lunedì, Giugno 17, 2024
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Lotta alla pandemia, idrossiclorochina introvabile in farmacia. Ma le soluzioni ci sono

coronavirus

Lotta alla pandemia, idrossiclorochina introvabile in farmacia. L’Italia, duramente colpita subito dopo la Cina dal terribile virus denominato Covid-19, sta vivendo ormai da diverse settimane una realtà terribile, con grande perdita di vite umane ed un rapidissimo contagio che ha evidenziato tutti i limiti delle strutture sanitarie, paradossalmente iniziando proprio da quelle che erano ritenute “eccellenze”.

Il virus ha amplificato tutti i limiti del nostro sistema economico, sociale e sanitario, portando tutto al massimo dello stress.

Ritardo negli interventi, mancanza di mezzi e apparecchiature, scarsa chiarezza inziale nelle informazioni, coordinamenti scollegati o in certi casi inesistenti. TElementi, questi, verificati e sotto gli occhi di tutti, di cui però non è adesso il momento di parlare.

Non si può nel contempo non riconoscere e valorizzare lo sforzo sovrumano di chi senza sosta ha profuso e continua a profondere le proprie energie nella battaglia contro il Covid-19. Parliamo di operatori sanitari, medici, infermieri, Forze dell’ordine, Protezione civile e Forze Armate.

Questo enorme dispiego di uomini e mezzi, in tutta Italia, non ha tuttavia risparmiato ad oggi le oltre 13. 000 vittime che, direttamente o indirettamente, contraendo il virus, sono decedute.

Numerosi gli scienziati nei vari campi – medici, biologi, virologi – impegnati nella ricerca di possibili soluzioni, vaccini e cure che possano arrestare questo male, che è diventato pandemico.

Si è parlato di recente di vari farmaci impiegati nel contrasto al Coronavirus, approvati dall’Aifa, e utilizzati nella speranza di combatterne gli effetti.

Tra questi l’ idrossiclorochina, normalmente utilizzata per contrastare l’artrite reumatoide, è un immunomodulatore. Somministrata alla comparsa dei primi sintomi (tosse e febbre), prima che si arrivi all’affanno, avrebbe la capacità di “bloccare” la polmonite.

E’ da sempre usata come antimalarico sin dal XVII secolo. Poi, con l’avvento dell’industria farmaceutica, è stata sintetizzata in laboratorio e l’azione con meno effetti collaterali la dà l’Idrossiclorochina solfato (meglio conosciuta con il nome commerciale di Plaquenil).

Come già’riportato, il farmaco nasce come antimalarico, ma è usato nell’artrite reumatoide, sempre off-label, ed opera come immunomodulatore, agendo a livello cellulare attraverso una serie di meccanismi che vanno a modulare e ridurre la stimolazione dei Linfociti-T , con conseguente riduzione del rilascio di molecole infiammatorie da parte degli stessi . E’ anche un antivirale perché inibirebbe la replicazione del Covid-19, quindi ottimo per i primi sintomi.

Può essere prescritto anche dal medico di base nella terapia di primo approccio terapeutico. Ed è stata da poco stata avviata a questo proposito la sperimentazione domiciliare, approvata dall’AIFA, per evitare l’ospedalizzazione. Gli effetti collaterali del farmaco sono ben noti, in quanto ha una ben conosciuta storia farmacologica.

In questo caso non si tratta di innovazione: parliamo di un vecchio farmaco, in disuso e poco costoso, tanto che è attualmente prodotto solo da una multinazionale francese, Sanofi Aventis, e solo da poco si trova il suo omologo generico prodotto dalla DOC generici.

In Italia un gruppo di medici di base, tra cui il dottor.Carmelo Cicale e la dottoressa Katia Cerullo, nel Napoletano, sta utilizzando il protocollo, messo a punto seguendo alcune indicazioni provenienti dallo studio del virologo Francese Didier Raoult, direttore dell’ Istituto Mediterraneo per le infezioni di Marsiglia.

Lo studio del virologo francese, che ha pubblicato i risultati del test clinico sul trattamento del coronavirus con clorochinina, evidenzierebbe che tre quarti dei pazienti infettati non sono risultati più portatori del virus dopo 6 giorni di trattamento, associando l’assunzione di antibiotici mirati contro la polmonite batterica (azitromicina) e guarendo totalmente i pazienti entro una settimana a differenza del 90% dei malati che non avevano assunto questi farmaci e che sono risultati sempre positivi.

Il protocollo dello staff Italiano, di cui il dottor Cicale e al dottoressa Cerullo sono tra i principali promotori, sembrerebbe aver avuto avuto riscontri effettivamente positivi: successo sul 100 per cento dei casi trattati (circa 60).

Ci si chiede a questo punto come mai il farmaco Plaquenil risulti assente da gran parte delle farmacie Italiane che lo hanno richiesto, nonostante la Sanofi Aventis abbia garantito la presenza sia in ospedale sia presso i grossisti, come riportato in una lettera inviata alla filiera del farmaco il 27 marzo 2020.

Come riportato da Il Fatto Quotidiano, Roberto Burioni ha spiegato che è un farmaco antimalarico utilizzato da oltre 50 anni e testato nel 2005 anche contro la Sars, puntualizzando però di “non assumere Plaquenil senza prescrizione”.

“Come ho detto chiaramente, i dati di laboratorio sull’efficacia del Plaquenil sono un punto di partenza e non un punto di arrivo. In mancanza di studi clinici è sbagliato assumere questo farmaco, anche perché poi non è disponibile per chi ne ha davvero bisogno”, ha ricordato su twitter il virologo milanese che nei giorni scorsi aveva illustrato i risultati ottenuti dai test di laboratorio al San Raffaele di Milano proprio su questo antimalarico.

Certo è che, come scrive Il Messaggero la “sensazione è che i buoi siano usciti dal recinto ormai da un pezzo”. Tanto che il Plaquenil usato abitualmente per curare l’artrite reumatoide è diventato introvabile. Secondo Il Messaggero Federfarma ha confermato che da quindici giorni si devono fare richieste di ordine “urgenti”.

Le soluzioni per evitare ogni abuso ed accaparramento superfluo e pericoloso del farmaco, che ha anche delle controindicazioni, ci sono: lo sanno i medici di base ed i farmacisti.

Basterebbe una ricetta non ripetibile da trattenere obbligatoriamente da parte del farmacista, come fosse un farmaco stupefacente.

Se il problema è l’approvvigionamento, dal momento che la Sanofi Aventis potrebbe non avere il quantitativo sufficiente, dato anche il basso costo del farmaco, ed essendo solo la DOC generici l’altra azienda che ha l’AIC per la produzione, sembrerebbe dal mese di febbraio 2020, si potrebbe magari attivare, chiedendone la disponibilità, il nostro Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, fiore all’occhiello dell’Italia, che già produce farmaci orfani, cioè quei farmaci che le aziende non intendono produrre o di cui hanno dismesso la produzione per motivi di remunerazione.

Il virus corre e si diffonde più velocemente della burocrazia, a cui inevitabilmente tutti siamo sottoposti.

Se quindi il protocollo di un gruppo di medici di base e di alcuni farmacisti funziona, come sembra che sia, si dia loro la possibilità di operare e si diffonda il protocollo, monitorandolo, senza nulla togliere a virologi, immunologi, docenti e politici che certamente operano nell’interesse della collettività.

Ettore Lembo e Lucia Mosca

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