martedì, Maggio 14, 2024
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Odio e intolleranza religiosa: minacce sempre in agguato

Si dice che nei momenti di crisi sociale e politica, avere o creare un nemico sia importante: si ricompattano le schiere, si distoglie l’attenzione verso i problemi veri e forse irrisolvibili e si dimostra un presunto intuito verso il pericolo insorgente.

L’avversione per gli ebrei, già utilizzata dalla Chiesa con un potente argomento, il deicidio, divenne uno strumento di propaganda potentissimo, rafforzato dalle teorie razziste. Le falsità sugli ebrei cospiratori e male del mondo, secondo la linea tracciata dai Protocolli dei Savi di Sion, sfociarono nella tragica vicenda nazista con le conseguenze nefaste che tutti conosciamo.

Anche oggi secondo alcuni, additare un gruppo, una fascia di persone una “categoria” specifica, tipo i migranti come spauracchio per la sicurezza nazionale è oltre che un diversivo, un modo per attrarre a sè i beneplaciti di molti o come si dice da un po’ di tempo “la pancia” del Paese.

Non sappiamo come si collochino alcune cronache avvenute nei giorni scorsi che hanno come protagonisti/vittime i Testimoni di Geova, per l’appunto una minoranza religiosa. Qualcosa di inquietante sembra di ravvisarlo subito.

Un candidato sindaco di Bovolenta, un paese di 3.500 abitanti in provincia di Padova, è finito nel registro degli indagati per il reato di istigazione all’odio religioso. A settembre, secondo quanto riportato dal Gazzettino di Venezia Mestre, su Facebook aveva attaccato i Testimoni di Geova con queste frasi: “Prima le priorità di Bovolenta, se sarà necessario per fare avere qualcosa in più ai cittadini, si potrà valutare la demolizione o il cambio d’uso del tempio per i Testimoni di Geova. La ruspa la so guidare”. Inoltre, il rifiuto delle trasfusioni da parte dei testimoni di Geova veniva additato come uno dei motivi per cui “il tempio a loro destinato sarà usato per altri fini sociali a favore del paese o sarà demolito”.

Negli ultimi tempi i politici hanno compreso bene quanto sia efficace la propaganda politica su Internet e specialmente sui social. Con poche righe scritte spesso da “esperti” si raggiungono centinaia di migliaia di utenti e si veicolano  messaggi semplicistici che spesso hanno come soggetto più che i buoni propositi da realizzare, gli avversari, i nemici o i presunti pericoli imminenti per la comunità. Anche chi non ha disposizione un costoso staff, può in ogni caso inviare messaggi contro qualcuno, scegliendo comodi e facili bersagli come potrebbero essere i testimoni di Geova e altre minoranze. Insomma, catalizzare l’attenzione su qualcuno o qualcosa sperando di accattivarsi il pubblico, gli elettori, gli utenti, gli “amici”, i follower e chi potrebbe pensarla in maniera opposta rispetto ai soggetti presentati. Poi lo insegnava pure Macchiavelli: la religione intrumenti regni, è sempre comoda in questi casi.

Peccato che in questo caso sia sfuggito che i Testimoni di Geova siano la seconda confessione cristiana tra i cittadini italiani e abbiano ottenuto il Riconoscimento Giuridico dallo Stato Italiano nel lontano 1986. La stessa confessione opera per il benessere educativo e civile della società, come dimostrato da sondaggi tra gli aderenti resi noti periodicamente. Sono stati decine di migliaia quelli che hanno beneficiato dal recupero sociale di tanti tramite l’adesione al credo. Inoltre i testimoni di Geova per curarsi (ma non solo loro) utilizzano tecniche alternative alle emotrasfusioni da decenni, come preso atto anche dalla stampa in questi ultimi tempi.

L’odio religioso in genere è invece portatore di divisioni, conflittualità se non di scontri, violenze e morte come testimonia un passato nemmeno tanto lontano. Diceva Blaise Pascal: “Non si fa il male così pienamente e allegramente come quando lo si fa per coscienza religiosa.” Incitarlo, qualunque sia il motivo, è una sconfitta per tutti e non solo per i destinatari, specialmente in un’epoca dove la paura sembra dominare le menti delle persone e la razionalità sembra svanire di fronte all’insicurezza reale o costruita.

Lo stesso candito sindaco si è poi scusato e “postato” sul suo profilo che “l’odio non appartiene alla mia persona”, più alcune interviste a giornali locali dove si scusa per le sue frasi e ribadisce che “il disprezzo per persone di religione diversa da quello che professo non fanno parte del mio essere”. In relazione al post sulle ruspe ha dichiarato che “deve essere interpretato in modo chiaro senza vedere un reale e concreto pericolo per i testimoni di Geova”.

Meglio rimanere vigili in ogni caso e condannare senza mezzi termini chi supera l’asticella del normale e civile confronto dialettico. Si sa, lo illustrò pure il pittore spagnolo Goya: Il sonno della ragione genera sempre nuovi mostri.

Foto tratta da Wikipedia

Roberto Guidotti

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