martedì, Aprile 16, 2024
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Stefano Puleo, la Sicilia trasposta in arte

In Stefano Puleo si ravvisano tracce dell’influenza artistica, forse inconsapevole, della pittura di Paul Cézanne e di Henri de Toulouse-Lautrec. Ma è la Sicilia la vera ed unica protagonista di tutta la sua produzione artistica, per colori, paesaggi, soggetti scelti. Le sue donne, i suoi nudi, i suoi scorci di tetti, le sue nature morte, i suoi pescatori, rappresentano con grande naturalezza i momenti della vita della sua terra. I colori sono nitidi, netti, chiari, come ben delineate sono le figure ritratte. Un realismo, il suo, che rimanda ai colori e alla vitalità della Sicilia, al sole di cui è imbevuta. Le opere di Puleo evidenziano una forza espressiva notevole, che si concretizza nella connotazione dei soggetti ritratti e nell’amore con cui riporta sulla tela scorci e scene della propria terra.

Il primo approccio di Stefano Puleo con la pittura risale in realtà all’adolescenza, quando ha modo di vedere da vicino opere di grandi maestri come Guttuso, Migneco, Barbaro, Mirabella e molti altri che nei primi anni sessanta partecipavano al Premio Acitrezza.

La sua prima personale è nel 1970, alla galleria G7 di Catania. Lo stesso anno visita diverse città europee, si ferma per un periodo ad Oslo dove ha modo conoscere le opere di E. Munch, ma è tutto il periodo storico dell’espressionismo che attirerà il suo interesse. Visita Berlino e Dresda.

Nel 1974 espone, alla galleria La Vite di Catania, 40 disegni ,dando così il via ad un sodalizio che lo ha portato a realizzare in due anni 30 incisioni, parte delle quali vengono esposte lo stesso anno alla galleria Underground di Giarre.

Da qui in poi la vita di Stefano Puleo è costellata di personali e collettive che lo consacrano come artista in grado di rendere con particolare efficacia il cuore della sua terra. Nel 2016 ha luogo  “ Novecentismi “ ( Migneco – Puleo – Rolfi – Sironi ) presso il Museo Stadio di Domiziano – Roma.