venerdì, Ottobre 11, 2024
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Anticipazioni per il Grande Teatro di Eduardo in TV del 25 dicembre alle 15.45 su Rai 5: “Natale in casa Cupiello”

natale in casa cupiello

Anticipazioni per il Grande Teatro di Eduardo in TV del 25 dicembre alle 15.45 su Rai 5: “Natale in casa Cupiello”

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Per lo spazio “Stardust Memories”, che ogni sabato pomeriggio su Rai5 offre in versione restaurata i grandi classici del teatro delle Teche Rai, Rai Cultura propone un grande classico del teatro, in onda sabato 25 dicembre alle 15.45: “Natale in casa Cupiello”.

La commedia più nota di Eduardo De Filippo, portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli, il 25 dicembre 1931 è qui proposta nella versione televisiva a colori del 1977 interpretata da Eduardo, Regina Bianchi, Pietro Carloni, Angela Pagano, Enzo Petito, Enzo Cannavale.

Lo spettacolo segna di fatto l’avvio vero e proprio, negli anni ’30, della felice esperienza della Compagnia del “Teatro Umoristico I De Filippo”, composta dai tre fratelli Eduardo, Titina e Peppino e da attori già famosi o giovani alle prime armi che lo diventeranno.

La commedia si svolge nell’arco di cinque giorni a cavallo del Natale: Luca Cupiello, il capofamiglia, si rifugia nella preparazione maniacale, quasi delirante, del presepe per evitare di confrontarsi con le urgenti problematiche personali e sociali che affliggono i membri della sua famiglia. 

Natale in casa Cupiello è un’opera teatrale tragicomica scritta da Eduardo De Filippo nel 1931. Portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli (oggi Cinema Filangieri), il 25 dicembre 1931.

Natale in casa Cupiello segna di fatto l’avvio vero e proprio della felice esperienza della Compagnia del “Teatro Umoristico I De Filippo”, composta dai tre fratelli e da attori già famosi o giovani alle prime armi che lo diventeranno (Agostino SalviettiPietro CarloniTina PicaDolores Palumbo, Luigi De Martino, Alfredo Crispo, Gennaro Pisano). A giugno Eduardo aveva firmato un contratto con l’impresario teatrale che lo impegnava per soli nove giorni di recite per presentare il suo nuovo atto unico subito dopo la proiezione di un film. Il successo della commedia fu tale che la durata del contratto fu prolungata sino al 21 maggio 1932. Originariamente si trattava di una commedia ad atto unico (quello che, nella versione definitiva, costituisce oggi il secondo atto), ampliato successivamente in due distinte fasi: la prima, nel 1932, vide aggiungersi l’attuale primo atto e la conclusiva, nel 1934[1] (secondo anche quanto dichiarato da Eduardo sul numero 240 della rivista Il Dramma uscito nel 1936) o nel 1937[2] o addirittura nel 1943 (secondo un’ipotesi avallata più tardi dallo stesso autore[3]), che configurò l’opera nella sua versione attuale, composta da tre atti. La complessa genesi della commedia portò Eduardo stesso ad affermare che essa era nata come un “parto trigemino con una gravidanza di quattro anni”.

Trama

La scena si svolge nell’arco di circa cinque giorni nella casa della famiglia Cupiello, della quale vengono rappresentate la camera da letto (atti I e III) e la sala da pranzo (atto II).

I atto

È la mattina dell’antivigilia di Natale. Luca Cupiello e sua moglie Concetta si svegliano, ma il loro risveglio è reso comicamente faticoso dalle bizze dell’uomo, che si lamenta per il freddo e per il pessimo caffè che lei gli ha preparato. Luca è un fervente amante delle tradizioni natalizie, e non vede l’ora di potersi dedicare maniacalmente alla composizione del Presepe, nonostante le critiche della moglie e del figlio Tommasino (Nennillo), che lo ritengono anacronistico (questa situazione costituirà una gag ricorrente per tutta la messa in scena). La sua impresa è inoltre resa difficoltosa dall’intervento di suo fratello Pasqualino, scapolo collerico in perenne guerra col pestifero Nennillo; Luca sembra inoltre avere alcune difficoltà nei movimenti e nel ricordare le cose, tragicomiche anticipazioni del dramma che seguirà. Irrompe in casa la figlia Ninuccia, agitata per l’ennesima lite con suo marito Nicolino. Ninuccia, che non ha mai amato il marito, vuole scappare con il suo amante Vittorio e confessa alla madre di voler lasciare Nicolino a cui ha scritto una lettera di addio. La donna, a causa delle forti resistenze della madre, ha un attacco nervoso e, nell’impeto, rompe alcune suppellettili e la struttura del presepe. Nel caos che segue Concetta ha un mancamento, e riesce a strappare a Ninuccia la promessa di fare la pace con Nicolino; tuttavia nel trambusto la ragazza perde la lettera, che sarà ritrovata da Luca il quale, ignaro di tutto, la consegna a Nicolino.

II atto

In casa Cupiello è tutto pronto per festeggiare la vigilia di Natale. Tommasino, ignaro della relazione della sorella, arriva a casa accompagnato da Vittorio che, oltre a essere l’amante di sua sorella, è anche suo amico. Il ragazzo insiste perché si trattenga qualche minuto a casa sua. Rimasti soli, Concetta chiede a Vittorio di andarsene immediatamente e permettere a Ninuccia di salvare il suo matrimonio con Nicolino: quest’ultimo infatti, dopo aver letto la lettera consegnatagli incolpevolmente dal suocero, è a conoscenza della loro relazione, e solo i copiosi sforzi di Concetta hanno evitato il peggio. In quel momento tuttavia rincasa Luca che, anch’esso ignaro della relazione extraconiugale della figlia, insiste perché Vittorio si fermi a cena. La serata prosegue con una tensione di sottofondo, stemperata dai pasticci di Luca, Nennillo e Pasqualino e da mille disavventure che costellano la preparazione della cena. Approfittando di un momento di solitudine, Ninuccia e Vittorio hanno un drammatico incontro che sfocia nell’esplosione della passione tra i due; Nicolino li sorprende nell’atto di scambiarsi un dolce bacio, e accusa Ninuccia e Concetta di averlo ingannato. I due uomini e Ninuccia abbandonano quindi la casa per potersi sfidare a duello. Mentre Concetta, rimasta sola in scena, si dispera, giungono Luca, Pasqualino e Tommasino vestiti da re magi con i loro regali per lei.

III atto

Venuto brutalmente a conoscenza della situazione familiare, Luca, per anni vissuto nell’illusione di aver creato una famiglia felice, ha un colpo apoplettico e si ritrova a letto in preda a difficoltà motorie e verbali per l’ictus sopravvenuto. L’intero vicinato è ormai costantemente presente al suo capezzale, dove Luca accusa deliri e allucinazioni che hanno come protagonista il genero Nicolino, che ha lasciato immediatamente la moglie e si è recato da alcuni suoi parenti a Roma. Pur nel delirio Luca spera ancora di vederlo riappacificato con sua figlia, la quale è distrutta dal dolore in quanto è perfettamente cosciente che su di lei ricadono le colpe della malattia del padre. Sopraggiunge il medico, che improvvisa una diagnosi incoraggiante alla moglie ed alla figlia di Luca, ma rivela invece al fratello la cruda verità: Luca non ha scampo e la sua morte è ormai questione di ore. Una improvvisa visita dell’amante Vittorio, che si sente moralmente responsabile dello stato di salute di Luca, ne provoca l’ennesimo equivoco allucinatorio e Luca, scambiandolo per Nicolino, arriva a benedire inconsapevolmente l’unione dei due amanti proprio all’arrivo del marito di lei, che viene subito trattenuto a viva forza e portato fuori dai presenti. Luca Cupiello, ormai definitivamente ripiegato nelle sue allucinazioni, si avvia così a morire ignaro ancora una volta della realtà.

Tommasino, alla domanda che suo padre gli rivolge in punto di morte, «Te piace ‘o presepio?» (“Ti piace il presepe?”), alla quale egli in precedenza aveva sempre risposto di no con stizzita protervia, finalmente si “scioglie” e tra le lacrime gli sussurra un laconico , proprio mentre suo padre sembra entrare nella gioiosa allucinazione di un “enorme presepe nei cieli”.

Personaggi
  • Luca Cupiello (chiamato affettuosamente Lucariello): è il protagonista della storia, capofamiglia dei Cupiello. Si tratta di un signore della bassa borghesia dai modi pacati e a volte eccessivamente pomposi, reso talvolta bizzoso e irascibile a causa dell’età (cosa che in realtà rimprovera a sua moglie). Molto legato ai valori famigliari e alla tradizione, è entusiasta di poter costruire il suo presepe, cui lavora alacremente ignorando le critiche di moglie e figlio. Pur essendo un personaggio prevalentemente comico, nel corso della commedia appare chiaro che nasconde una grave malattia, visibile nelle sue difficoltà motorie e linguistiche.
  • Concetta: moglie di Luca, è anche lei piuttosto avanti con l’età. Pragmatica e diretta, Concetta è un po’ il contraltare di Luca: è lei che sopporta le sue lamentele e, più in generale, tutte le piccole e grandi difficoltà della famiglia. Come il marito, nonostante la forte componente umoristica del suo personaggio, anche in lei è ravvisabile la negatività, data dalla pena di essere l’unica a conoscenza delle vicissitudini sentimentali di Ninuccia; spesso e volentieri nel corso del dramma sarà sopraffatta da tutti questi carichi, che spezzeranno l’apparente sua forza e le causeranno crolli emotivi.
  • Tommasino (detto Nennillo): secondogenito di Luca e Concetta, incarna il personaggio del giovane fannullone e sfaticato, in contrasto con la famiglia e apparentemente senza voglia di lavorare e atto a procurarsi soldi in tutti i modi, anche i meno puliti. Nel terzo atto queste caratteristiche avranno però un completo ribaltamento, e Nennillo si trasformerà in un figlio devoto che farà di tutto per confortare i genitori nella difficoltà.
  • Ninuccia: prima figlia di Luca e Concetta. La ragazza, intrappolata tra un matrimonio che la rende infelice (con Nicolino) e un amore impossibile (per Vittorio), appare quasi sempre scontenta e malinconica, arrivando talvolta a reazioni furiose. Da alcune frasi dette da Luca Ninuccia viene dipinta come una ragazza sognatrice e piena di voglia di libertà, tuttavia rimane sempre e comunque asservita alla sua famiglia.
  • Nicolino: marito di Ninuccia, è un grosso commerciante che incarna il ruolo del borghese arricchito. Nicolino appare infatti elegante e distinto, ma è in realtà rozzo, trasandato e per nulla adeguato allo status sociale che ha raggiunto. Inoltre vede Ninuccia come un oggetto di sua proprietà, e pur trascurandola e rendendola infelice ne è incredibilmente geloso.
  • Vittorio: l’amante di Ninuccia. Vittorio è dipinto come personaggio speculare a Nicolino: più povero, ma realmente distinto ed elegante, è bruciato dal desiderio di Ninuccia, che lo spinge anche ad azioni irrazionali.
  • Pasqualino: fratello di Luca e suo coinquilino, Pasqualino è uno scapolo di mezza età dai modi collerici e vittimistici; è il bersaglio preferito di Tommasino, che in effetti è particolarmente dispettoso nei confronti dello zio.