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Piazza dei Miracoli, sulle orme del Vate a Pisa

Da dove deriva il nome Piazza dei Miracoli?

PISA – Sono stato la mattina del 24 maggio 2024, in carrozza, come ai tempi del Granducato a fare un giro nel centro storico di Pisa, una testimonianza presente del genio italico e teatro di alcuni mitici avvenimenti della storia patria, come dimostrano le case gentilizie in cui hanno vissuto alcuni grandi come Galileo Galilei, Vittorio Alfieri e Antonio Pacinotti, e il palazzo dell’orologio in cui è inclusa la Torre Muda che fu la prigione del Conte Ugolino di cui parla Dante Alighieri. Inoltre, Pisa è considerata una città italiana di grande cultura, come dimostra, tra l’altro, la presenza di università prestigiosissime a livello mondiale come la Normale di Pisa che ha sede nel Palazzo degli Anziani, sede del senato aristocratico della antica repubblica marinara.

Una bomboniera di rara bellezza, fra stili medievale, rinascimentale e risorgimentale che testimoniano non solo la grande storia dell’antica repubblica marinara pisana, e la magnificenza del Rinascimento italiano, ma in alcuni casi sono un patrimonio per tutta l’umanità, come quando si parla della Piazza del Duomo con il “prato dei miracoli”, il battistero, il duomo di Santa Maria dell’Assunta e infine il campanile della chiesa che sarebbe la torre pendente, uno dei monumenti che rappresentano l’Italia nel mondo, ossia la “Torre di Pisa”.

Il complesso monumentale della Piazza del Duomo di Pisa, anche nota come “Piazza dei Miracoli”, è patrimonio dell’umanità Unesco dal 1987 e ogni suo elemento è stato costruito in momenti diversi fra il X e il XIV secolo, uniti nell’insieme dal prato che ne rende uno straordinario “unicum” artistico – monumentale nel suo genere. Sul posizionamento degli elementi della Piazza dei Miracoli c’è un interpretazione mistico – religiosa, legata alle varie fasi della vita di un cristiano che ogni elemento rappresenterebbe: il battistero (la nascita), il duomo col suo campanile (la vita), il campo santo (la morte).

Sotto la piazza, sono stati ritrovati delle domus romane, a testimonianza dell’antica antropizzazione della zona e ogni elemento della Piazza dei Miracoli ha una posizione particolare, si dice in corrispondenza delle costellazioni e delle coordinate geografiche (meridiani e paralleli). Ma, la piazza non è stata sempre così, ed è diventata famosa col nome di Piazza dei Miracoli solo dopo una frase dedicata dal Vate Gabriele d’Annunzio nel 1910 in “Forse che di forse che no”: “L’Area roteò nel cielo di Cristo sul prato dei miracoli”.

L’Ardea è un airone che l’animo poetico dannunziano immagina volare in alto sulle bellezze della piazza che sono messe in risalto proprio dall’elemento unificatore, cioè dal prato dei miracoli (anche detto “campo santo”) che ad inizio Novecento appare già in tutta la sua bellezza dopo i lavori di restauro portati avanti nella seconda parte dell’Ottocento che hanno valorizzato la piazza che è stata in pericolo durante il secondo conflitto mondiale, nel 1944, a causa di un avvenimento bellico Infatti, dopo il Duomo, la Torre Pendente, il battistero e il Campo Santo, é proprio il prato il quinto dei miracoli.

Gabriele d’Annunzio ancora una volta si dimostra essere a giusto titolo il Vate d’Italia, risorta dalle ceneri come l’araba fenice col Risorgimento, e un precursore della promozione turistica non solo abruzzese, ma nazionale, con i suoi versi che sono spesso utilizzati soprattutto nel dopoguerra, come volano dello sviluppo turistico, così Piazza Duomo è diventata Piazza dei Miracoli.

Cristiano Vignali