venerdì, Aprile 19, 2024
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Abbazia di Farfa, “Sulle note gregoriane…”, a lezione con Padre Matteo

abbazia di farfa

Abbazia di FARFA (Rieti)-“𝗦𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗻𝗼𝘁𝗲 𝗴𝗿𝗲𝗴𝗼𝗿𝗶𝗮𝗻𝗲…”, 𝗮 𝗹𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗣𝗮𝗱𝗿𝗲 𝗠𝗮𝘁𝘁𝗲𝗼

Abbazia di Farfa – Dopo il primo livello che vede i neofiti apprendere le basi del 𝗖𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗚𝗿𝗲𝗴𝗼𝗿𝗶𝗮𝗻𝗼 si passa a un livello avanzato tenuto dal 𝗠𝗮𝗲𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗣 𝗠𝗮𝘁𝘁𝗲𝗼 𝗙𝗲𝗿𝗿𝗮𝗹𝗱𝗲𝘀𝗰𝗵𝗶 che ogni anno sceglie con cura ed estro nuovi programmi.

“Ogni anno scelgo nuovi brani e nuovi percorsi per andare alla scoperta dei “segreti” del Canto gregoriano – spiega P Matteo -. Uno studio che mira a capire ciò che i segni neumatici delle antiche grafie del X sec. nascondono e al contempo rivelano. Parliamo, infatti, di segni ritmici e melodici molto espressivi che, tuttavia, il progresso notazionale (della notazione quadrata) non riesce a tradurre. Aspetto quest’ultimo legato anche al fatto che il Canto gregoriano, a differenza della musica in generale, anche sacra, è un’espressione canora “libera e liberata” dal mensuralismo. Ha un suo ritmo, che segue le esigenze della sillaba, della parola, della semifrase, della frase e del periodo: qui la “fantasia” e le fede dell’autore si esprimono libere da un rigido incasellamento della frazione temporale, per dare spazio al respiro dell’anima, quasi un soffio dello spirito.

Quindi in questo secondo livello cerchiamo di indagare e di poter interpretare il testo e musica a seconda di quello che gli antichi segni ci rivelano e che sono la fissazione, sulla pergamena, di ciò che era l’idea originale del compositore, dell’interprete o del direttore di un determinato brano.

Di anno in anno, dunque, abbiamo la possibilità intanto di studiare il vasto repertorio gregoriano e di conoscerne i vari segni espressivi. In tal modo si fa un’esperienza sia musicale sia spirituale perché nell’affrontare un brano non mancano mai i riferimenti circostanziali: la collocazione del brani nell’anno liturgico, il perché della scelta di un determinato brano in un giorno particolare e in un determinato momento della Messa.

Quest’anno abbiamo deciso di studiare i brani delle 4 domeniche di Avvento: un’idea possibile e nuova, qui a Farfa, nel percorso del secondo livello.

Il tempo di Avvento, liturgicamente parlando, è l’inizio dell’anno liturgico, tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre (mentre l’inizio dell’anno solare, come sappiamo, è fissato al primo di gennaio): attraverso il canto dei brani della Messa di queste quattro domeniche intendiamo lasciarci raggiungere dal loro messaggio biblico, liturgico e spirituale.

La liturgia infatti, e dunque il canto liturgico, ci fa entrare direttamente a contatto con il Mistero di Cristo che viene celebrato in un determinato tempo liturgico. Ad un approccio superficiale potremmo dire che la Messa è sempre uguale a se stessa, specialmente perché vediamo, da parte del sacerdote, compiere sempre gli stessi gesti. Tuttavia, nel susseguirsi temporale, nessuna Messa è mai uguale a nessun’altra. Perché? Perché, pur un in una certa ripetitività del rito, ogni domenica e ogni giorno abbiamo testi eucologici e biblici diversi, ricorrenze e memorie di santi, occasioni di preghiera particolare e questo comporta anche una varietà e “diversità” di canti adatti alla circostanza.

Purtroppo nelle nostre Chiese i canti sono sempre gli stessi e spesso poco pertinenti al momento celebrativo. Diverso è il discorso per il gregoriano che per ogni domenica, finanche in tempi particolari per ogni giorno, dell’anno liturgico, ha il canto di ingresso, salmo graduale, Alleluia e Tractus, canto di offertorio e di comunione propri e adatti a quel determinato giorno.

Dunque da una parte il rito – questa è una sua peculiarità forte e importante- ha una parte sempre uguale a se stessa, dall’altra ci sono elementi variabili, ma nello scorrere del tempo cambia anche il mio approccio e il mio rapportarmi allo stesso Mistero di Cristo.

In Avvento celebro e medito la venuta del Signore, ma mentre nella prima domenica di Avvento io lo contemplo da lontano, man mano che scorrono i giorni la liturgia mi consente di compiere un cammino di “avvicinamento” al Mistero del Natale anche attraverso i testi del Canto gregoriano: perfetta simbiosi testo-melodia che da calore e “colore” alla Celebrazione”.

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