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“Tortoreto come Bibbiano”? Dettagli e “inquietanti” sviluppi della vicenda

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TORTORETO – Il 30 gennaio il 14enne che il Tribunale dei Minorenni de L’Aquila ha disposto (senza che finora sia stato ascoltato) venga collocato presso la madre e che il Servizio sociale ha già cercato di portare via dalla sua casa di Tortoreto, potrebbe essere costretto a lasciare l’abitazione presso la quale risiede con il padre, a cui è legatissimo. Il minore ha chiesto di essere sentito dal Giudice perchè vuole rimanere con il papà. Il padre, attarverso i propri legali, sta conducendo una battaglia in difesa dei propri figli, ricevendo da tutta Italia la solidarietà di padri e madri, di Associazioni e di singoli, che avvertono la disfuzione delle istituzioni che dovrebbero tutelare il diritto dei figli alla bigenitorialità e dei genitori ad un giusto processo. 

Di recente è emerso che Cecilia Angrisano, presidente del Tribunale per i Minorenni de L’Aquila, che ha disposto di far portare via il bambino, prende parte ai convegni del Cismai (Coordinamento Italiano Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia), tra i quali, lo scorso 18 ottobre “La tutela ai margini. Quali interventi sostenibili” .

Com’è noto, tra i principali sostenitori del Cismai c’è da sempre lo psicoterapeuta Claudio Foti, della onlus Hansel e Gretel, al centro delle indagini sugli affidi di Bibbiano.

La stessa onlus, come rivelato da fonti di stampa, sarebbe stata iscritta per anni proprio al Cismai.

Ora, senza entrare nel merito e senza in alcun modo voler instillare dubbi di alcun tipo, la cosa certa è che forse, in alcuni, potrebbe destare qualche perplessità la partecipazione del presidente del Tribunale per i Minorenni de L’Aquila ai convegni del Cismai.

La segnalazione arriva anche dal web e per la precisione da Facebook:

È importante – si legge in uno dei post – salvare questo ragazzo (il 14enne di Tortoreto). Chi può è invitato a testimoniare con la propria presenza la vicinanza al minore.
Ricordiamo che il Tribunale dei Minorenni de L’Aquila è presieduto da una giudice che partecipa ai convegni del CISMAI, associazione di cui Foti (“Hansel e Gretel”, Bibbiano) era uno dei principali sostenitori. Il CISMAI, il cui metodo non è riconosciuto dalla comunità scientifica, ha avuto modo di formare anche dei magistrati, sempre con l’idea cardine che l’abuso sessuale sia diffuso capillarmente e che esista anche qualora il minore non lo riveli. Ecco che l’operatore dovrebbe comprenderlo, con il cosiddetto “approccio empatico” (tipo Foti che, per accusare di abusi un padre vide in un disegno di un bimbo un membro maschile a più punte, mentre un legale cagliaritano capì che si trattava del famoso personaggio animato Goku, che i bambini adoravano”.

Nel corso di una intervista rilasciata sul caso Bibbiano a L’Avvenire, Gloria Soavi, che presiede il Cismai, ha detto:

“Il Cismai si rivolge agli operatori, ovvero medici, psicologi, assistenti sociali ed educatori, e questi si associano volontariamente. Se poi qualcuno di questi nella sua professione è chiamato come consulente tecnico (Ctu) dai magistrati, ciascuno in scienza e coscienza ha una responsabilità individuale. Se un medico sbaglia – ed è possibile – non è colpa dell’Ordine dei medici. Poi bisogna anche distinguere tra errore e dolo: sono cose diverse”.

Nel corso di un’altra intervista riportata sul sito del Cismai la Soavi sostiene che l’accusa a Cismai abbia un obiettivo più ampio: mettere in discussione (“Distruggere”, specifica la presidente) il sistema della tutela a cominciare dagli affidi. Soavi spiega che non tutti sono d’accordo con l’approccio del Coordinamento: “Noi sosteniamo che i maltrattamenti e gli abusi esistono, e che il loro numero sia sottostimato. Questo non significa che cerchiamo – come ci accusano – il maltrattamento dove non c’è, come fosse una caccia alle streghe. L ‘abuso sui minori di età è un reato particolarmente odioso che l’opinione pubblica fatica a credere ed è comprensibile. Tuttavia quello a cui noi ci riferiamo sono i dati scientifici, non nostre interpretazioni”.

La cosa certa, in tutto ciò, è che il 14enne di Tortoreto, di cui stiamo seguendo il caso, rischia di essere portato via dal padre il 30 gennaio senza essere mai stato finora ascoltato e senza che il genitore abbia avuto modo di difendersi come sarebbe giusto che fosse. Da quanto è stato possibile apprendere, si starebbe organizzando una mobilitazione di cittadini intenzionati ad essere presenti quel giorno per dare forza e sostegno a padre e figlio.

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