mercoledì, Maggio 29, 2024
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Persecuzione religiosa dei testimoni di Geova: dopo la Russia ora anche la Cina

A leggere le cronache attuali sulla persecuzione dei testimoni di Geova in varie zone del mondo, sembra di rivivere la triste vicenda di Michele Serveto, un antitrinitario umanista del ‘500 inviso sia a cattolici che protestanti, i quali non smisero mai di dargli la caccia, tanto da essere poi definito dopo la sua morte sul rogo “l’eretico di tutti”.

Alcuni mesi fa, a proposito del bando dei testimoni di Geova in Russia, il PCC cinese in un articolo pubblicato su un sito vicino al partito, mostrava tutto il suo compiacimento per la decisione del governo russo di mettere fuorilegge il movimento nel 2017. “È ragionevole che i Testimoni di Geova siano rigorosamente controllati o addirittura completamente banditi” si leggeva nell’articolo menzionato nel sito www.bitterwinter.org .

Nessuna sorpresa per la verità, visto che gli organi del partito da sempre lavorano costantemente per reprimere i vari gruppi religiosi non graditi al Partito. In quel preciso momento si precisava che i testimoni di Geova in ogni caso, non erano catalogati come xie jiao in Cina. Le cose sembrano cambiate secondo quanto riferisce sempre lo stesso sito diretto dal sociologo Massimo Introvigne. Che cosa significa essere considerato xie jiao dal PCC?  Il termine è tradotto erroneamente “setta malvagia” ma significa letteralmente “movimenti eterodossi”. E’ un termine antico e definisce quei movimenti non “veramente religiosi” e pericolosi, al giorno d’oggi per il PCC. Insomma il partito decide in maniera arbitraria chi è cristiano in maniera ortodossa e chi invece eretico.

Per i testimoni di Geova sembra scattata l’incriminazione con l’applicazione dell’articolo 300 che punisce con pene da 3 a 7 anni di reclusione o più coloro che “usano” uno xie jiao. Basta avere delle pubblicazioni classificata xie jiao per essere incriminati. Di cosa sono accusati in pratica? Il sito www.bitterwinter.org afferma: “L’accusa spiega che l’organizzazione xie jiao “Testimoni di Geova” ha violato le norme nazionali di gestione delle religioni, stabilendo una comunità a Korla che ha reclutato 63 persone, usando illegalmente il nome del cristianesimo, divinizzando “Geova”, diffondendo superstizione ed eresia, […] avvalendosi di incontri regolari per controllare il pensiero dei credenti e per raccogliere denaro, influenzando la normale credenza religiosa delle masse”. L’accusa menziona anche “crimini” specifici dei Testimoni di Geova normalmente non attribuiti ad altri xie jiao. Questi consistono nel «sostenere e propagandare i pensieri della cosiddetta “neutralità politica”, non frequentare l’educazione patriottica, rifiutare il servizio militare (inclusa la partecipazione all’addestramento militare), non aderire al Partito Comunista, alla Lega giovanile, non fare l’alza bandiera, non cantare l’inno nazionale e non salutare la bandiera nazionale”. Accuse secondo Introvigne, che non trovano ragione d’essere in America e in Europa e in altre nazioni sebbene la neutralità politica e militare caratterizzi i testimoni di Geova di ogni Paese del mondo. Naturalmente la persecuzione in Cina nei confronti delle religioni non stupisce nessuno purtroppo e comprende cattolici, evangelici , musulmani, buddisti e taoisti.

Proprio pochi giorni fa il Segretario di Stato Mike Pompeo e l’ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa nel mondo Sam Brownbanck hanno presentato l’annuale Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo 2019, stilato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e riferito all’anno 2018. Pompeo ha indicato la Cina, insieme all’Iran, come il luogo peggiore del mondo per chi appartenga a una religione minoritaria, “dal momento che le minoranze religiose sono considerate minacce alla sicurezza nazionale, tali da guadagnarsi sorveglianza, arresti e talvolta la morte”.

 

Foto tratta dal sito www.bitterwinter.org

 

Roberto Guidotti

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