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Altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaki. Amnesty International: “Accanimento giudiziario”

Patrick Zaki

Altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaki. Amnesty International: “Accanimento giudiziario”

Altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaki. La custodia cautelare in Egitto è stata prolungata per l’ennesima volta. E si parla a livello internazionale di accanimento giudiziario. La vicenda ha avuto inizio il 7 febbraio 2020. Nell’intento di tornare in Egitto per fare visita alla propria famiglia, dopo l’atterraggio all’aeroporto del Cairo alle 4:00 (ora locale; UTC+2), è stato catturato dagli agenti dei servizi segreti. Per circa 24 ore non sono trapelate sue notizie né ai familiari né ai media. La notizia del suo arresto è stata divulgata successivamente dall’Egyptian Initiative for Personal Rights (associazione umanitaria dove lavorava in qualità di ricercatore), il 9 febbraio.

I capi d’accusa formulati nel mandato d’arresto sono: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Nello specifico gli vengono contestati alcuni post su Facebook. Secondo i mezzi d’informazione governativi egiziani, Zaki sarebbe attivo all’estero per fare una tesi sull’omosessualità e per incitare contro lo stato egiziano.

Secondo il suo avvocato è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive con colpi allo stomaco, alla schiena e con scariche elettriche inflitte dalle forze di sicurezza egiziane, oltre a essere stato interrogato a riguardo della sua permanenza in Italia, del suo presunto legame con la famiglia di Giulio Regeni, e del suo impegno politico, venendo inoltre minacciato di stupro.

La Procura Generale di Mansura, al contrario, ha dichiarato di avere constatato lo stato di salute del fermato, affermando che non palesava ferite sul corpo. Il Procuratore Generale dell’Egitto, Hamada el-Sawy, ha negato che il fermato sia stato torturato dalla polizia.

Dopo una breve detenzione presso Talkha il 25 febbraio Zaki è stato trasferito nel carcere di Mansura ed è stata fissata la sua udienza in tribunale per il 7 marzo. Dopo una visita dei genitori concessa in via straordinaria, il 5 marzo è stato trasferito nel Carcere di Tora, al Cairo. Due giorni dopo, il tribunale competente ha rinnovato la sua detenzione preventiva fino alla successiva udienza, poi posticipata al 21 marzo e nuovamente posticipata a causa della pandemia.

Amnesty International definisce Patrick George Zaki un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.

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