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La burocrazia uccide il Sant’Anna Hospital di Catanzaro: 300 i posti a rischio

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La burocrazia uccide il Sant’Anna Hospital di Catanzaro: 300 i posti a rischio

CATANZARO – Si ingarbuglia ulteriormente la vicenda del S. Anna Hospital di Catanzaro (centro cardiochirurgico certificato da AGENAS). Ma riepiloghiamo i fatti.

Il 24 Dicembre 2020, l’ASP di Cz ne ha decretato la sostanziale chiusura con la perdita di lavoro di oltre 300 dipendenti e di tutto il personale medico operante.  Diverse iniziative sono state portate avanti, diverse azioni sono state messe in campo dai 300 dipendenti e non solo, ma nessuna di queste ha avuto esito positivo.

La grande eccellenza cardiochirurgica del Sud Italia sta morendo sotto lo sguardo attonito di pazienti inermi e sotto l’indifferenza di molte istituzioni.
In un momento di estrema difficoltà per la sanità soprattutto in Calabria si privano i cittadini di una struttura d’eccellenza che esegue annualmente circa 3.000 interventi dei quali 800/900 cardiochirurgici.

A questo proposito il Dr Alessandro Testa, cardiochirurgo del S. Anna Hospital, ha dichiarato: “Quel tempo è finito, ora comincia quello dell’azione legale, dell’intervento della legge che questi funzionari dovrebbero garantire e che invece lasciano languire nei cassetti delle loro scrivanie all’interno di uffici dove vige l’apartheid nei confronti del S. Anna Hospital.

Lo faccio per me, per i miei colleghi, per tutti e invito chi si sente oltraggiato e danneggiato nel proprio diritto alla salute a fare altrettanto.
Lo faccio anche per la dottoressa Luisa Latella: visto che si trova così a proprio agio nei panni del giudice e della giuria, ho pensato di farle cosa gradita riservandole un’aula di tribunale tutta per lei”.

La vicenda sembrerebbe essersi originata da un problema di natura burocratica.

“Il 23 di dicembre abbiamo ricevuto una disposizione da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale con la quale ci veniva impedito di rendere prestazioni per il Servizio Sanitario Regionale”, ha spiegato alla redazione di Fanpage Giovanni Parisi, presidente del CdA di Villa S. Anna Spa. “Questo ha comportato per noi, l’obbligo di sospendere tutti i ricoveri e di non dare la possibilità a circa 300 persone, che erano in lista d’attesa di sottoporsi a interventi salvavita”.

Secondo quanto riferito anche Affari Italiani, “il S. Anna Hospital, accreditato con la Regione nel 2012, alla scadenza dei 3 anni, ha presentato richiesta di rinnovo. Richiesta mai evasa – come spiega Fanpage – con tanto di rimpallo di responsabilità tra enti. “Abbiamo subito fatto ricorso al TAR contro il provvedimento – aggiunge il presidente Parisi -, e alla data del 26 gennaio, il tribunale si è espresso dichiarando l’illegittimità del provvedimento ed annullandone gli effetti. L’Asp non ha però cambiato atteggiamento”. Un qualcosa di inspiegabile con ricadute gravi sulla salute dei calabresi”.


La struttura ha quindi rivolto un appello / denuncia a varie testate, tra le quali La-Notizia.net, che mira a smuovere le coscienze di chi dovrebbe far qualcosa, ma resta in silenzio davanti la morte dell’eccellenza.

Di seguito uno stralcio della lettera indirizzata alle Istituzioni dal Direttore sanitario, Dott. Capomolla:

“Illustrissimo Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella e Sigg. Onorevoli, sono il dott. Antonio Soccorso Capomolla, Direttore Sanitario de/ Sant’Anna Hospital di Catanzaro, Centro di riferimento del SSN per l’alta Specialità del Cuore.

La struttura, annoverata tra le Eccellenze Nazionali, intercetta mediamente il 35 – 40% dei LEA cardiovascolari, con elevati standard di qualità riconosciuti nel PNE del Ministero della Salute (vedasi Relazione Annuale della Direzione Sanitaria).

Nei mesi scorsi il Management Aziendale pro-tempre è stato interessato da una inchiesta giudiziaria, oggi conclusa e correlata ad uno dei cinque modelli gestionali (UTIC). Il Nuovo management, riaffermando la piena fiducia nell’azione della Magistratura — ha comunque garantito la prosecuzione delle attività. A dicembre 2020, sono state erogate prestazioni per circa 24.000.000 di euro (di cui 10 milioni già validati dal/’ASP), senza alcun ristoro.

Nonostante le reiterate richieste di interlocuzione istituzionale, promosse dall’azienda, non è stato possibile avere alcuna riunione tecnica a livello della Struttura Commissariale e dell’ASP di Catanzaro. Attualmente è in itinere il procedimento amministrativo di rinnovo dell’accreditamento, da lungo tempo avviato, e, nonostante la grande mole di documenti prodotti dalla struttura, ancora non concluso.

Il 24 dicembre u.s., Vigilia di Natale, è pervenuta alla struttura una comunicazione, a firma di un dirigente ASP di Catanzaro, con la quale si ordinava che”il Sant’Anna Hospital di Catanzaro non potrà erogare prestazioni con onere a carico del servizio Sanitario Regionale”.

Tale decisione, irrituale in termini di contenuti (poiché non sono intervenute, ancora, le condizioni previste dall’art 9 di cui alla legge n. 24 del 2008 per la sospensione ad oras dell’autorizzazione all’esercizio,) e forma (non è stato emesso decreto di revoca formale dell’accreditamento da parte de/ Dirigente Generale de/ Dipartimento della regione Calabria) ha determinato un grave scenario di rischio sulla Sanità Pubblica, con l’interruzione di un servizio di Pubblica Utilità.


Come Management aziendale abbiamo esperito ogni tentativo di possibile interlocuzione istituzionale con i preposti Organismi (Struttura del Commissario ad acta, Struttura Commissariale dell’ASP di Catanzaro, in conoscenza Procura della Repubblica), per avere indicazioni certe, formali e rituali sullo status operativo della struttura (aperta o chiusa?), senza ottenere alcuna risposta. Per tale motivo è stato attivato ricorso al TAR che in data 26.01.2021 ha riconosciuto l’irregolarità amministrativa dell’atto emanato dall’ASP, annullando lo stesso e confermando di fatto la permanenza dell’accreditamento.

ln questo mese di inattività circa 300 procedure sono state bloccate (25 interventi di cardiochirurgia, 102 intervento di emodinamica con PTCA coronarica; 38 ablazioni di pattern aritmici, 50 impianti di Devices; 69 interventi di chirurgia vascolare) con emigrazione dei pazienti fuori regione; non solo il blocco dell’attività ha determinato il blocco di 1380 controlli difollow-up post-intervento con grave ripercussione sul profilo della continuità assistenziale. Nell’intanto, sia la Commissione di verifica autorizzazione Sanitaria all’esercizio e vigilanza strutture sanitarie e socio sanitarie private che l’ Organo tecnico accreditante regionale hanno espresso parere favorevole con prescrizioni che sono state tutte ottemperate.

Per tale condizione, come Pubblico Ufficiale, in forza e virtù di quanto sopra abbiamo fatto richiesta formale di incontro con la struttura commissariale dell’ASP di CZ, che tuttavia non ha dato alcun riscontro alle richieste avanzate”.

Lucia Mosca

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