Anticipazioni per “L’altro ‘900” del 30 dicembre alle 21.15 su RAI 5: Curzio MalaparteCon lo scrittore Nicola Lagioia e la regista Liliana Cavani
“È stato un anticipatore, “La pelle” è un libro basato sui fatti, una prova di autoficion in anticipo sui tempi”. Così lo scrittore Nicola Lagioia su Curzio Malaparte, protagonista dell’ultima puntata della serie di Rai Cultura “l’altro ‘900”, firmata da Isabella Donfrancesco con la collaborazione di Alessandra Urbani per la regia di Laura Vitali e Diego Magini, in onda lunedì 30 dicembre alle 21.15 su Rai5. Dopo il documentario, il film “Il Cristo proibito” – con Rina Morelli, Raf Vallone, Anna Maria Ferrero – per il quale Malaparte firmò il soggetto, sul tema della vendetta, la regia e persino le musiche. Alla voce di Nicola Lagioia, si aggiungono anche quelle di Giordano Bruno Guerri e Liliana Cavani che nella puntata ragionano intorno alla controversa figura dello scrittore, nato nel 1898 a Prato come Kurt Erich Suckert, dopo una vita avventurosa nella quale fu soldato, giornalista, intellettuale d’intervento, fascista della prima ora, comunista, ateo e infine protagonista di una clamorosa conversione. Come ebbe a dire Alberto Moravia “Malaparte era un personaggio, prima che uno scrittore. Un individualista assoluto”. “Il vero arcitaliano – afferma Giordano Bruno Guerri -, pronto a qualunque avventura. Per questo, come molti della sua generazione che avevano preso parte alla Grande Guerra, si tuffò nel Fascismo”. Scrittore espressionista, Malaparte, accantonato per oltre un ventennio dopo la morte, viene riscoperto in anni recenti come uno degli autori più interessanti del Novecento. “La pelle – dice la regista Liliana Cavani che dal romanzo trasse il film omonimo nel 1981 interpretato da Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale e Burt Lancaster – è un racconto in presa diretta tra le macerie di una città appena liberata. Qui la barbarie attraversa le strade, i vicoli, le storie dei singoli, vincitori, vinti e liberatori. Ma i napoletani, benché feriti, non si sentirono mai un popolo di vinti. L’antica dignità della città prevalse anche nelle situazioni più estreme e denigranti”. Malaparte racconta tutto senza giudicare, mettendo in fila i fatti da vero cronista di rango.
Riscoperto e apprezzato in anni recenti anche da Milan Kundera, Malaparte appartiene di certo alla grande genealogia letteraria europea, quella che passa da Proust, Zola, Maupassant, Céline. Presenza onnivora e ingombrante nelle cronache del secolo, resta per molti versi una figura inesplorata, dai contorni spesso ambigui, le cui pagine di accesa bellezza meritano oggi una attenta rilettura critica.
Lucia Mosca è giornalista iscritta all'albo. Dal 1994, collabora regolarmente con riviste e quotidiani tra i quali Il Messaggero (dal 1994 al 1998 a Macerata, per la cultura , dal 1999 al 2002 a San Benedetto del Tronto, per la cronaca bianca, dal giugno 2005 al luglio 2007 ad Ancona per la cronaca nera e giudiziaria ), La Rucola, periodico maceratese di cronaca, cultura, satira
(dal 1996 al 1998 a Macerata), Il Piceno, periodico della Provincia di Ascoli
Piceno (2002 – 2003). Le esperienze più significative: dal dicembre del
2003 collabora con Il Resto del Carlino di Ascoli Piceno, testata per la quale
si occupa di cronaca, politica, cultura, spettacolo, sanità, sindacale,
inchieste, con servizi anche per il regionale. Il 5 gennaio 2005 conclude la
propria esperienza di stagista (della durata di 6 mesi).
Un mese dopo riprende la precedente collaborazione con Il Messaggero di
Ascoli Piceno seguendo la politica locale, la cultura e la cronaca bianca con
servizi anche per il regionale. Nel giugno 2005 si sposta su Ancona, dove
si occupa per Il Messaggero di cronaca nera e giudiziaria. Dal 2006
collabora con La Stampa di Torino per la cronaca nazionale. Dal 3 agosto
2009 è direttore del quotidiano in edicola Il Giornale24ore, su Teramo e
provincia. Il contratto ha la durata di poco meno di un anno per chiusura
della testata. E’ stata direttore della sezione giornalistica di Tvp, canale 119
del digitale terrestre nell'anno 2015. Ora direttore della testata giornalistica
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