mercoledì, Maggio 29, 2024
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Mohamed: “Non ho ucciso Samira”. Il legale della difesa incontra l’indagato

samira

di Anna Maria Cecchini

A 100 giorni dalla scomparsa della mamma di Stanghella, Samira El Attar, attendiamo solo l’epilogo di questa vicenda che sembra ad oggi, dato il corpus degli elementi rinvenuti, resi da noi pubblici nei scorsi articoli, possa essere archiviata sotto la voce femminicidio. Mohamed Barbri, interrogato il 24 Gennaio scorso dal pubblico ministero polesano Francesco D’Abrosca, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso, dal carcere di Rovigo, dichiarazioni spontanee, proclamandosi innocente.

Del resto, come ha spiegato l’avvocato Pizzi con un fascicolo di duemila pagine da studiare, era ovvio che il suo assistito non rispondesse all’interrogatorio di garanzia.

Daniele Pizzi incontra Mohamed

Determinante, per uscire dall’impasse, l’attività dell’avvocato difensore Daniele Pizzi, che oggi ha ha avuto, per la prima volta, un colloquio di due ore con il suo assistito presso la procura di Rovigo. Pizzi ha scelto di incontrare Mohamed, indagato per il presunto omicidio ed occultamento di cadavere di sua moglie Samira, da solo, senza la “distrazione” dell’interprete, nel tentativo di stabilire anche un contatto umano, al di là del rapporto professionale che lo lega all’uomo. L’avvocato ha dichiarato di essere sicuro che nei prossimi giorni si avrà una svolta sul caso di Samira, in quanto ha spiegato a Mohamed la situazione in cui si trova, aggravata dal suo viaggio in Spagna del 1 Gennaio.

A tal proposito l’uomo ha giustificato la sua partenza repentina delle 6.00 di mattina, privo del proprio cellulare, dicendo di dover seguire una pista, dal momento che a suo dire aveva avuto l’informazione che Samira era stata avvistata in suolo ispanico.

Mohamed : “In Spagna cercavo Samira”

Mohamed quindi ha dato questa risposta all’avvocato Pizzi circa il suo allontanamento dall’Italia, avvenuto proprio quando sua figlia Sara, affidata alla nonna materna, acquisendo familiarità, stava iniziando a confidarsi e aveva parlato della mamma pure con una sua amichetta di asilo, lasciando trapelare verità importanti, ai fini dell’indagine. E’ vero che Mohamed, al momento dell’arresto, il 13 Gennaio a Madrid, era in possesso del biglietto per il ritorno in Italia e che ha prodotto ricevute di pagamento degli alberghi dove ha trovato sistemazione (al check-in registrazioni superficiali immaginiamo, data l’assenza di segnalazioni fino al suo arresto). Questo, come ci dice l’avvocato Pizzi, sembrerebbe testimoniare l’assenza di contatti in Spagna e l’assenza di volontà di raggiungere il vicino Marocco e far perdere definitivamente le proprie tracce.

Mohamed sembra aver compreso di aver contribuito, con la sua condotta, a sospettare maggiormente circa il suo probabile coinvolgimento nella scomparsa e morte di sua moglie.

L’intervista cognitiva dell’avvocato Daniele Pizzi

L’avvocato ha ripercorso, con l’assistito, gli accadimenti della notte del 21 ottobre e ha cercato, in un confronto serrato, di mostrare le incongruenze tra l’attività investigativa degli inquirenti, che da tre mesi stanno indagando, e le molteplici, discordanti versioni rilasciate dall’uomo, in più occasioni, anche durante le dirette tv, fin dalle primissime ore dalla scomparsa di sua moglie Samira, quando ad esempio 1) disse di non essere in zona mentre invece tramite l’app di google maps il suo telefono è stato rintracciato in un range temporale di 3 ore, dalle 3:59 alle 7:01 2) riferì di aver tempestivamente denunciato la scomparsa e di essersi recato dai Carabinieri di Bara e Solesino, ma ai Comandi non risulta registrata la sua presenza 3) asserì di essersi recato al lavoro il giorno della scomparsa ma sappiamo da registrazioni telefoniche che non si presentò 4) la deviazione delle chiamate rivolte a Samira sul suo telefono 5) all’inizio disse che Samira era stata rapita poi fece un’appello e chiese alla moglie di ritornare a casa, parlando di allontanamento volontario.

1000 versioni contrastanti, bugie, ritrovamenti ad arte che gli inquirenti riconoscono come tentativi di depistaggio, una personalità definita paranoica, in grado di piangere e passare al sorriso in pochi attimi, la sua. Conosciamo inoltre dalla testimonianza di un’amica di Samira particolari aghiaccianti, di cui abbiamo riferito nell’articolo precedente. Acclarate le sue dipendenze, la violenza, la gelosia morbosa, la mania di controllo, le liti, le botte.

Una foto che lo ritrae sorridente a poche ore dalla scomparsa della moglie è inquietante. L’avvocato Daniele Pizzi, quindi ha riferito stamattina, al suo assistito anche le deposizioni segretate a cui lui ha avuto accesso, delle 15 persone che hanno dato molti elementi agli inquirenti e che sono richiamate nell’ordinanza di custodia cautelare.

Mohamed piange e chiede di Sara

Il difensore ha oggi dichiarato che Mohamed finalmente sembra aver compreso la gravità della sua situazione ed il fatto che rischia il carcere a vita. Mohamed ha pianto e ha chiesto di Sara sua figlia, teme di non poterla più rivedere.

Il legale lo ha rassicurato che la bimba sta bene e gode delle cure amorevoli della nonna materna e della zia, insieme soggiornano ancora nella casa di Mohamed e Samira. Sappiamo che il Tribunale dei Minori di Venezia ha istruito un procedimento per verificare l’idoneità dello zio materno che ha richiesto la custodia della piccola.

L’avvocato ha voluto confrontarsi su tutta la vicenda con Mohamed prima di riesaminare gli atti e valutare la possibilità di rintracciare delle argomentazioni valide che possano sorreggere l’istanza di scarcerazione. Mohamed continua a dichiararsi estraneo ai fatti.

Da un’indiscrezione trapelata, sappiamo che in cella Mohamed parla molto e continua a proclamarsi innocente con il suo compagno e a dimostrarsi preoccupato per Sara.

Linea difensiva di Daniele Pizzi

L’avvocato sta cercando di limitare i danni. Stamattina ha incontrato il suo assistito per renderlo partecipe ed assicurarsi che abbia compreso la gravità della sua situazione.

É sicuro che a giorni sì avrà una svolta. Presto verrà interrogato di nuovo e se deciderà di parlare non potrà scegliere le domande degli inquirenti. L’interrogatorio verterà sulle sue 1000 versioni fin’ora date e le verità omesse da Mohamed che non hanno mai trovato un riscontro nell’attività investigativa della Procura di Rovigo.

Se è innocente, decidendo di parlare e di dire la verità, potrà aiutare gli inquirenti nella loro attività investigativa. Se è colpevole, la sua confessione restituirà un corpo su cui piangere ad una madre che da 100 giorni ha un macigno nel cuore ed ha visto la sua vita e quella della sua famiglia cambiare per sempre. Dalla scorsa settimana, reparti addestrati dei vigili del fuoco sono tornati di nuovo a perlustrare sia il fiume Garzone che i luoghi di aperta campagna limitrofi alla casa di Mohamed e Samira. La ricerca è volta ai pozzi artesiani e si stanno perlustrando le zone dove compaiono i tubi di scolo delle acque, dopo le confidenze di Sara alla sua amichetta d’asilo, quando raccontò di tubi neri, del cappello volato giù, delle botte, della sua mamma.

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