giovedì, Maggio 16, 2024
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Polemiche per le domande nel caso Ciro Grillo: l’avvocato chiarisce

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Polemiche per le domande nel caso Ciro Grillo? L’avv. Bernardini de Pace analizza su MOW: “Io non lo so chi è che pensi che la donna debba essere creduta a prescindere, ma chiunque lo pensi è un ignorante”

Milano – Dopo le polemiche e i successivi insulti ricevuti online da Antonella Cuccureddu, avvocato difensore degli accusati nel caso di stupro di gruppo che vede imputati: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria e Ciro, figlio di Beppe Grillo, l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, professionista esperta dei dibattimenti in tribunale, illustra sulle pagine digitali del magazine MOW (mowmag.com) in merito alle spinose domande poste dalla collega alla presunta vittima. L’avvocato della ragazza, Dario Romano, ha commentato la condotta della collega, definendo il colloquio: “un interrogatorio da Medioevo”

“Non ho capito perché siano considerate domande da Medioevo. “Perché la ragazza non si è divincolata?” mi sembra una domanda giusta – sottolinea su MOW l’avvocato Bernardini de Pace – Se uno deve accertare se c’era o meno consenso, queste sono le domande che vanno fatte. Se va accertata la verità, non si può dare per scontato nulla, tantomeno che possa essere indiscutibile che una ragazza sia stata stuprata. Lo si deve dimostrare ed è giusto che l’avvocato della difesa faccia queste domande.” Nella lunga intervista concessa alla testata giornalistica lifestyle di AM Network, l’avvocato Bernardini de Pace, pone l’accento sulle domande poste dalla collega, spiegando che ne avrebbe fatte: “magari altre.

Io però, per esempio, il perché non l’abbia morso gliel’avrei chiesto. Anche la domanda su come abbia fatto a togliersi le mutande è giusta, perché c’è da vedere se lei abbia incoraggiato questo gesto, se si sia opposta o se non sia stato fatto da nessuno ma da lei stessa.” 

E circa le polemiche scaturite sui social network e sulle pagine dei media, ribadisce la necessità di accertamento dei fatti: “Ma ci mancherebbe altro che sia creduta a prescindere. Si deve fare un processo per accertarlo e il processo si basa sul contraddittorio – ricorda il noto legale – Se una donna denuncia, l’avvocato della difesa deve mettersi in contrapposizione con quella denuncia e verificare che cos’è concretamente successo. Solo questo può dare la certezza del processo, cioè dell’accertamento della verità almeno processuale. Io non lo so chi è che pensi che la donna debba essere creduta a prescindere, ma chiunque lo pensi è un ignorante.”


Fonte: https://mowmag.com/attualita/domande-choc-alla-vittima-del-caso-ciro-grillo-bernardini-de-pace-no-giuste-a-una-donna-che-denuncia-non-bisogna-credere-a-prescindere-perche

Foto di LEANDRO AGUILAR da Pixabay

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