“Ottima l’iniziativa che si terrà a Roma, sabato 10 febbraio, alle 11.00, in via Via Tasso, nel luogo in cui sorge il Museo Storico della Liberazione, per portare un fiore in ricordo di coloro che combatterono per conquistare la libertà e la democrazia nel nostro Paese, contro ogni forma di revisionismo, anche quella che viene imposta da diversi anni come verità di Stato.
La narrazione sulla vicenda delle Foibe, che è alla base dell’istituzione del “Giorno del Ricordo”, fa propria la versione del revisionismo storico neofascista, decontestualizzando tale vicenda e occultando le atrocità che subirono drammaticamente sia gli antifascisti che le popolazioni slave, croati e sloveni, che vivevano in Venezia Giulia, Istria, Dalmazia e Carnaro. Noi, invece, vogliamo ricordare tutto, a 360 gradi. La vicenda delle foibe è, infatti, ben più complessa di quella che ci vorrebbero imporre tramite una legge ideologica che reinterpreta in chiave negazionista la Storia di quel drammatico periodo, ribaltando i ruoli tra vittime e carnefici e negando le violenze e gli eccidi compiuti dagli italiani e dai tedeschi in quelle terre martoriate. Le foibe, utilizzate anche dai fascisti e dai nazisti, furono la conseguenza del clima di odio e violenza prodotto prima dalla dittatura del ventennio fascista e poi dall’occupazione nazifascista. Clima che si concretizzò con una feroce repressione nei confronti della popolazione slava che aveva convissuto pacificamente con quella italiana fino a quel momento, con i massacri, le fucilazioni, le impiccagioni, i villaggi bruciati e i campi di sterminio in cui perirono soprattutto civili, tra cui anche donne e bambini. Ovviamente nessuno nega che ci siano stati anche eccessi, vittime innocenti, vendette personali, come spesso accade in questi casi, ma tutto ciò non può certo ribaltare il significato della storia di quel periodo. Dispiace che tale narrazione mistificata venga utilizzata ad arte, non solo dai post fascisti e neofascisti, ma anche dai sedicenti democratici di ispirazione liberale per infangare la Resistenza partigiana, con l’obiettivo di cancellare le radici popolari e antifasciste della nostra Repubblica che evidentemente fanno ancora molto paura alle nostre classi dirigenti. La decisione di istituire a Roma un museo sulle Foibe, deciso poche settimane fa dal governo Meloni, rappresenta un ulteriore capitolo di questa vergognosa e triste operazione politica che si configura come negazionismo di Stato. Un’operazione politica giocata sulla pelle delle vittime della barbarie nazifascista scientificamente occultate dalla suddetta narrazione. Pertanto è più che legittimo che gli antifascisti facciano sentire, sabato prossimo, forte e chiara la loro voce contro il tentativo di riscrivere la Storia di quegli anni. Auspichiamo che iniziative simili vengano organizzate in tutto il Paese. Noi faremo la nostra parte”. E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista.
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