Vaccino Covid-19, Comellini (Sindacato dei Militari): nessun obbligo ma parte la schedatura personale militare che rifiuta somministrazione. Guerini ha qualcosa da dire o tace come sempre?
Riceviamo e pubblichiamo: “Abbiamo appreso con preoccupazione che nelle Forze armate e nelle Forze di polizia a ordinamento militare sarebbe già iniziata una schedatura del personale militare che intende rifiutare la somministrazione del vaccino anticovid e che per tale motivo sarebbero stati predisposti degli elenchi nominativi che il personale sarebbe chiamato a sottoscrivere.
Al ministro Guerini, che sappiamo essere molto impegnato sul fronte della lotta alla pandemia tanto da non accorgersi che le Forze armate e l’Arma dei carabinieri non hanno linee guida e direttive sanitarie controllate e approvate dall’Istituto Superiore di Sanità, vogliamo ricordare che al momento in Italia non esiste alcuna norma di legge che impone ai lavoratori del pubblico impiego, e tanto meno ai militari, l’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione anticovid o di sottoscrivere una dichiarazione di rifiuto della vaccinazione o qualsivoglia altra impropria richiesta per l’assunzione di responsabilità civile e penale per i possibili danni cagionati all’amministrazione o a terzi.
Al personale militare che dovesse decidere di non sottoporsi alla vaccinazione chiediamo di segnalarci ogni abuso o costrizione di cui dovessero venire a conoscenza, mentre a coloro che vorranno vaccinarsi ricordiamo che il “consenso informato” deve essere somministrato esclusivamente dal personale medico e che questo ha l’obbligo di informare il vaccinando sulla tipologia della cura, di illustrargli, in modo chiaro e immediatamente comprensibile, gli effetti, le controindicazioni o le possibili reazioni avverse e che la compilazione e la valutazione della “scheda anamnestica” deve essere sempre fatta insieme al vaccinando.
A tutti, ma principalmente al ministro Guerini, ricordiamo che l’articolo 32, comma 2 della nostra Costituzione stabilisce “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”.
Appare anche il caso di ricordare che il Consiglio d’Europa lo scorso 27 gennaio con la risoluzione 2361/2021, ha stabilito, tra le altre cose, che nessuno può essere vaccinato contro la sua volontà, sotto pressione e che i non vaccinati non devono subire alcuna discriminazione. Con questa risoluzione, la più importante organizzazione per i diritti umani in Europa ha ora stabilito standard e obblighi, nonché creato linee guida secondo il diritto internazionale, che devono essere applicate dai 47 stati membri, compresa l’UE come organizzazione.
Fino a quando non ci sarà una legge che imporrà ai cittadini italiani l’obbligo di sottoporsi al vaccino contro il Covid-19 e ne disciplini in modo chiaro le modalità di somministrazione, le responsabilità del produttore, del medico e del datore di lavoro, anche sotto il profilo civile e penale, gli obblighi e le facoltà del vaccinando, ogni azione dell’Amministrazione militare rischia di trasformarsi in una odiosa e inaccettabile schedatura del personale militare, tanto più grave e violenta se esercitata con l’abuso del grado e della disciplina militare.
Lo dichiara Luca Marco Comellini, segretario generale del Sindacato dei Militari SINDACATO DEI MILITARI – per la tutela dei diritti dei Cittadini in divisa
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