venerdì, Aprile 19, 2024
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Alessandro Neri, trovate le chiavi dell’auto: l’identikit dell’assassino

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PESCARA – Colpo di scena per quanto concerne le indagini relative all’omicidio di Alessandro Neri, il giovane scomparso dalla propria abitazione di Spoltore per poi essere trovato cadavere lo scorso 8 marzo. Le chiavi della sua auto, mai rinvenute finora, sono state trovate nella zona di Pescara sud, in prossimità del cimitero di San Silvestro. Questo nuovo elemento conferisce alle indagini una ben precisa direzione. Sono solo due, ad ora, alla luce di questo nuovo fatto le strade possibili. Il killer è di Pescara, conosceva bene Alessandro, che ha lasciato la propria auto in centro per poi incontrare il proprio assassino e salire sul suo veicolo. Seconda ipotesi: chi l’ha ucciso è tornato sui propri passi per far sì che le chiavi venissero rinvenute nel luogo del’abbandono del corpo per sviare le indagini. Anche in questo caso la persona o le persone che hanno posto fine alla sua vita lo conoscevano bene, l’hanno incontrato per un presunto chiarimento basato su motivazioni di tipo economico, sono saliti a bordo della Fiat del giovane per poi fermarsi sul luogo del delitto. Consumato l’omicidio, hanno condotto l’auto fino in centro a Pescara e solo di recente sono tornati sui propri passi per lasciare lì le chiavi. Si tratta di persona o persone che vivono o hanno dimestichezza con la zona, che conoscevano bene Alessandro Neri, e che per qualche motivo avevano la sua fiducia.  La madre del giovane, Laura Lamaletto, continua a lanciare appelli al killer nella speranza che si costituisca.  Ma anche lei sembra aver acquisito una certezza: l’assassino o gli assassini hanno le ore contate. Probabilmente è così. Il rinvenimento delle chiavi potrebbe essere un passo falso di non poco conto.  Dagli elementi emersi fino a questo momento, è chiaro che il giovane avesse una estrema confidenza con il proprio carnefice, che con grande disinvoltura lo ha incontrato, ucciso, per poi eliminare le tracce del proprio passaggio.  Laura Lamaletto ha più volte parlato di “assassini”, ha parlato di “mandante”. Ma qualcuno a Pescara sa, o intuisce, che cosa sia davvero successo. E forse non parla. La modalità con cui è stato ucciso Alessandro, tra l’altro non privandolo del telefonino cellulare, grazie al quale il suo corpo è stato poi trovato, fa pensare ad una sorta di avvertimento. Avvertimento a chi? Un colpo alla testa, letale, uno all’emitorace. Non c’è stato errore, Alessandro era una persona che doveva morire. Un chiarimento finito male, poi la morte del ragazzo. Il ritrovamento del corpo con il cappuccio della felpa abbassato sopra la testa.  Prima si è visto con qualcuno che conosceva e che non temeva. Debiti non pagati, soldi dovuti a titolo di credito, o cosa? La spietatezza con cui Alessandro Neri è stato eliminato fa riflettere. Non è stato un errore. Forse Alessandro non era disposto a dare ciò che l’assassino, gli assassini, o i mandanti, gli chiedevano. Un delitto, quello che vede come vittima il giovane di Villa Raspa di Spoltore, che assume, col passar dei giorni, chiare connotazioni, che riportano ad un movente economico. Affari, soldi, conti in sospeso. E ora appare chiaro che il killer o i killer vivono o operano comunque nella città di Pescara.

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