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Anticipazioni per “La voix humaine” di Poulenc del 12 ottobre alle 10 su RAI 5: dal Teatro Comunale di Bologna

la voix humaine

Anticipazioni per “La voix humaine” di Poulenc del 12 ottobre alle 10 su RAI 5: con la direzione di Michele Mariotti per la regia di Emma Dante dal Teatro Comunale di Bologna

Teatro Comunale (Bologna) - Wikipedia

Per la Grande Musica Lirica in TV oggi lunedì 12 ottobre alle 10 in onda su RAI 5 “La voix humaine” di Francis Poulenc dal Teatro Comunale di Bologna per la direzione di Michele Mariotti e la regia di Emma Dante con la interpretazione di IAnna Caterina Antonacc nella versione andata in scena nel 2017.

La voce umana (titolo originale: La voix humaine) è una tragédie lyrique in atto unico del compositore francese Francis Poulenc, derivata dalla pièce omonima di Jean Cocteau, che firma il libretto. L’opera fu scritta nel 1958 e fu messa in scena per la prima volta il 6 febbraio 1959 dal soprano Denise Duval diretta da Georges Prêtre alla salle Favart del Théâtre national de l’Opéra-Comique di Parigi.

Per il Teatro alla Scala di Milano la prima italiana di La voce umana è stata il successivo 18 febbraio alla Piccola Scala con la Duval diretta da Nino Sanzogno.

Nel Regno Unito la première è stata il 30 agosto 1960 con la Duval nel King’s Theatre di Edimburgo per il Glyndebourne Festival Opera con la Royal Philharmonic Orchestra.

In Australia la première è stata nel 1962 ad Adelaide.

Al Teatro Verdi (Trieste) la prima è stata nel 1968 con Magda Olivero.

Al Teatro La Fenice di Venezia la prima è stata nel 1970 diretta da Nicola Rescigno con la Olivero.

Al Teatro dell’Opera di Roma la prima è stata l’8 giugno 1971, diretta da Marcello Panni, con Virginia Zeani.

Al San Francisco Opera va in scena nel 1979 con la Olivero.

All’Opera di Chicago va in scena nel 1982 diretta da Carlo Felice Cillario.

Al Teatro Regio di Torino La voix humaine va in scena nel 1999 con Renata Scotto in lingua originale.

All’Auditorium Niccolò Paganini di Parma La voix humaine va in scena nel 2016 con Anna Caterina Antonacci in lingua originale e l’accompagnamento della Filarmonica Arturo Toscanini. Direzione di Jean-Luc Tingaud.

Trama

L’opera si ambienta a Parigi in una squallida camera da letto, sul cui pavimento giace esanime la protagonista della quale non viene mai fatto il nome e sarà indicata come una generica “Lei” (Elle). La donna viene svegliata dallo squillo del suo telefono: dopo due chiamate di persone che hanno sbagliato numero, viene contattata dal suo amante, e i due avranno una lunga e dolorosa conversazione a proposito della loro relazione terminata da poco; la telefonata sarà spesso interrotta a causa della cattiva ricezione e da alcune interferenze; inoltre lo spettatore sentirà solo ciò che dice la donna, intuendo le battute dell’amante dai suoi silenzi e dalle risposte che Lei gli dà.

L’inizio del dialogo è ai limiti della banalità: tra frasette sdolcinate e luoghi comuni romantici, Lei racconta all’uomo di essere appena tornata da una cena con la sua amica Martha, e di aver poi preso un sonnifero a causa di un’emicrania. Presto però i toni si fanno più tesi: l’uomo le chiede indietro alcuni effetti personali che ha lasciato a casa sua e Lei promette che glieli restituirà; parlando della fine della loro storia, Lei se ne assume tutta la colpa, poi prende a rievocare tristemente i loro momenti felici, tra i quali la gita a Versailles durante la quale si sono conosciuti, ma a questo punto cade la linea.

Lei tenta di ricontattare il suo ex telefonando a casa sua, ma scopre che lui non si trova lì: è lui che la richiama subito dopo, spiegandole di essere in un ristorante. A quel punto Lei, già molto provata, gli rivela di aver mentito circa ciò che ha fatto poco prima: non è uscita con Martha, ma si era preparata per venire sotto casa sua e attenderlo per parlargli; non trovando il coraggio di farlo, aveva preso dodici pastiglie di tranquillanti con l’intenzione di suicidarsi, ma si era poi salvata grazie all’intervento di Martha e di un suo amico medico. L’amante di Lei reagisce con freddezza a questa notizia e sposta subito il discorso su un altro argomento, il proprio cane, rimasto a casa di Lei. Poco dopo la telefonata si interrompe di nuovo, stavolta a causa dell’interferenza della donna che aveva sbagliato numero all’inizio del dramma, ma che ora si rivela inquietantemente interessata a spiare il discorso tra i due ex-amanti.

L’uomo la richiama, ma a questo punto Lei è quasi completamente fuori di sé: dai rumori di fondo ha compreso che lui non si trovi, come ha detto, in un ristorante, ma probabilmente a casa di una sua nuova partner. L’uomo inizia a incalzarla perché riagganci; Lei, ormai conscia che quella telefonata sia l’unico filo che la tiene unita al suo amante, decide di troncare con un solo gesto la chiamata, la relazione e, probabilmente, anche la propria vita: si stringe il filo del telefono al collo. Come ultima richiesta al suo antico amore, poiché questi ha in precedenza detto di dover andare a Marsiglia nei giorni seguenti, Lei lo implora di non alloggiare nello stesso albergo dove hanno dormito insieme tempo prima, ormai consapevole che vi si recherà con la sua nuova donna. Dopodiché è lei a chiedergli insistentemente di chiudere la telefonata, e al suo saluto non può che rispondere balbettando “Ti amo”, mentre scivola nel proprio letto e lascia cadere il ricevitore, probabilmente strangolata dal filo del telefono.

Nell’opera, della durata di circa 40 minuti, la suoneria del telefono prevista dal testo di Cocteau viene resa attraverso uno xilofono. L’opera, in forma di monologo, prevede lunghi passaggi di canto senza accompagnamento musicale.