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Il film biografico stasera in TV: “La buona battaglia – Don Pietro Pappagallo” lunedì 25 marzo 2022

don pietro pappagallo

Il film biografico stasera in TV: “La buona battaglia – Don Pietro Pappagallo” lunedì 25 marzo 2022 alle 23 su Rai Premium (Canale 25)

La buona battaglia - Don Pietro Pappagallo - RaiPlay

La buona battaglia – Don Pietro Pappagallo è un film televisivo italiano andato in onda nel 2006 con la regia di Gianfranco_Albano e l’interpretazione di Flavio Insinna, Ana Caterina Morariu e Paolo Briguglia.

Narra le vicende di don Pietro Pappagallo, sacerdote che partecipò alla Resistenza romana e fu ucciso dalle SS nell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944.

La pellicola è stata liberamente tratta dalla biografia del sacerdote scritta dal prof. Antonio Lisi , suo amico personale e venuto a mancare nel dicembre 2012.

La fiction ha anche il titolo alternativo La buona battaglia di don Pietro Pappagallo.

Il formato originario è quello della miniserie composta da 2 puntate; in questo formato, Rai 1 la mandò in onda in prima visione TV il 23 e il 24 aprile 2006, e in seguito Sat 2000 la mandò in onda in replica; la rete ammiraglia della Rai ha anche proposto una versione ridotta, cioè in formato film tv, andata in onda il 24 marzo 2008 e attualmente disponibile gratuitamente su Rai.tv[1].

Pietro Pappagallo (Terlizzi28 giugno1888 – Roma24 marzo1944) è stato un presbitero e antifascista italiano, vittima dell’eccidio delle Fosse Ardeatinemedaglia d’oro al merito civile alla memoria. È noto principalmente per il suo impegno, durante la seconda guerra mondiale, nel fornire ausilio alle vittime del nazifascismo, per il quale è annoverato come Giusto tra le nazioni.[1]

Quinto di otto fratelli, nacque a Terlizzi, in provincia di Bari, in una famiglia di modeste condizioni economiche: il padre, cordaio, fabbricava le funi con canapa, iuta e giunco; la madre, casalinga, intuisce e asseconda la precoce vocazione del ragazzo. Collaborò inizialmente con la sua attività di garzone nella bottega paterna, poi la madre gli consentì di entrare in seminario, dando, con la cessione di beni immobili che le appartenevano, la “rendita sacerdotale”, a quei tempi necessaria per chi intendesse diventare prete.

Pietro fu ordinato sacerdote il 3 aprile 1915, Sabato Santo, e il giorno seguente, Pasqua di Risurrezione, distribuì l’immaginetta-ricordo della sua prima messa, sulla quale volle trascrivere la preghiera al “Dio delle misericordie”, al “Re pacifico”, composta da Benedetto XV per implorare la pace. Trascorse i primi dieci anni della sua vita sacerdotale nella cura pastorale di un convitto nella diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e, successivamente, del seminario “Pio X” di Catanzaro.

Giunto a Roma nel 1925, don Pappagallo fece parte del Collegio dei Beneficiati della Basilica di Santa Maria Maggiore e fu padre spirituale delle Suore Oblate del Santo Bambino Gesù di via Urbana; fu anche vice parroco della Basilica di San Giovanni in Laterano e segretario del cardinale Ceretti. Durante l’occupazione tedesca, il sacerdote si impegnò nel fornire aiuto a soldati italiani sbandati, partigiani, alleati, ebrei e altre persone ricercate dal regime.

Il 29 gennaio 1944, don Pietro fu arrestato dalle SS, dopo la delazione da parte della spia Gino Crescentini[2], fintosi un fuggiasco in cerca di rifugio presso il sacerdote; lo scopo era eliminare una figura di spicco del Fronte militare clandestino e della resistenza romana. Alcuni testimoni hanno riferito che, anche durante il periodo della prigionia, don Pappagallo condivise il proprio pasto con altri detenuti che non avevano ricevuto cibo.

Condannato a morte, fu l’unico prete cattolico a essere ucciso il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine: «all’ingresso delle cave dalla lunga fila in attesa della fucilazione si alza un grido, da uno che ha visto la sua veste nera: “Padre, benediteci!”. Racconterà un superstite che “don Pietro, che era un uomo robusto e vigoroso, si liberò dai lacci che gli stringevano i polsi, alzò le braccia al cielo e pregò ad alta voce, impartendo a tutti l’assoluzione”. [3]

Regia di Gianfranco_Albano

Con: Flavio Insinna, Ana Caterina Morariu e Paolo Briguglia

Fonte: WIKIPEDIA