venerdì, Aprile 19, 2024
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Conte: se voto risicato a leader 5stelle lascio, altrimenti no a nuove spese militari

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A margine delle tragiche notizie relative alla guerra di aggressione scatenata da Putin contro l’Ucraina si avvertono forti e chiare le relative conseguenze che si abbattono sulla politica italiana, dopo il dietrofront dei pentastellati che pur avendo dapprima approvato a Montecitorio l’aumento delle spese militari al 2% del PIL – richiesto a tutti gli Stati membri della NATO – poi in Senato hanno annunciato le barricate contro tale misura.

E questa delicata decisione che mette a rischio la maggioranza del premier Draghi a Palazzo Madama si intreccia con le sorti personali di Conte alle prese nel weekend con il nuovo voto on line degli iscritti grillini che dovrebbero riconfermarlo alla guida del Movimento dopo la bocciatura della precedente investitura a seguito dell’accoglimento in sede giudiziaria del ricorso di alcuni iscritti 5 stelle.

In questa strettoia l’ex inquilino di Palazzo Chigi si è infilato minacciando un passo indietro in caso di una maggioranza risicata nel voto on line, ma prospettando al contempo in caso di riconferma una dura opposizione contro l’aumento delle citate spese militari anche se dapprima approvato.

Infatti in tal senso giungono le ultime dichiarazioni di Conte.

“Chiedo nuovamente la vostra fiducia, non mi interessa prendere una piccola percentuale di maggioranza dei voti.Se il risultato fosse così risicato sarò il primo a fare un passo indietro” facendo però presente che “in caso di riconferma le cose cambieranno”.

Così l’ex premier sui social alla vigilia del voto sulla sua presidenza.

E poi: “Basta rimanere sulla difensiva. Sono disposto a correre il rischio di avere tutti contro se serve a fare gli interessi dell’Italia”,ha aggiunto.

“Se sarò presidente,M5S dirà no all’aumento delle spese militari e sì a investimento shock sulla transizione ecologica”.

Dichiarazioni molto drastiche sulla futura offensiva grillina contro le spese militari che fanno scricchiolare fortemente il “campo largo” del centrosinistra che Enrico Letta cerca faticosamente di costruire per poter aspirare a vincere le elezioni politiche del prossimo anno.

I forti scricchiolii derivano infatti dalla linea nettamente atlantista del futuro centrosinistra impressa da Letta alla coalizione progressista dopo l’invasione dell’Ucraina voluta da Putin con i terribili lutti che ne sono derivati: l’atlantismo di Letta infatti mal si concilia con lo stop alle spese militari prospettato da Conte, che rievoca le passate scivolate filorusse e filocinesi manifestate ad inizio legislatura dai grillini.

Fitte nubi quindi si addensano sull’orizzonte della futura alleanza giallorossa in vita delle prossime elezioni, che le ultime drammatiche vicende belliche stanno rendendo sempre più minacciose.

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