venerdì, Maggio 17, 2024
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Pamela Mastropietro, il teste ritenuto non attendibile non ci sta: “Ho detto la verita’. Ho il racconto di Oseghale”

mastropietro

MACERATA – Pamela Mastropietro, parla il teste  ritenuto non attendibile dalla Procura della Repubblica di Macerata in relazione al caso. “L’ho conosciuto in carcere. Ho impedito che venisse picchiato. Nei miei confronti si e’ sentito, credo, in obbligo. In piu’ di una occasione gli ho chiesto: “Ma ti sei reso conto di quello che hai fatto?” Mi ha raccontato che si conoscevano. Era una loro cliente, a suo dire, per quanto riguarda la droga. Pamela sapeva bene dove trovarli, ai Giardini Diaz. Avevano infatti un’amicizia in comune all’interno della comunita’ dove era collocata. Oseghale le aveva detto che non aveva a disposizione l’eroina e che doveva rivolgersi ad altri (Desmond Lucky).

L’ha mandata a comprare una siringa in farmacia”. Questa la testimonianza di Antonio Di Sabato, ex poliziotto che ha avuto modo di conoscere in carcere Innocent Oseghale, unico indagato in relazione all’omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa, fatta a pezzi, chiusa in due valigie per essere poi abbandonata nelle campagne di Pollenza. “Dopo l’acquisto della siringa – prosegue Di Sabato – si sono recati nell’appartamento di via Spalato. E’ arrivato Desmond Lucky. Con Oseghale Pamela ha avuto un rapporto sessuale. Dopo l’assunzione di eroina lei ha detto che aveva bisogno di riposare. Ad un certo punto la ragazza ha urlato che avrebbe chiamato la polizia, in quanto Desmond Lucky la stava molestando”.

E aggiunge: “Dal racconto che mi ha fatto Oseghale, Desmond Lucky avrebbe bloccato la giovane, mentre Innocent le infliggeva le coltellate. Pamela a questo punto sarebbe caduta a terra. Oseghale avrebbe chiesto all’altro di aiutarlo a farla a pezzi. Desmond Lucky avrebbe rifiutato di adoperarsi in tal senso dicendo: “Falla a pezzi tu, poi ci facciamo il brodo”.

“Oseghale – prosegue Di Sabato – conosceva perfettamente la lingua italiana. In carcere mi parlava sempre all’orecchio. Dopo aver ucciso Pamela ha chiamato due persone. L’ha fatta a pezzi e messa nei trolley”.

La testimonianza dell’ex poliziotto e’ stata ritenuta non attendibile dalla Procura della Repubblica di Macerata, con le seguenti motivazioni:

“Non vi è ragione per richiedere l’audizione come teste del DI Sabato nel dibattimento in corso, poiché le sue dichiarazioni non appaiono rilevanti ai fini dell’accertamento della responsabilità dell’ OSEGHALE in relazione ai reati a lui ascritti, anche perché non confortate da apprezzabili riscontri esterni .

lnnanzitutto, desta perplessità la circostanza che il DI SABATO, già appartenente al Corpo della Polizia di Stato, abbia taciuto per circa un anno le presunte significative informazioni de relato di cui era in possesso, acquisite durante il periodo di comune detenzione PER UNA SOLA SETTIMANA insieme aii’Oseghale, senza mai rivolgersi ad organi di p.g. o a questo Ufficio.

Egli, peraltro – solo agli inizi del mese di marzo scorso, come da lui dichiarato ai CC – si è rivolto ad un giornalista di una emittente privata – Rete4 ossia Remo CROCI, rilasciando un’ intervista dadivulgare solo dopo l’eventuale formale audizione,ora avvenuta. Nel merito, le dichiarazioni che I’Oseghale gli avrebbe reso nella settimana in cui i due sono stati detenuti nella stessa cella non appaiono rilevanti sul piano probatorio, in quanto:

dal traffico telefonico riguardante i telefoni mobili in uso a OSEGHALE lnnocent, Lucky DESMOND e AWELIMA Lucky – come verificato dai CC diMacerata-non risulta che i tre si siano mai recati nella zona di Corridonia ove è collocata la sede della Pars;

– dalle dichiarazioni in atti dei testi ZAMORA  e MERCURI  emerge che  la MASTROPIETRO chiese loro dove in Macerata avrebbe potuto approvvigionarsi di sostanze stupefacenti.

Tale richiesta non avrebbe avuto senso se la MASTROPIETRO avesse già avuto rapporti di conoscenza con i tre cittadini nigeriani sopra specificati.

Per le ragioni appena evidenziate,si reputa che sia ragionevolmente da escludere che la MASTROPIETRO e I’OSEGHALE abbiano avuto tra loro rapporti di conoscenza prima del 30.1.18(correlati alla fornitura di sostanze stupefacenti effettuate dall’odierno imputato in favore della defunta MASTROPIETRO presso la sede della comunità Pars di Corridonia).

Quindi, le dichiarazioni del DI SABATO non possono ritenersi rilevanti ai fini dell’accertamento della responsabilità dell’ OSEGHALE (unico imputato nel processo in corso) in relazione ai delitti a lui ascritti e, non essendo idonee a giustificare una richiesta di audizione ex art. 493, comma 2, c.p.p. ,poiché nulla aggiungerebbero a quanto già acclarato .

Del resto, il DI SABATO riferisce notizie apprese non a seguito di esplicita confessione extragiudiziale fattagli daii’OSEGHALE, ma a seguito di un gesto fatto dall’OSEGHALE in sua presenza ,che lui ha interpretato : cfr. p. 2 del verbale di audizione del 30.3.19, dove si legge :”(..}senza parlare, con la mano · taceva il gesto -almeno due volte – dell’accoltellamento che aveva effettuato in danno di Pamela, muovendo il braccio .CON QUESTO GESTO INNOCENT mi fece intendere che – mentre Desmond teneva bloccata Pamela, lui ha provveduto ad accoltellarla( ..)”.

Orbene, dichiarazioni del genere non appaiono idonee a sostenere in modo credibile e ragionevole l’assunto accusatorio”.

Ma lui non ci sta. L’ex poliziotto non accetta di essere ritenuto non attendibile sulla base delle seguenti motivazioni:

“Non mi sveglio la mattina con l’intento di inventarmi una storiella per andare in televisione. Non bisogna partire da pregiudizi.Io non ho alcun interesse in questo caso. Ho detto la verita’. Ho solo riferito un racconto che mi e’ stato fatto in carcere. Bisogna conoscermi prima di affermare che io non possa essere ritenuto attendibile. Non ho parlato prima in via ufficiale perche’, appunto, non ero a conoscenza del caso e, soprattutto, dei suoi dettagli. Forse avrebbero dovuto sentirmi come hanno sentito gli altri detenuti. Non ho alcuna mira dal punto di vista mediatico, ne’ politico. Quando mi sono reso conto del fatto che la mia testimonianza poteva essere importante, l’ho resa”.

Di Sabato ci tiene inoltre a precisare che, non appena Oseghale era entrato in carcere a Marino del Tronto, si era confidato con lui e che di conseguenza, l’uomo si era rivolto agli agenti di polizia penitenziaria per riferire quanto appreso. Gli sarebbe stato detto che la magistratura era gia’ a conoscenza dei fatti.

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