Anticipazioni per la “Norma” di Bellini del 23 marzo alle 10.05 su Rai 5: diretto da Gaetano D’Espinosa per la regia di Kara Walker dalla Fenice di Venezia – Per la Grande Musica Lirica in TV andrà in onda oggi sabato 23 marzo alle 10.05 su Rai 5 la “Norma” di Bellini dal Teatro La Fenice, nell’allestimento andato in scena nel 2015, per la regiaa da Kara Walker che firma anche le scene e i costumi. Sul podio, il Maestro Gaetano D’Espinosa.
Nel cast Carmela Remigio, Gregory Kunde, Dmitry Beloselskiy, Veronica Simeoni, Anna Bordignon, Emanuele Giannino. La regia tv è di Francesca Nesler.
Norma è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845). Composta in meno di tre mesi, nel 1831, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832. Quella sera l’opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all’esecuzione, sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla primadonna, il soprano Giuditta Pasta. Non solo, ma l’inconsueta severità della drammaturgia e l’assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese. Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.
«Casta Diva, che inargenti Queste sacre antiche piante, A noi volgi il bel sembiante, Senza nube e senza vel» |
(Norma, preghiera, Atto I) |
Trama
L’azione si svolge nelle Gallie, all’epoca della dominazione romana. Nell’antefatto la sacerdotessa Norma, figlia del capo dei druidi Oroveso, è stata l’amante segreta del proconsole romano Pollione, dal quale ha avuto due figli, custoditi dalla fedele Clotilde all’insaputa di tutti.
Atto I
I Galli sono riuniti nella foresta sacra al dio Irminsul e, capeggiati da Oroveso, inneggiano alla liberazione dal giogo romano. Intanto Pollione, inoltratosi anch’egli nel sacro bosco, confida all’amico Flavio di essersi innamorato di una giovane novizia del tempio d’Irminsul, Adalgisa, e di voler lasciare Norma. Questa intanto interviene all’assembramento dei Galli spiegando che gli dèi le hanno rivelato che Roma dovrà cadere, ma non in quel momento e non per loro mano. Con una preghiera alla luna riesce a placare gli animi.
Adalgisa chiede un colloquio a Norma per aprirle il proprio animo e confessarle di aver mancato al voto di castità, senza però rivelare il nome dell’uomo amato. Norma, che riconosce nella novizia i propri sentimenti e il proprio peccato, la scioglie dai voti. Quindi le chiede chi sia l’innamorato e Adalgisa indica Pollione, che sta sopraggiungendo proprio in quel momento. Furiosa, Norma rivela tutto ad Adalgisa, che sdegnata respinge Pollione.
Atto II
Nella sua abitazione, Norma, sconvolta dalla rivelazione, medita inizialmente di uccidere i due figli, ma poi cede al sentimento materno. Decisa a suicidarsi, fa chiamare Adalgisa e la prega di adottare i bambini e di portarli a Roma, dopo essersi sposata con Pollione. Ma Adalgisa rifiuta e promette anzi a Norma di convincere Pollione a tornare da lei, dissuadendola dal suicidio. Quando la grande sacerdotessa però apprende che il tentativo di Adalgisa non ha sortito l’effetto sperato, ella, che si era sempre opposta alla volontà di rivolta del suo popolo, chiama i Galli a raccolta e proclama guerra ai Romani. Oroveso le chiede allora di indicare la vittima sacrificale da immolare al dio, quando giunge notizia che un romano è penetrato nel recinto delle sacerdotesse: è Pollione, venuto a rapire Adalgisa. Norma sta per colpirlo con un pugnale, ma poi si ferma, invita tutti a uscire col pretesto di interrogarlo e, rimasta sola con Pollione, gli offre la vita purché egli abbandoni Adalgisa. L’uomo rifiuta e Norma chiama i suoi a raccolta; ha deciso quale sarà la vittima sacrificale: una sacerdotessa che ha infranto i sacri voti e tradito la patria. Sta per pronunciare il nome di Adalgisa, quando si rende conto che la colpa di Adalgisa è la sua e, nello sbigottimento generale, pronuncia il proprio nome. Commosso, Pollione comprende la grandezza di Norma e decide di morire con lei. In segreto, Norma confida a Oroveso di essere madre e lo supplica di prendersi cura dei bambini, affinché possano salvarsi insieme a Clotilde. Quindi sale sul rogo con l’uomo amato.Libretto edito da Ricordi nel 1891.
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