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Investitori in fuga dall’ILVA di Taranto: ennesima grana per il governo

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“Sono molto preoccupato per la decisione di Arcelor Mittal di recedere dal contratto per l’affitto e l’acquisto dei rami di azienda di ILVA.
La decisione del gruppo determina conseguenze gravissime per i lavoratori, per la città di Taranto e per la produzione di acciaio in Italia.
La responsabilità è tutta del governo che, con il recentissimo voto di fiducia, ha imposto alle Camere l’eliminazione della protezione legale che era stata attribuita agli investitori per realizzare il loro piano ambientale a Taranto.

La sete vendicativa e giustizialista dei grillini, la loro morbosa passione per le manette unita alla loro anima nemica dell’impresa, dello sviluppo ed anche dell’ambiente questa volta ha avuto successo, anche perché è stata assecondata dagli altri partiti della sinistra, dal PD di Zingaretti a Leu di Bersani ad Italia Viva di Matteo Renzi.

Anche questa volta sono i più deboli, i lavoratori e le famiglie di Taranto che – per i capricci della sinistra – vedono messo in pericolo il loro futuro lavorativo ed anche il risanamento ambientale dell’area.
L’Italia rischia di perdere un polo produttivo strategico a tutto vantaggio della concorrenza straniera.Credo davvero che il governo debba riferirne immediatamente al Parlamento. Ancora una volta si dimostra che solo Forza Italia e solo il centro-destra sono in grado di mettere in campo un governo amico delle imprese, della stabilità e della certezza del diritto”.

Così Silvio Berlusconi in una nota relativamente alla decisione di ArcelorMittal di lasciare l’Italia, rescindendo l’accordo per acquisire le acciaierie ex Ilva di Taranto e alcune controllate stabilito il 31 ottobre. Lo stop allo scudo penale per gli ex manager e i provvedimenti del Tribunale di Taranto sono per la società tra le ragioni che giustificano il recesso. L’annuncio allarma subito i sindacati: “Una bomba sociale”, ed è scontro tra il gruppo angloindiano e il governo. 

“La decisione di Mittal – commenta Matteo Renzi – di disimpegnarsi da Taranto è inaccettabile. Il Governo deve da subito togliere alla proprietà ogni alibi eliminando gli autogol come quello sulla immunità.
Indipendentemente dagli alibi, Taranto ha bisogno di un futuro e il futuro passa anche dall’acciaio. Ho firmato numerosi decreti per tenere aperta Ilva, mi sono preso di assassino da alcuni ex compagni di partito, ho subito contestazioni pesantissime. Rifarei tutto. Perché oggi il piano di risanamento c’è. E Taranto non può fare a meno dell’Ilva. Quello dell’immunità è un alibi che va tolto dal tavolo subito. Tutti, Governo e proprietà, devono mantenere gli impegni. I cittadini di Taranto lo hanno fatto. I lavoratori dell’Ilva lo hanno fatto. Adesso tocca a Governo e Mittal: non si scherza con il lavoro delle persone”.

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