lunedì, Maggio 13, 2024
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Montopoli di Sabina-Arch.Carlo CUSIN:” Villa romana dei Casoni”Gruppo FAI Sabina

Architetto Carlo CUSIN:” Villa romana dei Casoni “è un altro tesoro Romano Repubblicano ,amato dal “Sol Invictvs”,a circa 500 mt slm,sul terrazzamento artificiale di una collina SABINA, ancor’oggi lontana dal mondo,non facile da raggiungere,immagino allora… “Dicitvr” si dice,senza certezze, purtroppo,come spesso accade,che sia una grande villa “per otivm”, sorta nel II sec aC su un antico “vicvs” sabino,appartenuta alla plebea “Gens Terentia” Romana,originaria di queste terre,con magistrati/letterati/militari noti fin dal V sec aC,cui appartenne Marco Terenzio Varrone (“Terentia” dal latino colui che trebbia/macina ). La grande villa è posta su almeno 3 terrazzamenti,con la classica planimetria composita con “atrivm”,peristilio,oecvs,triclini ecc con un sottostante criptoportico con bocche di lupo,collegato con un adiacente “horrevm” ipogeo,cui venne addossato,in epoca Imperiale un grandioso paramento,lungo oltre 50 mt,con 9 nicchie absidate/piane con un antistante giardino con una sorprendente piscina circolare ! A monte del complesso è ancora visibile una grande cisterna rifornita da una sorgente ora non più attiva… ! “Res magnae gestae svnt !” Grandi cose furono fatte ! “Gratias” agli amici del a.
La Villa dei Casoni (o Villa romana dei Casoni o più comunemente detta Villa di Varrone) è ciò che resta di una villa romana d’epoca repubblicana situata nel comune di Montopoli di Sabina, nella frazione di Bocchignano.

Descrizione

I ruderi della villa detta di Varrone sono raggiungibili sia da Poggio Mirteto che da Bocchignano. La villa è stata descritta da Guattani nel suo 3° volume dedicato ai monumenti sabini, fu poi descritta ampiamente anche da Ercole Nardi nel suo manoscritto “Ruderi delle ville romano sabine nei dintorni di Poggio Mirteto“.

La villa è stata edificata in epoca repubblicana presumibilmente su un preesistente villaggio sabino, come sembrerebbero testimoniare le tracce di opus poligonalis e quadratum. Essa è rialzata di circa sei metri rispetto al piazzale antistante al ninfeo, ove è presente una struttura circolare identificata con una piscina. Del piano abitativo restano solo le fondamenta delle stanze tra cui l’atrio con ai lati una coppia di cubicole (le camere da letto dei Romani), dall’atrio era possibile accedere a delle stanze identificabili con delle biblioteche una greca e una latina; inoltre era possibile accedere, attraverso un posticum, il Peristilio. Ad est è possibile osservare un altro gruppo di stanze, stavolta ad uso perlopiù rustico, infatti da un’esedra (una stanza di passaggio), era possibile accedere all’horreum (il magazzino delle granaglie), dove erano presenti degli scalini che conducevano al criptoportico sottostante e ad una stanza che secondo alcuni aveva la funzione di officina, luogo in cui si trasformavano i prodotti grezzi in prodotti destinati alla vendita. Il ninfeo con nove nicchie è in opus reticolatum, aggiunto successivamente nel I secolo per dare monumentalità alla struttura, appartenuta senza dubbio a un personaggio facoltoso per il rinvenimento di marmi, mosaici e intonaci policromi affrescati.

La Villa dei Casoni possiede uno dei criptoportici più conservati di tutta la Sabina, esso è a forma di “L” e lungo 50 m., prendeva luce da aperture a bocca di lupo e collegava, come già detto precedentemente, il magazzino delle granaglie (horreum) tramite delle scalette, al criptoportico e di conseguenza al piazzale sottostante, che probabilmente fungeva da giardino[senza fonte].

Inoltre, nei pressi della villa, in direzione nord, è presente un rudere identificato con una fontana romana (fons), probabilmente usata a scopo ornamentale. Non molto lontano dai resti di fondamenta delle stanze descritte precedentemente, sono presenti altri resti frammentari di altre stanze non identificate e lungo il perimetro del piazzale sottostante sono presenti dei resti di mura terminanti con un’esedra semicircolare di cui restano poche tracce.

Essa è conosciuta, non si sa bene a quale titolo documentabile come la “Villa di Terenzio Varrone” (11627 a.C.), erudito che ebbe da Cesare il compito di organizzare la prima biblioteca della repubblica di Roma. Fu l’autore di circa 70 opere sui più vari campi del sapere tra le quali spiccano le “Antiquitates Rerum Umanarum et Divinarum Libri XLI”; e “Disciplinarum Libri Novem”, entrambe giunte in frammenti. L’opera sua più studiata e conosciuta è “De re rustica” in tre libri giuntici per intero, opera in cui sono presenti dei riferimenti indiretti alla Villa dei Casoni[senza fonte], il quale parla di una sua zia Terenzia che, al XXIV miglio della Salaria (quindi all’altezza di Cures) possedeva una villa con una tenuta non molto prospera. Cosicché ella vi installò un allevamento di tordi ( o forse colombacci o di una varietà allevabile di merli) con il quale riusciva a produrre redditi doppi rispetto a quelli ottenibili con un intero fondo. Tanto che in una sola occasione poté ricavarne 60.000 sesterzi per aver venduto in blocco 5000 uccelli nell’occasione del banchetto in onore del trionfo di Quinto Cecilio Metello Pio Scipione.

Dai recenti scavi effettuati in loc. Acquaviva, vicino Nerola, sono emersi i ruderi di una villa romana del II sec.a.C.-I secolo d.C. in cui sono presenti i resti di un doliarum (una zona dedicata alla conservazione dei doli e del suo contenuto), di un candelabro bronzeo e un’uccellaia per l’allevamento avicolo, rispettando di più la descrizione fornitaci da Varrone.

Bibliografia

  • Ercole Nardi, Ruderi delle ville romano sabine nei dintorni di Poggio Mirteto illustrati dal prof. Ercole Nardi 1885, edizione critica a cura di Dario Scarpati, Poggio Mirteto, 2010, pp. 61-66.
  • Carmelo Cristiano, I territori di Montopoli di Sabina e Bocchignano, 1996, pp. 22-24.

Il paese di Montopoli, situato a quota 331 metri s.l.m., vanta il privilegio di offrire la visione di una ininterrotta sequenza di magnifici panorami per la sua particolare collocazione sulla cresta di una verde collina che consente di spaziare l’intero orizzonte. Montopoli ha un territorio molto vasto che va dall’abitato di Passo Corese fino all’abitato di Poggio Mirteto, delimitato, ad est dal fiume Tevere ed a ovest dal torrente Farfa. L’origine del nome sembra derivare da Mons Poilionis che si modificò in Mons Operis per la operosità dei suoi abitanti e successivamente in Montis Opuli per la ricchezza della sua terra. La storia narra che intorno al mille passò sotto l’Abbazia di Farfa e da quell’epoca in poi risentì di tutti gli eventi che riguardarono la famosa Abbazia, fu coinvolta nelle lotte fra imperatori e papi dove gli abitanti si distinsero per il loro comportamento da fedeli guerrieri. Nel 1243 per ordine del Papa Gregorio IX, Montopoli fu saccheggiata e distrutta, fu prima borgo e poi elevato a comune. Dopo la ricostruzione cominciò il periodo della Signoria. Montopoli passò poi agli Orsini e ai Felici. Oggi Montopoli di Sabina è conosciuta soprattutto per l’eccellente qualità dell’olio di oliva e per la bontà del nettare che il suo territorio produce fin dai tempi del concittadino Numa Pompilio.

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