Anticipazioni per “Battono alla porta” di Malipiero e Buzzati del 18 gennaio alle 11 su Rai 5: dagli Studi Rai di Milano – Per la Grande Musica Lirica in TV andrà in onda oggi giovedì 18 ottobre alle 11 su Rai 5 l’opera “Battono alla porta” di Riccardo Malipiero e Dino Buzzati nella storica versione andata in scena dagli Studi Rai di Milano nel 1961.
Opera televisiva in un atto su soggetto e libretto di Dino Buzzati. Partecipante al XIII Premio Italia 1961. 5 brani separatii.
Commissionata dalla Rai per il Premio Italia al compositore Riccardo Malipiero su libretto di Dino Buzzati, è un’opera concepita appositamente per il mezzo televisivo. Le musiche sono eseguite dall’ Orchestra sinfonica di Roma della Radiotelevisione italiana diretta da Nino Sanzogno. L’opera coniuga la sfida di costruire un linguaggio peculiare, adatto alla televisione, e l’utilizzo della strumentazione tecnologica all’avanguardia dello Studio di Fonologia Musicale di Milano della Rai diretto da Luciano Berio e Bruno Maderna.
Regia di Sandro Bolchi
Interpreti: Jolanda Gardino, Aureliana Beltrami, Mario Carlin, Antonio Boyer, Ezio De Giorgi, Giulio Fioravanti, Bruno Cioni, Teodoro Rovetta.
Riccardo Malipiero (Milano, 24 luglio 1914 – Milano, 27 novembre 2003) è stato un compositore italiano.
Compì gli studi pianistici a Milano, dove si diplomò nel 1932; nel 1937 ottenne il diploma di composizione al conservatorio di Torino, seguendo successivamente dei corsi di perfezionamento con lo zio Gian Francesco Malipiero.
L’interesse per la dodecafonia si fece sentire già nel 1938 e confluì nell’opera Minnie la candida, rappresentata nel 1942 in prima assoluta al Teatro Regio di Parma. diretta da Gianandrea Gavazzeni.
Dal 1945 si avvalse integralmente della tecnica dodecafonica, pur difendendo con forza la libertà espressiva individuale; nel 1949 a Milano fu tra gli organizzatori del “Primo congresso internazionale di musica dodecafonica”, assieme a Luigi Dallapiccola, Bruno Maderna e Camillo Togni.
Compositore, critico musicale, conferenziere, pedagogo, organizzatore musicale, Riccardo Malipiero è stato uno dei primi sostenitori della dodecafonia in Italia, continuando su questo solco fino ai più recenti sviluppi musicali, anche senza inserirsi in una determinata scuola.
Le sue composizioni gli hanno valso il plauso della critica internazionale e hanno conosciuto una vasta rinomanza in sede concertistica.
La musica di Malipiero è caratterizzata da una ricerca intensa di nuove possibilità espressive e da una cifra stilistica personalissima, pur non aderendo ad alcun movimento di avanguardia, Nel teatro musicale, sono evidenti la flessibilità del declamato ed un’abile trasformazione di cellule tematiche, eredità dell’illustre parente, che tuttavia non sopprime la spiccata personalità dell’autore. battono battono battono
Dino Buzzati Traverso (San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972) è stato uno scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo, librettista, scenografo, costumista e poeta italiano. Fin da studente collaborò al Corriere della Sera come cronista, redattore e inviato speciale.
Autore di un grande numero di romanzi e racconti surreali e fantastici, tanto da esser stato a più riprese definito il “Kafka italiano”, viene considerato, insieme a Italo Calvino, Tommaso Landolfi e Juan Rodolfo Wilcock uno dei più grandi scrittori fantastici del Novecento italiano: il suo capolavoro, Il deserto dei Tartari (1940), è considerato dalla critica il vertice della narrativa esistenzialista italiana, insieme alle opere di Alberto Moravia (che tuttavia estrinsecano il genere in tutt’altra direzione).
Dino[4] Buzzati Traverso[5] nacque presso la villa di famiglia di San Pellegrino, una località alle porte della città di Belluno, il 16 ottobre del 1906. Il padre, Giulio Cesare Buzzati (1862–1920), era un celebre giurista appartenente a un’illustre famiglia bellunese, mentre la madre, Alba Mantovani (1871–1961), veneziana, era la figlia del medico Pietro Mantovani e della nobildonna Matilde Badoer[2][3]. È il terzogenito di quattro fratelli: Augusto Buzzati (1903-?), che diverrà ingegnere, Angelina Buzzati (1904–2004) e Adriano Buzzati Traverso (1913–1983), biologo genetista.
La famiglia Buzzati trascorre le estati nella villa di Belluno e il resto dell’anno a Milano, dove il padre — docente di diritto internazionale — lavora alla neonata Università commerciale Luigi Bocconi, dividendosi tra questa e l’insegnamento alla più antica Università di Pavia. La villa di famiglia e la biblioteca furono fondamentali nella formazione dello scrittore. Nei primi anni della sua infanzia lo scrittore mostra una grande attenzione e sensibilità per le arti figurative e per la musica, imparando a suonare a dodici anni il pianoforte e il violino, abbandonando però in seguito gli studi. Connaturato alla crescita di Buzzati è anche l’amore per la montagna, che lo porterà a scalare e a sognare le montagne per tutta la vita.
Dopo i primi anni, e dopo la morte del padre, a quattordici anni, Buzzati s’iscrive al liceo classico Giuseppe Parini di Milano, dove conosce Arturo Brambilla; i due stringono amicizia e si cimentano anche in duelli di scrittura. Con lui inizierà una fitta corrispondenza che continuerà sino alla prematura morte di Brambilla.[6] In questi anni Buzzati scopre l’interesse per la cultura egizia (nelle lettere con Brambilla si firmerà a lungo Dinubis) e per Arthur Rackham. Terminati gli studi superiori Buzzati inizia a mostrare il desiderio di scrivere un romanzo. S’iscrive a giurisprudenza per assecondare la volontà della famiglia e il 10 ottobre 1928 si laurea con una tesi dal titolo La natura giuridica del Concordato.
Foto interna ed esterna: https://www.rai.it/ufficiostampa/Comunicati-fa34ec44-48fc-47bb-9b33-a816feb74563.html?tematica=Comunicati+Radio+tv+e+digital|Category-5992d6fe-2de2-444a-ad8c-2421ec15f2bb&tipo=Articolo