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Papa Francesco: la retorica bellicista è di moda, diamo concretezza alle attese di pace

Città del Vaticano-Papa Francesco incontra i partecipanti al primo colloquio tra il Dicastero per il Dialogo Interreligioso e il Congresso dei Leader delle Religioni Tradizionali e Mondiali e ribadisce che la brutalità dei conflitti in diversi Paesi del mondo sta uccidendo migliaia di persone: necessario ogni sforzo per poter dialogare e raggiungere l’armonia tra i popoli, nel rispetto delle diversità e della salvaguardia dell’ambiente-

Tanti, troppe voci, oggi, parlano di guerra. La retorica bellicista è purtroppo tornata di moda. È brutto questo. Ma mentre si spargono parole d’odio, le persone muoiono nella brutalità dei conflitti. Abbiamo bisogno invece di parlare di pace, di sognare la pace, di dare creatività e concretezza alle attese di pace, che sono le vere aspettative dei popoli e della gente. Si faccia ogni sforzo in tal senso, dialogando con tutti.

Papa Francesco torna a chiedere che si faccia il possibile per promuovere la pace e cercare strade di dialogo perché cessino le guerre che in diverse parti del mondo stanno uccidendo migliaia di persone. Dopo l’appello lanciato ieri durante l’udienza generale, il Papa invita ancora ad adoperarsi al più presto perché vengano meno violenze e orrori nel discorso ai partecipanti al Primo Colloquio tra il Dicastero per il Dialogo Interreligioso e il Congresso dei Leader delle Religioni Tradizionali e Mondiali – piattaforma nata in Kazakhstan che coinvolge leader religiosi ed esponenti del mondo della politica, della cultura, dei mezzi di comunicazione – incontro che, “nel rispetto delle diversità e con l’intento” di arricchirsi “vicendevolmente”, auspica possa essere un “esempio a non vedere nell’altro una minaccia, ma un dono e un interlocutore prezioso per la crescita reciproca”.

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI AL PRIMO COLLOQUIO TRA
IL DICASTERO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
E IL CONGRESSO DEI LEADER
DELLE RELIGIONI TRADIZIONALI E MONDIALI

Sala dei Papi
Giovedì, 4 aprile 2024

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Signor Presidente del Senato,
Eminenza, Eccellenze,
Autorità del Kazakhstan,
fratelli e sorelle,

Vi do il benvenuto in occasione del vostro Colloquio, che vede impegnati il Dicastero per il Dialogo Interreligioso e, da parte kazaka, il Congresso dei Leader delle Religioni Tradizionali e Mondiali, il Senato della Repubblica e il Centro Nursultan Nazarbayev per il Dialogo Interreligioso e tra le Civiltà. È per me motivo di gioia vedere in questo evento un primo significativo frutto del Protocollo d’Intesa stipulato tra il Nazarbayev Center e il suddetto Dicastero.

Questo incontro mi dà l’occasione di fare memoria del VII Congresso dei Leader delle Religioni Tradizionali e Mondiali, al quale ho partecipato nel 2022, recandomi ad Astana. Il Congresso è una piattaforma unica e ben sperimentata per il dialogo non solo tra responsabili religiosi, ma anche con il mondo della politica, della cultura, dei mezzi di comunicazione. È un’iniziativa meritoria, che ben corrisponde alla vocazione del Kazakhstan a essere Paese dell’incontro.

Oltre che nel viaggio apostolico, ho avuto modo di manifestare la mia vicinanza al popolo kazako in occasione della visita in Vaticano, lo scorso gennaio, del Signor Presidente della Repubblica, che tanto cortesemente mi aveva accolto nel Paese, e nell’incontro con S.E. il Sig. Ashimbayev, Presidente del Senato e Capo del Segretariato del Congresso, che partecipa al vostro colloquio come capo della Delegazione kazaka.

È necessario sostenerci nel coltivare l’armonia tra le religioni, le etnie e le culture, armonia della quale il vostro grande Paese può essere fiero. In particolare, sono tre gli aspetti della vostra realtà che vorrei sottolineare: il rispetto delle diversità, l’impegno per la “casa comune” e la promozione della pace.

Per quanto riguarda il rispetto delle diversità, elemento imprescindibile nella democrazia – che va costantemente promossa –, contribuisce molto a creare armonia il fatto che lo Stato sia “secolare”. Parliamo ovviamente di una sana laicità, che non mescola religione e politica, ma le distingue per il bene di entrambe, e che riconosce allo stesso tempo alle religioni il loro ruolo essenziale nella società, a servizio del bene comune. Inoltre, pace e armonia sociale sono favorite, nel vostro modello, da un trattamento equo e paritario delle diverse componenti etniche, religiose e culturali per quanto riguarda il lavoro, l’accesso agli uffici pubblici e la partecipazione alla vita politica e sociale del Paese, affinché nessuno si senta discriminato o favorito a motivo della sua specifica identità.

Circa il secondo punto – l’impegno per la salvaguardia del creato – sottolineo il tema che avete scelto: La nostra casa comune: un dono divino da amare e di cui prendersi cura. Tra i documenti di lavoro, oltre alla Laudato si’ e alla Laudate Deum, avete preso in considerazione il testo “2023-2033 Development Concept”, voluto dal Signor Presidente della Repubblica, che offre una visione panoramica del Congresso e delle sue attività nella decade a venire, con speciale attenzione alle questioni ambientali. È importante: il rispetto per il creato, infatti, è conseguenza irrinunciabile dell’amore per il Creatore, per i fratelli e le sorelle con cui condividiamo la vita sul pianeta, e in modo particolare per le generazioni future, nei riguardi delle quali siamo chiamati a tramandare un’eredità da custodire, non un debito ecologico da scontare. Auspico che la vostra iniziativa costituisca un importante contributo in questo senso.

Il vostro incontro ha infine una terza dimensione: la promozione della pace. Oggi tanti, troppi parlano di guerra: la retorica bellicista è purtroppo tornata di moda. È brutto questo! Ma mentre si spargono parole d’odio, le persone muoiono nella brutalità dei conflitti. Abbiamo bisogno invece di parlare di pace, di sognare la pace, di dare creatività e concretezza alle attese di pace, che sono le vere aspettative dei popoli e della gente. Si faccia ogni sforzo in tal senso, dialogando con tutti. Il vostro incontrarvi nel rispetto delle diversità e con l’intento di arricchirvi vicendevolmente sia di esempio a non vedere nell’altro una minaccia, ma un dono e un interlocutore prezioso per la crescita reciproca.

Cari amici, vi auguro di trascorrere giornate di fraternità, feconde di amicizia e di progetti di bene, e di condividere fruttuosamente i risultati del vostro lavoro. Su di voi invoco la benedizione dell’Onnipotente, amante della pace. Grazie!

Articolo di Tiziana Campisi – Fonte Vatican News

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