo?

CRISTO DI PERIFERIA narra la storia di un giornalista “di un giornale che non esce in edicola” che viene inviato dal suo direttore in un circo di periferia per scrivere un articolo su un “povero Cristo” che, nella sua roulotte, trasforma l’acqua in vino e moltiplica i pani e i pesci.

Scettico, il giornalista arriva in questo circo bastardo, dove incontra personaggi fragili e surreali: Maddalè, che camminava sul filo prima di rimanere zoppa, e che adesso legge le carte e “colleziona sogni claudicanti”, il nano Giuda, che ha un tatuaggio per ogni dolore che la vita gli ha causato, il direttore, crudele e spietato, fino a conoscere quest’uomo dei miracoli, il “povero Cristo”.

Da quel momento in poi la storia scorrerà incessante e inesorabile, come una storia vera, di quelle che ognuno vorrebbe aver vissuto, come i numeri del circo, che nascondono le paure e le sofferenze dietro alle luci e alle risate.

Francesco Montanari – noto al grande pubblico con il ruolo de il Libanese nella serie “Romanzo Criminale” – narra con delicatezza e suggestione questa fiaba contemporanea, un racconto di umanità e debolezza, che si interroga sul valore dei miracoli oggi, sulla bellezza del mondo a volte così difficile da intuire, e sull’importanza dei sogni. Un racconto di fede, quella stessa fede che spinge il funambolo a continuare a camminare sulla corda, sospeso nel vuoto: la fede che supera la paura.

Magliano Sabina è un comune italiano di 3 486 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio

Territorio

Geograficamente nella Valle del Tevere, il comune di Magliano Sabina è dislocato tra Lazio ed Umbria. Il centro abitato sorge a 222 metri di altitudine su un terrazzo fluviale del Tevere. Il territorio è caratterizzato da un andamento collinare che precede il Subappennino (Monte Cosce e Monte Rosaro oggi chiamato Monte San Pancrazio). Il Torrente Campana o Aia di Campana, nel primo tratto scorre tra le colline di Cicignano e Collesala dove ne delimita il territorio comunale, l’omonima valle e l’antica strada Campana collegava il Tevere dove il torrente trova la foce. Il Torrente Aia, proveniente da Poggio Sommavilla, confluisce nel Tevere, circa frontalmente la foce del Treja nei pressi di Foglia.

Resistenza al nazifascismo

Nella prima guerra mondiale Magliano registra molti caduti al fronte.

Nel quadro delle lotte proletarie rivoluzionarie del Biennio Rosso nel regno d’Italia, tra il 1919-1920 a Magliano i contadini rivendicano i diritti sociali, scioperano e occupano le terre da coltivare e si scontrano con le squadre fasciste organizzate e promosse da Valentino Orsolini Cencelli. Durante il fascismo i territori dei comuni e delle province vengono modificati: Magliano passa dalla provincia di Perugia a quella di Roma (1923) e, nel 1927, a quella di Rieti[21].

Durante la lotta di liberazione dal nazifascismo nella valle del Tevere, nei pressi della Localita’ Frangellini[22] non lontano da Borghetto, frazione di Civita Castellana, avvenne un’azione legata alla resistenza, ricordata nelle memorie di Edmondo Marinelli, comandante partigiano del Btg. Giovanni Manni[23]– Brigata garibaldina A.Gramsci:

«Ai primi di novembre (1943) venuto a conoscenza che un caccia tedesco era stato abbattuto, da aerei alleati, con Mario Formaggi, Ultimo Bussoletti, Alverio Forti, ex carabiniere, Villemo Maggi, Luigi Commissari e Stefano Rossi ci recammo a Francellini (frazione del comune di Magliano Sabina nella valle del Tevere) vicino alla stazione di Civita Castellana[24]. Smontammo alla meglio due mitragliere, prendemmo su alla meglio qualche nastro di munizioni, e riposto tutto in un fascio di scopigli, le trasportammo di notte a Otricoli e a Gualdo. Potremmo renderle funzionanti grazie a Egisto Rossi, al quale avevamo recuperato a San Gemini un tornio che i tedeschi stavano trafugando in Germania[25][26]

Dalle Memorie di Edmondo Marinelli:

«Dopo la liberazione di Otricoli, Narni e Terni raggiunsi a piedi la mia famiglia a Gualdo.

La tregua duro’ poco, perche’ il giorno dei funerali di Tersilio Poggetti partigiano del “Manni”, ucciso dai tedeschi durante il rastrellamento sopra a Calvi dell’Umbria, ne rinvenimmo il corpo che una volta dissepolto venne riconosciuto da suo cugino Antonio Rossi grazie alla fibia dei pantaloni. La giustificata emozione fece scatenare l’ira di tanti antifascisti di Magliano Sabina che avevano subito il saccheggio e l’incendio delle loro case coloniche di proprieta’ del conte Cencelli e di quelli di Otricoli per le angherie subite.

Se la presero con l’agrario Gualtiero Birelli “Birellone” che fra l’altro aveva comandato gli squadristi durante gli incresciosi fatti di Magliano Sabina.»[27][28]

Periodo contemporaneo

Negli anni fra le due guerre mondiali Magliano beneficia di un’economia florida, ma con la guerra va verso un’inesorabile decadenza. Nel dopoguerra si riprende, ma nel 1956 una stagione inclemente colpisce l’agricoltura e spopola le campagne. I lavori per la costruzione dell’Autostrada del Sole (fine anni Cinquanta) portano lavoro e benessere. Dopo l’inaugurazione del casello dell’A1 (1963), Magliano conta intorno a 4.000 abitanti, che negli anni settanta scendono notevolmente a circa 3.500, per attestarsi a poco più di 3.800, quanti risultano oggi.

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