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Anticipazioni per il Grande Teatro di Virgilio in TV del 14 marzo alle 16 su Rai 5: “La caduta di Troia”

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Anticipazioni per il Grande Teatro di Virgilio in TV del 14 marzo alle 16 su Rai 5: “La caduta di Troia”

Lucia Mosca on Twitter: "(Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di  Molière del 22 febbraio alle 15.45 su Rai 5: “Il misantropo”) Segui su: La  Notizia - https://t.co/OcN4KZlJWI… https://t.co/bUS2bZ9xXI"

In prima assoluta con Massimo Popolizio

Massimo Popolizio si confronta con il Libro II dell’Eneide virgiliana, considerato un capolavoro assoluto per la sua struttura e per la sua forza tragica, nello spettacolo “La caduta di Troia”, registrato al Teatro India di Roma nel dicembre 2020, che Rai Cultura propone in prima visione domenica 14 marzo alle 16 su Rai5, con la regia televisiva di Marco Odetto. Produzione Compagnia Orsini. Il tema è quello dell’inganno: l’immenso cavallo, dono dei Greci, viene trasportato nelle mura di Troia, ma si trasformerà per i troiani in una macchina di morte e distruzione. L’inganno del cavallo con cui i Greci espugnano, dopo dieci anni di assedio, la città di Troia, apre il secondo libro dell’Eneide, e segna l’inizio di un lungo cammino. Enea vive la violenza della guerra, la fuga per mare, la ricerca di una nuova terra, la stessa disperazione di milioni di persone che oggi iniziano un lungo viaggio per la sopravvivenza. Ripercorrendo la tradizione orale dell’epos latino Massimo Popolizio, attore di scuola ronconiana tra gli interpreti più importanti del panorama teatrale e cinematografico, si confronta con le parole di Virgilio che sembrano uno storyboard, una sceneggiatura ante litteram: “attraverso quelle parole – dice Popolizio – cercherò di creare vere e proprie immagini, di far vedere ciò che è scritto”.
Le musiche di Stefano Saletti, ed eseguite da Stefano Saletti e Barbara Eramo, sono arricchite dalla presenza del musicista iraniano Pejman Tadayon che suona il kemence, il daf e il ney, antichi ed evocativi strumenti della tradizione persiana. Le lingue cantate sono il ladino, l’aramaico, l’ebraico e il sabir, antica lingua del Mediterraneo. Saletti usa strumenti come l’oud, il bouzouki e il bodhran per risaltare le atmosfere animate da Massimo Popolizio e dalla voce limpida di Barbara Eramo che si muove tra melismi e scale di derivazione mediorientale. Una vera e propria “partitura” che fa di questa pièce un’operina a sé, dove la voce di Popolizio si fa corpo e materia. Il suono è a cura di Giovanni Grasso.